Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
GIORGIA MELONI
C’è una priorità che è ormai questione di sopravvivenza, per il governo di Giorgia Meloni: evitare che torni in vigore il vecchio Patto di stabilità. […] Una «gabbia » che annullerebbe i margini politici dell’esecutivo. Serve piuttosto un’intesa tra i Ventisette e con Bruxelles, in assenza della quale non sarebbero più gestibili le spese emergenziali dettate dalla crisi energetica e dall’economia di guerra.
Meloni fa i conti con il problema in questo scorcio di fine estate. E sa di doversi attivare presto sul fronte negoziale perché le ultime indiscrezioni non hanno certo rassicurato Palazzo Chigi. Come è noto, Berlino ha bocciato la proposta di riforma della Commissione europea. In assenza di un nuovo accordo […] sulle regole entro fine anno, Olaf Scholz e i leader nordici “frugali” premeranno per il ritorno in vigore dell’antico regime di austerità.
giancarlo giorgetti al meeting di rimini di Comunione e liberazione
Questa è la sensazione diplomatica che deprime Roma, dunque: i rigoristi non permetteranno alcun “congelamento” del Patto[…], in modo da garantire altri dodici mesi di tempo per trattare.
[…] Chiusa nella masseria Beneficio, Meloni si espone ufficialmente solo per concedere un’intervista personale a Chi . Nessun servizio fotografico dall’interno della location, […] ma solo una grande istantanea di repertorio dal tetto del suo ufficio della Camera. […[ Come ogni giorno, però, la realtà supera la quiete dei muretti a secco della struttura.
Davanti alla platea di Cl, Fitto non fa altro che fotografare quanto è ormai chiaro al vertice dell’esecutivo e del ministero dell’Economia. Esistono solo tre strade possibili sul Patto di Stabilità. La migliore – forse anche la più comoda – sarebbe […] congelare per un altro anno le regole, in modo da lasciare massimi margini di flessibilità di bilancio. Ma i governi di Germania e i rigoristi del Nord difficilmente accetteranno […] a pochissimi mesi dal voto delle Europee. […] così si spiega – letto in controluce – il grido di preoccupazione lanciato lunedì da Giorgetti.
RAFFAELE FITTO AL MEETING DI RIMINI
Da questa consapevolezza deriva la seconda opzione: il ritorno ai vincoli del vecchio Patto. Un incubo da evitare, perché sottrarrebbe ogni residuo margine politico ad un governo già in difficoltà per un Pil che non rispetta le attese e una manovra che si preannuncia magra. Resta la terza via di Meloni, l’unica possibile: stringere un accordo a Bruxelles, favorire un compromesso europeo.
A metà settembre è in agenda un’importante riunione dell’Ecofin. Già allora si capirà se esistono concreti margini per un nuovo patto. L’Italia lo cercherà, anche a costo di sacrificare una fetta di ambizioni che hanno accompagnato gli ultimi mesi di mediazione con Bruxelles.
PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO
Meloni ha infatti ribadito in più di un’occasione che alcuni nodi saranno sciolti soltanto all’interno di un pacchetto complessivo: il Pnrr, la questione dei potenziali 19 miliardi del Repower Eu, la scomoda (per la destra) ratifica del Mes. E, soprattutto, la flessibilità richiesta proprio sul nuovo Patto: la leader propone che gli investimenti su digitale e green vengano scorporati, ma la Germania frena con decisione.
Ecco, proprio la necessità di raggiungere un’intesa sulle regole di bilancio riduce il potere contrattuale di Roma sugli altri dossier. […]