Estratto dell’articolo di Marco Bresolin e Luca Monticelli per “La Stampa”
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Tre mesi di tempo per preparare un piano che dovrà ridurre significativamente il livello del debito nell’arco dei prossimi sette anni, corredato da un programma di riforme e investimenti in linea con le priorità europee. Con un aggiustamento dei conti che dovrà essere almeno di 10 miliardi di euro l’anno in termini strutturali, vale a dire al netto del ciclo economico e delle misure una tantum.
Con l’apertura della procedura per deficit eccessivo che la Commissione europea ufficializzerà domani, per il governo scocca l’ora della verità: è finita l’epoca in cui la programmazione della finanza pubblica veniva stabilita con un orizzonte di un anno, d’ora in poi bisogna costruire un percorso di risanamento sul medio periodo e le leggi finanziarie dovranno rimanere all’interno dei binari tracciati.
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È questa la svolta del nuovo Patto di Stabilità e crescita che l’esecutivo Meloni ha approvato e sostenuto al tavolo del Consiglio europeo, nonostante l’astensione di tutti i partiti di maggioranza durante la votazione al Parlamento Ue alla fine di aprile.
La logica della nuova governance economica […] vuole che siano i Paesi a definire in maniera autonoma i loro percorsi di aggiustamento, anche se in realtà per l’Italia le mani saranno legate dall’apertura della procedura che scatta in caso di sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil. I Paesi che si trovano nel “braccio correttivo” devono assicurare un aggiustamento del loro saldo strutturale pari “almeno” allo 0,5% del Pil l’anno.
PAOLO GENTILONI GIANCARLO GIORGETTI
Mezzo punto di Pil italiano vale dieci miliardi di euro e dunque sarà questa la correzione che verrà mediamente richiesta, anche se bisogna tenere in considerazione un paio di fattori. Nel triennio 2024-2027 sarà possibile ottenere un piccolo sconto […] in caso di un incremento dei costi di finanziamento del proprio debito legato all’aumento dei tassi d’interesse.
Questo potrebbe dunque garantire uno o due decimali di tolleranza, ma soltanto per il prossimo triennio. D’altro canto, però, bisogna anche tenere in considerazione un altro aspetto: secondo le ultime previsioni economiche […], a politiche invariate il deficit strutturale dell’Italia dovrebbe aumentare di tre decimali tra il 2024 e il 2025.
GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI
Questo vuol dire che per assicurare un miglioramento dello 0,5% servirà uno sforzo pari allo 0,8% del Pil, vale a dire 15-16 miliardi. In ogni caso la Commissione ha preso una scelta politica: in occasione dell’apertura della procedura non verranno date indicazioni quantitative sull’entità della correzione richiesta a ogni singolo Paese.
La raccomandazione vera e propria sarà adottata solo a novembre per poi essere approvata dal Consiglio a dicembre. Ma i governi, che entro il 20 settembre dovranno predisporre i piani di aggiustamento, non si muoveranno nel buio: venerdì Bruxelles trasmetterà alle capitali la cosiddetta “traiettoria tecnica” che indicherà l’obiettivo di aggiustamento da raggiungere tra sette anni […]
IL RIGORE - VIGNETTA BY GIANNELLI
I piani pluriennali di aggiustamento saranno quindi valutati dall’esecutivo europeo e successivamente approvati dai governi, esattamente come è successo per il Pnrr. E le manovre di bilancio annuali dovranno essere in linea con i paletti fissati.
Tra gli 11 Paesi a cui verrà attivata la procedura, l’Italia rischia di essere tra gli Stati che riceveranno la correzione fiscale più forte. […] il parametro che fa scattare la procedura riguarda l’indebitamento netto del 2023: quello dell’Italia si attesta al 7,4%, il peggiore tra gli 11 Stati chiamati a rispondere di una soglia superiore al 3% del Pil. […]
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