olaf scholz e Christian Lindner
LINDNER, 'PER GERMANIA UN ACCORDO SUL PATTO È POSSIBILE'
(ANSA) - "La Germania arriva a Bruxelles con la consapevolezza che un accordo è possibile". Lo ha detto sulla riforma del Patto di stabilità il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner.
Francia e Germania hanno potuto già trovare un accordo "sul 90%", ha detto. "Ci sono ancora domande senza risposta: quel 10% dove non siamo ancora d'accordo tra di noi potrebbe essere decisivo, il mio amico Bruno Le Maire ha già spiegato che si tratta della questione della procedura per i disavanzi, originariamente c'era un accordo per non toccarla ed è per questo che dobbiamo vedere insieme come possiamo costruire su questo tema un ponte comune".
paolo gentiloni 5
GENTILONI, 'VEDO UN'INTESA SUL PATTO AL 51%'
(ANSA) - Con la riforma del Patto "abbiamo bisogno di stabilità e anche di garanzie per garantire che ci sia una riduzione del debito, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di spazio per gli investimenti e la crescita: questi due aspetti sono stati tenuti insieme nella proposta della Commissione e dovrebbero rimanere insieme anche nell'accordo".
Lo ha detto il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni arrivando alla riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Con le nuove regole "dovremmo evitare il rischio di complicazioni eccessive", ha segnalato. Quanto alle chance di intesa per domani mattina Gentiloni ha affermato di stimarle al "51%".
GIANCARLO GIORGETTI GIORGIA MELONI - QUESTION TIME SENATO
CALVINO, 'PUNTIAMO AD ACCORDO SU PATTO, NOTTE SARÀ LUNGA'
(ANSA) - "Spero che sarà un incontro fruttuoso" quello dei ministri dell'Economia Ue da questa sera per discutere della riforma del Patto di stabilità. "Abbiamo già avvertito i ministri che la notte sarà a lunga e il nostro obiettivo è che si raggiunga un accordo politico in questa riunione". Lo ha detto la vice premier spagnola Nadia Calvino, che ricopre la presidenza di turno dell'Ue, arrivando alla riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles.
giancarlo giorgetti bruno le maire
DOMBROVSKIS, 'SU RIFORMA DEL PATTO DIVERGENZE SUPERABILI'
(ANSA) - "Ci sono ancora delle differenze tra gli Stati membri sulle regole fiscali, ma se tutti gli Stati approcciano questo processo in maniera costruttiva penso che queste differenze siano superabili".
Lo ha detto sulla riforma del Patto di stabilità il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, arrivando alla riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles, che sarà seguito da una cena dei ministri delle Finanze europee per discutere ad oltranza della revisione della governance economica.
nadia calvino giancarlo giorgetti
DIPLOMATICO UE,'VETO ITALIA A PATTO? TUTTI VOGLIONO ACCORDO'
(ANSA) - "Tutti stanno venendo a questo meeting con una attitudine positiva e costruttiva e l'Italia non è un'eccezione. Tutti vogliono trovare un accordo. Se troviamo un accordo in cui tutti siano rappresentati" questo "darebbe un segno che sia un accordo bilanciato".
Lo ha detto un diplomatico Ue in vista delle trattative sulla revisione del Patto di stabilità europeo al via questa sera dopo l'Eurogruppo. Al diplomatico è stato chiesto in particolare se l'Italia abbia minacciato di porre il veto sulla riforma senza modifiche alle ipotesi attuali. Sull'accordo "ci siamo vicini, per questo vogliamo provarci", ha detto il diplomatico.
BRUNO LE MAIRE
LE MAIRE, 'SU PATTO INTESA AL 90%, INVESTIMENTI LINEA ROSSA'
(ANSA) - "La Francia ha compiuto tutti i passi necessari nei confronti della Germania per raggiungere un compromesso, siamo d'accordo al 90%". Lo ha detto sulla riforma del Patto di stabilità il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire in un briefing con la stampa prima dell'avvio delle trattative a Bruxelles, segnalando di non volere regole che possano impedire la possibilità di fare investimenti rischiando di frenare la crescita:"questo principio è una linea rossa assoluta", ha detto. Il ministro si è anche detto contrario alle ipotesi sul tavolo riguardo al'entità di rientro del deficit in caso di una procedura per deficit eccessivo
GIORGIA MELONI E OLAF SCHOLZ
PATTO IN BILICO I NODI DA SCIOGLIERE
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Le soglie di salvaguardia per il taglio del deficit e del debito. I margini massimi di deviazione annuale. I fattori attenuanti (o aggravanti) per determinare l'apertura di una procedura e il tetto massimo alle multe. E ancora: il trattamento speciale per gli investimenti del Pnrr e la richiesta di scorporare gli interessi sul debito dallo "sforzo" di bilancio.
MELONI MACRON
Sono sette i nodi da sciogliere nella complicata trattativa sulla riforma del Patto di Stabilità secondo quanto emerge da un documento della presidenza spagnola che "La Stampa" ha visionato. Sette lunghi passi che separano i 27 ministri delle Finanze dell'Unione europea da un accordo al momento ancora in bilico.
L'appuntamento è alle 19, al termine di un Eurogruppo durante il quale il ministro Giancarlo Giorgetti sarà chiamato per l'ennesima volta a dare spiegazioni sulla mancata ratifica della riforma del Mes. La presidenza di turno spagnola vorrebbe formalizzare l'accordo al più tardi durante l'Ecofin di domani. Ma non sarà semplice.
Nadia Calviño Santamaría
I negoziati potrebbero protrarsi nella notte e non è detto che basterà. Un ulteriore slittamento non è da escludere […]. In ogni caso, l'eventuale intesa andrà poi negoziata con il Parlamento europeo e la legislatura termina ad aprile. Il tempo, insomma, stringe.
Le distanze sono ancora molto ampie e ai due estremi opposti del tavolo ci sono il governo italiano e quello tedesco. Berlino è alle prese con i guai interni per far quadrare i conti dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Ma questo non ha ammorbidito la sua posizione: anzi, se possibile l'ha irrigidita.
[…] La riforma parte dalla proposta della Commissione che prevede una traiettoria di bilancio per ogni singolo Paese, basata sulla sostenibilità del debito, che porterà alla presentazione di piani di aggiustamento quadriennali (prorogabili a sette in cambio di riforme e investimenti).
Saranno definiti sulla base del parametro della spesa netta, ma Berlino ha chiesto (e ottenuto) di garantire una riduzione del debito annua che dovrà essere almeno dell'1% per i Paesi con debito superiore al 90% e dello 0,5% per gli altri. Si discute su quando far scattare questa salvaguardia: Francia e Italia puntano a guadagnare tempo.
VALDIS DOMBROVSKIS ALLA TSINGHUA UNIVERSITY DI PECHINO
Per quanto riguarda il deficit, invece, in caso di sforamento del 3% bisognerà assicurare una riduzione del saldo di bilancio strutturale dello 0,5% annuo. Ma non basterà riportarlo sotto il 3%: bisognerà poi scendere fino all'1,5% del Pil. Il che comporterà una riduzione del saldo strutturale dello 0,3-0,4% l'anno per quattro anni (0,2-0,25% in caso di piani settennali). Su questo sembra esserci convergenza, ma il braccio di ferro riguarda il calcolo del saldo di bilancio strutturale.
L'Italia, sostenuta dalla Spagna, vuole che ci si limiti a quello primario, vale a dire al netto degli interessi sul debito. Diversamente sarebbero necessarie correzioni più pesanti. Germania, Austria e Paesi Bassi si oppongono.
Non ci sarà un vero e proprio scorporo degli investimenti del Pnrr, ma verranno «tenuti in considerazione» per chiedere l'estensione dei piani di rientro da 4 a 7 anni. L'Italia chiede stabilire un automatismo in questo senso, ma ci sono molte resistenze.
PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO
[…] Niente scorporo nemmeno per gli investimenti nella Difesa, anche se verranno considerati tra i fattori attenuanti per evitare l'apertura di una procedura. Al contrario, l'alto livello del debito sarà un fattore «aggravante».
Una brutta tegola per l'Italia. Il percorso di aggiustamento pluriennale sarà oggetto di un costante monitoraggio da parte della Commissione e saranno tollerate deviazioni minime: tra lo 0,25% e lo 0,5% l'anno (da definire), diversamente verrà redatto un rapporto, e i frugali vogliono che l'apertura scatti in automatico. […]
giorgia meloni giancarlo giorgetti
2. PATTO DI STABILITÀ, SI TRATTA E LA GERMANIA È NEL MIRINO
Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”
«Non si può dire sì a una riforma del Patto di stabilità che poi non si può rispettare». Giorgia Meloni gioca la carta del pragmatismo per costruire «una sintesi efficace ma ragionevole» alla vigilia del nuovo, complicato, round negoziale sulla revisione delle regole Ue sui conti pubblici […].
[…] Di fronte alla raffica di strette che irrigidiscono la proposta della Commissione quanto a taglio di debito e deficit, l'Italia, spalleggiata da Francia e mediterranei, insiste per un occhio di riguardo per gli investimenti: «Un'Europa seria dovrebbe tenere in considerazione nella nuova governance economica le strategie che si è data», ha detto Meloni a Rtl102.5, riferendosi ai fondi del Pnrr e per la transizione verde e digitale.
il ministro tedesco christian lindner nasconde orologio 2
Impegni che potrebbero vedersi riconosciuto un certo peso nell'ok all'estensione dei piani di spesa e risanamento dei conti da quattro a sette anni. Complice l'asse con Parigi e l'Est Europa, sulla spesa per la difesa si è registrato un consenso ampio: la si considererà come fattore rilevante per escludere una procedura Ue per debito o deficit eccessivo.
Nonostante le aperture, un accordo entro domani è tutt'altro che scontato e anzi si potrebbe rinviare la partita al summit dei leader, la prossima settimana.
La presidenza spagnola […] vuole chiudere in fretta, ma tra i governi rimangono molte differenze. […] Nodi irrisolti e valori numerici in sospeso sono in una bozza degli sherpa di Madrid che animerà la discussione alla cena di lavoro dei ministri che anticipa l'Ecofin.
«Abbiamo tutta la notte per trovare la quadra», la battuta che circola. E se dovesse servire qualche giorno in più, si potrebbe andare ai supplementari. L'esecutivo di Berlino scommette sul «50% di possibilità» che si arrivi alla fumata bianca. Ma, avvertono fonti tedesche (pensiero condiviso da altri frugali), questa «non potrà aver luogo ad ogni costo».
paolo gentiloni 4
E l'Italia? Antonio Tajani spiega: «La proposta attuale è migliore del vecchio patto ma ancora non basta. No a condizioni che mettono in difficoltà la nostra economia». Per l'Italia, il sì al Patto vuol dire anche sbloccare la ratifica della riforma del Mes: e oggi Giorgetti sarà invitato a un «aggiornamento» sul via libera parlamentare.
I toni Ue, però, non suonano più perentori come un tempo, e il non detto è che se occorrerà ancora una manciata di mesi, l'Europa sarebbe paziente. Un inedito ospite chiamato a fornire «chiarimenti» sulla situazione dei conti del suo Paese è, invece, il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner: i partner Ue sono preoccupati dalle conseguenze per l'Eurozona del buco di bilancio di oltre 60 miliardi di euro creato un mese fa dalla bocciatura di alcune manovre nel budget federale da parte della Corte costituzionale. Una crisi che rischia di irrigidire ulteriormente la Germania sul Patto.
VALDIS DOMBROVSKIS - PAOLO GENTILONI giorgia meloni olaf scholz 3