Tommaso Fregatti e Marco Grasso per il Secolo XIX
DROGA DEL COMBATTENTE
Tonnellate di tramadol, pastiglie conosciute come “droga del combattente”, sono state sequestrate nelle scorse ore da funzionari del servizio Antifrode dell’agenzia delle Dogane in collaborazione con la guardia di Finanza. Il carico era stipato in tre container in transito nel porto di Genova, partiti dall’India e diretti in Libia, a Misurata. L’indagine che ha portato al maxi sequestro di droga è stata coordinata dal pm Federico Manotti per conto della Procura distrettuale Antiterrorismo.
C’è il forte sospetto che dietro a questo traffico di droga ci siano fiancheggiatori o appartenenti allo Stato Islamico. La “droga del combattente”, come appurato dalle organizzazioni internazionali, è una sostanza stupefacente utilizzata dai miliziani dell’Isis durante i combattimenti come eccitante per amplificare la resistenza durante gli scontri.
DROGA DEL COMBATTENTE
Già precedenti indagini hanno permesso di scoprire come il porto del capoluogo ligure sia utilizzato come crocevia per il finanziamento del terrorismo islamico. In particolare il traffico di veicoli rubati diretto dalla Libia a Genova che nei mesi scorso ha portato a sequestri e arresti.
Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, dentro ai container c’erano in tutto 37 milioni di pastiglie nascoste tra confezioni di shampoo e coperte: la vendita al dettaglio del farmaco avrebbe fruttato circa 75 milioni di euro, perché ciascuna pillola sul “mercato nero” nordafricano e mediorientale, viene venduta a poco più di 2 euro.
PORTO DI GENOVA
Come detto, il sospetto è che questi soldi sarebbero finiti nelle casse dell’Isis: il procuratore capo Cozzi ha in effetti spiegato che «i proventi della droga servivano a finanziare organizzazioni terroristiche». La sostanza sequestrata è il tramadol, un oppiaceo sintetico, acquistabile in Italia (solo con ricetta medica) con il nome di Contramal.