Estratto dell'articolo di Carla Massi per “il Messaggero”
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«L'estate sta finendo e un anno se ne va/ Sto diventando grande lo sai che non mi va». Passata la boa del Ferragosto la canzone dei Righeira, 1985, calza a pennello. Riesce a sintetizzare quella velata amarezza che prende in questi giorni. Quando la fine delle vacanze si avvicina e con lei il ritorno alla quotidiana routine.
Una sensazione diffusa ci prende testa e corpo: la stagione del relax ci abbandona e noi dobbiamo ricominciare l'anno. La sensazione diffusa è che, smessi costumi e pantaloncini, è un attimo arrivare a Natale e Capodanno.
Qualcosa sta sfuggendo. E puntuali, pur in forma sfumata arrivano irritabilità, ansia, tristezza.
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Quell'insieme di emozioni che in Usa è stato definito come August blues è molto simile al Sunday blues, ovvero alla tristezza della domenica sera, sperimentata alla fine del weekend e prima dell'inizio di una nuova settimana. La definizione, qualche anno fa, è stata dello psichiatra Stephen Ferrando, direttore del reparto Psichiatria del Westchester Medical Center di New York.
Che, nei primi giorni d'autunno, si è trovato spesso ad affrontare i pazienti con problemi di umore più o meno gravi dopo le vacanze.
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IL CLIMA Questa curiosa malinconia d'agosto, secondo l'équipe americana, sembra essere capace di sfiorare tutti. Sia coloro che vanno pazzi per l'estate, il sole e il caldo sia quelli che in questa stagione diventano insofferenti verso il clima e le smanie per la villeggiatura. Per tanti, insomma, questa parte dell'estate è dispensatrice di pensieri pesanti, un po' di tristezza e ansia. È tempo, ormai, che il bilancio di fine anno viene fatto adesso, alla ripresa autunnale come se tutti tornassimo a scuola a settembre e ricominciassimo in questo periodo l'anno nuovo. Il cosiddetto August blues si manifesta con un senso di vuoto e di generica insoddisfazione, che però può montare e tramutarsi in agitazione, tristezza. Questo periodo può risultare frustrante per molti poiché obbliga a fare i conti con il passato e a prepararsi per il futuro: settembre è infatti spesso considerato il Capodanno vero e proprio, con l'inizio dell'anno scolastico o universitario o dei vari corsi sportivi e con il rientro a lavoro.
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LE ABITUDINI «La fine dell'estate - aggiunge Balestrieri - è un momento molto particolare. Il relax ha permesso di far uscire i problemi, ha fatto chiarezza su alcune situazioni che sembravano assai complesse e ha fatto assaporare nuove condizioni di vita. Ha, inoltre, creato le condizioni per decidere con maggiore lucidità. Per questo, bando al lutto per la fine della stagione, mettiamoci in testa che si ricomincia da capo provando a pensare che cosa poter cambiare. Nulla di irrealizzabile. Ma solo progetti che ci danno energia. Ricordiamo che negli ultimi due anni tutte le forze le abbiamo dovute spendere per difenderci, adattarci, cambiare abitudini. Non certo a pensare anche al futuro più prossimo. Quindi, adesso, è il momento per provare a cambiare la rotta. Anche se siamo malinconici».
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