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    PASSEGGIANDO VERSO UNA NUOVA INTIFADA – IL MINISTRO DELLA SICUREZZA NAZIONALE DI ISRAELE, ITAMAR BEN GVIR, LEADER DEL PARTITO DI ULTRA DESTRA “POTERE EBRAICO”, FA UNA CAMMINATA DI 13 MINUTI SULLA SPIANATA DELLE MOSCHEE E SCATENA UN PANDEMONIO – I TIMORE DEI PALESTINESI È CHE IL NUOVO GOVERNO CAMBI LO STATUS QUO, CHE ATTUALMENTE PREVEDE L’ACCESSO LIBERO PER I MUSULMANI, MA NON PER GLI EBREI – IL PRECEDENTE DI SHARON, CHE SCATENÒ LA SECONDA INTIFADA… - VIDEO


     
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    Fabiana Magrì per “La Stampa”

     

    itamar ben gvir passeggia sulla spianata delle moschee itamar ben gvir passeggia sulla spianata delle moschee

    È pesante, pesantissimo, il passo di Itamar Ben Gvir sulla Spianata delle Moschee. Tanto da compattare e convogliare, con una controversa passeggiata di tredici minuti a meno di una settimana dalla sua investitura come ministro della Sicurezza nazionale, non solo le minacce dei nemici di Israele, ma anche lo sdegno degli alleati e dell'opposizione interna al governo.

     

    Lo sintetizza bene in due tweet Yair Lapid che, smessi i panni da premier e indossati quelli da capo della minoranza, nelle ultime settimane ha avviato una campagna social puntando sulla debolezza di Benjamin Netanyahu, accusato di essere alla mercé di una coalizione di integralisti ed estremisti di destra.

     

    benjamin netanyahu itamar ben gvir benjamin netanyahu itamar ben gvir

    «Lo Stato di Israele non accetta dettami da nessuno in merito alla sua sicurezza, ma - ha postato Lapid - litigare con mezzo mondo solo perché Ben Gvir passi 13 minuti sul Monte del Tempio è irresponsabilità politica e un'incredibile debolezza di Netanyahu di fronte ai suoi ministri».

     

    Il guanto di sfida allo status quo è stato gettato dal neo ministro e leader del partito "Otzmà Yehudit" (Potere Ebraico) nelle prime ore del mattino di ieri, quando Ben Gvir si è presentato in Città Vecchia a Gerusalemme ed è salito alla Spianata delle Moschee, scortato da una decina di agenti, e in compagnia di un rabbino ortodosso. «Noi garantiamo una libertà di movimento ai musulmani e ai cristiani - ha detto una volta raggiunto il sito - ma anche gli ebrei saliranno sul Monte del Tempio. E per chi esprime minacce ci sarà un pugno di ferro».

     

    ARIEL SHARON IN VISITA ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE ARIEL SHARON IN VISITA ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE

    Minacce e moniti non si sono fatti attendere, e sono piovuti da ogni angolo di mondo coinvolto, anche perché la scena ha subito riportato alla memoria l'analoga storica passeggiata di Ariel Sharon nel settembre 2000, allora leader dell'opposizione, ampiamente considerata come uno dei fattori scatenanti della Seconda Intifada.

     

    La Giordania, che dello Status Quo è garante anche se non riconosciuta in toto da Israele, ha convocato l'ambasciatore israeliano e ha condannato severamente quello che definisce un «assalto alla moschea di Al-Aqsa e la violazione della sua sacralità». Stessa parola - assalto - è stata usata dai palestinesi, dagli Emirati Arabi Uniti, dall'Arabia Saudita e dall'Egitto per definire il gesto di Ben Gvir.

    itamar ben gvir passeggia sulla spianata delle moschee itamar ben gvir passeggia sulla spianata delle moschee

     

    Per il premier Shtayyeh si tratta di «una sfida seria per i sentimenti di tutto il popolo palestinese». Netanyahu che nutre la speranza di progressi nella normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, avrebbe dovuto visitare a breve gli Emirati per il suo primo viaggio ufficiale che al momento, a quanto risulta ai media israeliani, è stato cancellato per motivi che appaiono slegati dai fatti di ieri.

     

    Anche Turchia, Bahrein e Qatar hanno condannato «l'atto provocatorio» del ministro israeliano. Il portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti Ned Price ha ribadito che gli Usa sostengono lo status quo dell'accordo sui luoghi sacri di Gerusalemme e che «ogni decisione unilaterale di cambiarlo è inaccettabile e rischia di esacerbare la tensione». Stesso tono e stesse preoccupazioni sono state manifestate da Francia e Regno Unito.

    itamar ben gvir itamar ben gvir

     

    In Israele, oltre all'opposizione, il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef ha criticato Ben Gvir per la visita, ricordandogli che «in qualità di ministro che rappresenta il governo di Israele, dovresti agire secondo le istruzioni del Rabbinato Capo, che da tempo vietano di visitare il Monte del Tempio».

     

    Ad Hamas, che aveva minacciato esplicitamente reazioni pesanti nel caso della visita di Ben Gvir nei panni di ministro israeliano alla Spianata, ha risposto il parlamentare Zvika Fogel di Otzmà Yehudit in un'intervista al sito Ynet in cui ha dichiarato, in caso di nuovi lanci di razzi da Gaza in territorio ebraico: «Se dipende da me, Gaza brucia». E ha affermato che, nonostante l'accordo di coalizione con il Likud per mantenere lo status quo nei luoghi sacri, la questione sarà sollevata dal partito.

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    Assordante il silenzio del premier Netanyahu sulla questione. Chi sosteneva che le posizioni della destra radicale al governo in Israele attenessero, fino a questo momento, all'ideologia da campagna elettorale ma non alle azioni che può permettersi chi impugna il timone di una nazione, oggi deve tirare una linea e andare a capo. «Questo è ciò che accade - twitta ancora Lapid - quando un primo ministro debole è costretto ad affidare all'uomo più irresponsabile del Medio Oriente, il luogo più esplosivo del Medio Oriente».

    ARIEL SHARON IN VISITA ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE ARIEL SHARON IN VISITA ALLA SPIANATA DELLE MOSCHEE

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