Marco Menduni per “la Stampa”
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«Taser, taser», urla il poliziotto, l' aggressore vacilla sulle gambe poi stramazza. Ma la scarica elettrica non è partita. Perché il capitombolo, con conseguente ammanettamento, è una simulazione e l' omaccione minaccioso è solo un collega. È l' ultimo atto dell' addestramento dei 70 operatori che da domani, in 12 città italiane, saranno autorizzati a usare la pistola che stordisce.
L' arma sarà in dotazione alla polizia (ma anche ai carabinieri e alla guardia di finanza) per la fase 2 del test: quello sulle strade. Un debutto che sconta lo scarso numero di apparecchi dell' americana Axon finora in dotazione: 14 alla polizia, 12 ai carabinieri, 6 alla finanza: «E' una sperimentazione di tre mesi, poi si vaglierà se è andata bene».
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Qui, su un piazzale della Scuola per ispettori della polizia di Nettuno, si limano gli ultimi dettagli. Si cerca di capire se, realizzando nella finzione situazioni critiche, gli allievi hanno compreso tutte le istruzioni.
La più banale: uno contro uno. Poi però c' è l' attacco da parte di due persone, che roteano grossi bastoni. I finti aggressori s' impegnano per recitare la loro furia: «Maledetti, chi vi ha chiamato, vi ammazziamo». Poi ancora il grido «taser taser» e si gettano per terra.
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Poi c' è la lite furibonda tra marito e moglie che però, all' arrivo della polizia, si coalizzano contro le divise di nuovo brandendo delle mazze. È successo anche questo. «L' errore più frequente - spiega Alfredo Luzi, il poliziotto che dirige il Centro nazionale perfezionamento tiro - è quello di fare i "balletti", di camminare all' indietro di fronte alla virulenza dell' attacco: sbagliato. Si rischia di cadere e di essere sopraffatti. Bisogna stare fermi, usando il taser solo quando rimane l' ultima possibilità».
I passi
Così sul piazzale si misura soprattutto la capacità di mettere in pratica, anche in una situazione difficile, i cinque passi di un preciso protocollo. Il primo step è il semplice e classico tentativo di dissuasione verbale: «Cosa succede qui, cosa state facendo, smettetela immediatamente».
elettrodo conficcato nella pelle
Il secondo è la dichiarazione di avere con sé l' apparecchio: «Attenzione, ho una pistola elettrica». Il terzo è di mostrarla. Il taser è giallo fluorescente, tozzo e squadrato, all' apparenza un pistolone da luna park.
Nel quarto passaggio inizia a mostrare però la sua pericolosità: premendo su un pulsante, inizia a crepitare in maniera minacciosa e sull' estremità della canna si nota una scarica elettrica pronta a partire. Se nemmeno questo tranquillizza l' aggressore, c' è l' autorizzazione all' utilizzo.
gli elettrodi del taser colpiscono la pelle
Non può essere arbitrario: «All' interno del taser - spiegano gli istruttori - c' è una memoria che conserva tutte le fasi dell' utilizzo e il loro orario e che non è accessibile per poterne modificare i dati».
Che cosa avviene nel momento in cui il taser viene usato davvero? Sotto i nostri occhi, la dinamica: partono due dardi, con una deriva che li distanza di trenta gradi. «Devono colpire entrambi il bersaglio, per completare l' arco voltaico, meglio se nelle fasce muscolari: braccia gambe, fianchi, schiena», spiega Luzi. Non è indispensabile il contatto con la pelle: basta che il dardo, che si conclude con una sorta di amo, si agganci al vestiario.
PARIGI - UN UOMO COLPITO DAL TASER DELLA POLIZIA PRENDE FUOCO
Dopo l' intervento e l' immobilizzazione dell' aggressore, occorre tirare con forza dagli abiti per recuperarlo. Se si sbaglia, c' è una seconda chance. Il taser può colpire fino alla distanza di 7 metri e 60 centimetri, «ma la situazione ottimale è tra i 2 e i 5 metri». Sedici impulsi al secondo, 1 milliampere, 50 mila volt: alta tensione, ma bassa intensità.
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Per 5 secondi al massimo: sul visore scorre una sorta di conto alla rovescia al termine del quale la scarica si blocca. Alfredo Luzi, esperto di balistica, armi ed esplosivi, un passato nelle squadre mobili in cui si è occupato dei casi di Nicola Calipari, Unabomber, Ilaria Alpi, vuol chiarire sulla pericolosità del Taser: «Quando si sente parlare di persone che hanno avuto gravi conseguenze cardiache, si deve sapere che in quei casi è stato usato un tipo diverso di taser: a contatto, che stimola il dolore e questo può provocare problemi al cuore.
taser a scariche da diecimila volt
Il nostro apparecchio agisce solo inibendo il controllo muscolare, non dà effetti collaterali».
L' effetto psicologico sull' operatore di polizia? Luzi ricorda un episodio. Genova, 1994: «Allora giovane vicequestore, fermai uno spacciatore, fui aggredito dai suoi compagni, si scatenò poi una guerriglia che durò fino alle due della notte.
POLIZIOTTO TASER
Il problema fu non riuscire ad affrontare i violenti, perché loro sanno benissimo che in quelle situazioni le pistole di ordinanza non le usiamo mai. Il Taser oggi sì: fa sentire più tranquillo anche il poliziotto».
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