Federico Capurso per "La Stampa"
LUPA CAMPIDOGLIO
<C’è bisogno di un piano per la messa in sicurezza degli edifici del Comune di Roma». L’idea nasce dalla riunione convocata da Paolo Berdini, assessore all’urbanistica del Campidoglio, dopo il terremoto avvertito con forza fin nella Capitale. D’altronde, il territorio di Roma è notoriamente a rischio sismico. Un livello di pericolosità che varia in base alla zona e al tipo di terreno, certo, ma anche e soprattutto rispetto ai criteri con i quali i palazzi sono stati costruiti.
La prima difficoltà che Berdini dovrà fronteggiare riguarda le condizioni del patrimonio immobiliare del Campidoglio. Si parte da zero, o quasi. Non si ha un’idea di quanti e quali siano gli edifici comunali con necessità di intervento, né l’entità dei danni eventuali. I tremila immobili in capo al Comune, dice Berdini, «dovranno essere schedati sul campo uno ad uno».
CAMPIDOGLIO ROMA
Più di mille scuole, 1600 edifici residenziali, 120 stabili destinati ad uffici e 100 centri anziani. Negli ultimi dieci anni, chi si è occupato della gestione dell’edilizia pubblica e popolare è la Romeo Gestioni, con migliaia di verifiche di interesse storico, interventi di conservazione e manutenzione.
Per gli edifici scolastici l’appalto è invece andato a Risorse per Roma. «Dover attingere informazioni da rivoli tanto diversi rende tutto più complicato», spiega Berdini. «E’ mancata una regia comune».
Anche gli studi disponibili in materia, in effetti, nascono da iniziative di diversi enti privati. Come il dossier di Legambiente, secondo il quale delle 1194 scuole di Roma, circa la metà non ha mai fatto un collaudo statico, o i dati pubblicati da Confartigianato Edilizia, che evidenziano come oltre il 60% dei palazzi di Roma sia a rischio in caso di terremoto.
METRO ROMA
MARC'AURELIO
«Ma quello di Confartigianato, ad esempio, è un risultato basato su dati teorici», ribatte Berdini, «ottenuto incrociando la data di costruzione del palazzo con il livello di pericolosità sismica del municipio in cui si trova». Quantomeno c’è un’anagrafe degli immobili del Comune, «che oltre all’anno di nascita del palazzo comprende anche la data di eventuali ristrutturazioni, e il merito è dell’amministrazione Marino, gliene va dato atto».
«Non è dato sapere però – prosegue l’assessore all’Urbanistica – se i lavori di ristrutturazione abbiano compreso miglioramenti sismici o si siano limitati alla tinteggiatura dei muri. Potrebbero esserci abitazioni antiche in ottimo stato e case moderne in condizioni disastrose».