GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
1 - DAL DEFICIT, AL DEBITO AI PIANI DI RIENTRO: COME FUNZIONANO I NUOVI PARAMETRI
Fr. Bas. per il “Corriere della Sera”
1 Che cos’è il Patto di Stabilità e crescita?
È l’insieme delle regole che garantiscono la disciplina di bilancio dei Paesi Ue per l’appartenenza all’Unione economica e monetaria. È stato siglato nel 1997 e poi sono stati aggiunti regolamenti nel corso degli anni. Il vecchio patto era un meccanismo molto complicato e dall’applicazione irrealistica. Per questo i Paesi Ue hanno deciso di riformarlo. Il patto è stato sospeso nel marzo 2020 a causa della pandemia. Tornerà in vigore da gennaio.
2 Cosa prevede la riforma?
giorgia meloni ursula von der leyen
Mantiene inalterati i parametri di Maastricht: il rapporto deficit/Pil non deve superare il 3% e il rapporto debito pubblico/Pil deve essere al di sotto del 60%. Ma scompare la regola che stabilisce che per la quota del rapporto debito/Pil in eccesso rispetto al livello del 60%, il tasso di riduzione debba essere pari ad 1/20 all’anno.
Sono invece previsti piani nazionali di bilancio-strutturali a medio termine definiti in base alla spesa primaria netta. Il piano dura 4 anni ma in caso di riforme e investimenti può essere esteso a 7 anni. Sarà tenuto in considerazione anche il Pnrr.
La Commissione fornisce una traiettoria tecnica che copre il periodo di aggiustamento. È rimasta la regola automatica, per i Paesi sopra il 3% di deficit, del rientro annuo dello 0,5% del Pil.
GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA
3 Su cosa si basa la traiettoria tecnica?
È basata sul rischio ed è specifica per ogni Paese e ancorata alla sostenibilità del debito. Dovrebbe garantire che, entro la fine del periodo di aggiustamento, il debito segua una traiettoria plausibilmente discendente o si mantenga a livelli prudenti, anche in scenari avversi. Sono previste delle salvaguardie quando un Paese è fuori dalla procedura per deficit eccessivo: parametri quantitativi comuni per la riduzione annua di debito e deficit.
4 Cos’è la salvaguardia sul debito?
giorgia meloni santiago abascal - atreju
I Paesi con un rapporto debito/Pil superiore al 90% (l’Italia) dovranno ridurre il debito di 1% all’anno, i Paesi sotto quella soglia dello 0,5% all’anno.
5 E quella sul deficit?
I Paesi Ue non potranno limitarsi a un rapporto deficit/Pil al 3%, ma dovranno garantire un cuscinetto per le situazioni di crisi e scendere all’1,5%. L’Italia ad esempio passa da un obiettivo di medio termine di avanzo primario dello 0,25% a un deficit strutturale dell’1,5%.
6 E gli investimenti?
Nel valutare la procedura per deficit eccessivo, la Commissione potrà nel 2025, 2026 e 2027 «al fine di non compromettere gli effetti positivi del Pnrr» adeguare il benchmark di riduzione dello 0,5% all’anno (quindi ridurlo), per tenere conto dell’aumento dei pagamenti di interessi e degli investimenti per la transizione verde e digitale e la difesa.
GIORGIA MELONI
7 Con che velocità gli Stati Ue devono convergere verso la salvaguardia del deficit?
Il miglioramento annuale del saldo primario strutturale per raggiungere il margine dell’1,5% è pari allo 0,4% del Pil in 4 anni, ridotto allo 0,25% del Pil in caso di proroga a 7 anni. È più graduale rispetto alle regole attuali. 8 Qual è lo scostamento ammesso dal conto di controllo? La massima deviazione consentita rispetto al percorso di spesa netta annua è dello 0,3% annuo e dello 0,6% cumulativo.
2 - FINE DELLE MANOVRE IN DEFICIT L'ITALIA HA 7 ANNI PER RISANARE
Luca Monticelli per “La Stampa”
1. Cosa prevede la riforma del Patto di Stabilità e Crescita?
giorgia meloni bacia santiago abascal atreju
Dopo due anni di negoziato, i ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno siglato un accordo che consente percorsi di riduzione del deficit e del debito della durata di 4 anni, estendibili a 7. Ci sono paletti uguali per tutti e automatici, ma anche una serie di clausole che consentono ai singoli Paesi margini di flessibilità che tengono conto delle riforme strutturali approvate, degli investimenti del Pnrr, delle spese militari e degli interessi sul costo del debito.
2. Quando entrerà in vigore?
Se tutte le tappe dell'iter di approvazione saranno rispettate, dalla prossima primavera.
3. Di quanto bisognerà ridurre il deficit?
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI
Quando il deficit supera il tetto del 3% l'aggiustamento annuo richiesto è dello 0,5% del Pil in termini strutturali. Per i Paesi che però hanno un debito superiore al 90% (come l'Italia) non basta rispettare la regola del 3%, l'obiettivo è portare il livello del disavanzo all'1,5% del Pil. Per centrare il target, la bozza stabilisce che lo sforzo annuo dovrà essere dello 0,4% in 4 anni, oppure dello 0,25% in 7 anni. Stiamo parlando di deficit al netto degli interessi sul debito.
QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 2
4. Si potranno scorporare le spese in alcuni settori?
Gli investimenti nella difesa saranno considerati "fattori rilevanti" nell'attivazione della procedura per deficit eccessivo.
5. Ci sono altri fattori attenuanti?
Gli Stati potranno sfruttare le riforme e gli investimenti del Pnrr per ottenere l'estensione dei piani da 4 a 7 anni.
6. Quali saranno gli obblighi sul debito?
I Paesi membri dovranno iniziare a tagliare il debito dopo aver conseguito gli impegni sul deficit. Quelli più indebitati (oltre il 90%) saranno chiamati a un aggiustamento dell'1% ogni anno. Chi invece ha un debito tra il 60 e il 90% del Pil dovrà ridurlo dello 0,5%.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN
7. È prevista una sorta di flessibilità per i Paesi in difficoltà?
Viene introdotta una clausola per tenere conto dell'incremento del costo degli interessi sul debito limitata al triennio 2025-2027. Questo dovrebbe limare il ritmo della correzione con l'intento di non bloccare gli investimenti più urgenti.
Sempre all'insegna della flessibilità è permesso lo sforamento dello 0,3% rispetto al piano di spesa concordato con la Commissione Ue.
8. La bozza di riforma contiene regole più morbide rispetto al vecchio Patto?
Le nuove regole assicurano una pianificazione di bilancio ampia, a medio termine, e soprattutto un aggiustamento fiscale che sembra garantire maggiore gradualità. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di norme «più realistiche» rispetto a quelle attuali.
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI - QUESTION TIME SENATO
9. Qual era la posizione negoziale del governo Meloni?
L'Italia aveva chiesto di scomputare dal calcolo del deficit gli investimenti nella transizione ecologica e digitale, ma su questi presupposti la Germania e gli altri "frugali" non hanno mai aperto veramente la trattativa. Però il ministro Giorgetti ha comunque ottenuto un percorso di risanamento in 7 anni, e il riconoscimento delle spese della difesa e del rialzo dei tassi come attenuanti.
IL RIGORE - VIGNETTA BY GIANNELLI
10. Quanto costerà all'Italia?
La correzione del deficit strutturale è già prevista dalla Nadef, quindi il governo non dovrà fare la tanto temuta manovra correttiva prima delle europee. Il problema si pone per la legge di Bilancio del 2025 perché l'Italia andrà sotto procedura di infrazione avendo un indebitamento oltre il 3%. È la fine delle manovre in deficit, ci vorranno coperture concrete: tagli alla spesa o nuove tasse. Il rischio è non riuscire a rinnovare lo sgravio sul cuneo fiscale che vale circa 15 miliardi.
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