Andrea Galli per il “Corriere della Sera”
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Il loro sfascio, il nostro sfascio. Per conoscerci meglio bisogna andare all'estero. Tipo a Lloret de Mar. Nel 1975 un operatore turistico milanese sponsorizzava questo antico villaggio di pescatori: «La Costa Brava è il proseguimento della Costa Azzurra: scogliere a picco e arenili sabbiosi». Ad agosto una settimana tutto compreso costava 98 mila lire. Oggi costa molto meno. Quasi niente. Lloret de Mar, 75 chilometri da Barcellona, i palazzi della speculazione edilizia in fila sul mare e le pubblicità delle discoteche in formato gigante, è un discount. Appunto dello sfascio.
I posti letto? In cantina
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Spacciatori multilingue offrono pallini di cocaina - droga presunta, le truffe sono pratica costante - anche a cinque euro. Nordafricani, gli spacciatori sono ragazzi come i clienti. Del resto qui a trent' anni uno lo battezzano già vecchio, figurarsi oltre: tolti i poliziotti e i netturbini, i «vecchi» sono o predatori o investigatori privati o rappresentanti dell'umanità d'ogni nazione in cerca di un lavoro stagionale. In nero. Lavapiatti, addette alle pulizie. Romeni, albanesi, ucraine.
Dopodiché l'apertura di plurimi uffici di plurime agenzie di sicurezza, incaricate dai genitori di sorvegliare i figli previo solido acconto, potrebbe apparire un errore in una cittadina di nemmeno 40 mila abitanti. Non fosse che da giugno Lloret de Mar moltiplica per X le presenze. Se gli alberghi son pieni, li sostituisce il mercato immobiliare. Ci danno notizia di affitti di cantine e posti-letto in terrazza (su sdraio o stesi sul pavimento). Ma poi, posti-letto: si vive di notte. Infatti le creme solari non sono oggetto d'acquisto.
Video (forse) intimi
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In pausa a rollarsi una sigaretta, un farmacista dice che i prodotti più venduti sono i profilattici ultra-sensibili. Siccome i presenti o futuri fidanzati si vergognano, a comprarli sono le ragazze, principali clienti pure dei numerosi sexy-shop dove scelgono oggetti che diversificano il piacere.
Stando sul tema del sesso ci sono gare in spiaggia: vince la lei che permette a lui di superare numericamente gli avversari; si filmano video, nei patti vincolati a diffusioni interne sui cellulari. Di tutto questo le ragazze non parlano. Parlano però - ne incontriamo della provincia di Varese, Parma, Brescia, Padova - di una crescente abitudine nelle discoteche, disposte in sequenza come i benzinai in Canton Ticino: «Maschi sconosciuti ci avvicinano e dicono "Ti pago cinquanta euro, andiamo?"».
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Lasciando ai sociologi ogni interpretazione, bisogna registrare come questi nostri giovani mostrino una propensione a raccontarsi. A farsi ascoltare. «Devo mandare di continuo la localizzazione alla mamma sennò va in sbatti. Il problema è che me la chiede anche papà, sono separati e non comunicano. L'altro giorno ha chiamato il tipo di mamma. Aspetto una telefonata dall'ultima tizia di papà. Mio padre... Si allena di boxe, ha cominciato a depilare il petto. A sessant' anni...».
Spremuta e vodka
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La «Platja de Lloret de Mar» è la spiaggia più frequentata, punto di ritrovo, partenza, ritorno; spiaggia basica, nulla di paragonabile alle calette che - dieci minuti a piedi - regalano bagni in un'acqua pulita dalle gelide correnti, esplorazioni di snorkelling, una natura selvaggia. Non fosse che il comandamento è quello di non spostarsi dal centro per avere garantito l'immediato accesso alle discoteche. Ovvero luoghi dai nomi inglesi, onerosi sistemi di luci e audio, dee-jay di fama; sono luoghi, le discoteche, avviluppati in una faida di promozioni fra ingressi gratuiti per le ragazze, schiuma-party, serate a tema «Playboy», drink paghi uno consumi due o tre.
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Questo all'interno dei locali. Fuori, se mai avevamo visto una gestione della cosiddetta «movida» come a Lloret de Mar - la polizia che governa la piazza sul modello dei tifosi allo stadio -, ecco, i veri santi restano in ogni modo i netturbini.
Ovunque ragazze e ragazzi (con selfie) fan pipì e vomitano l'anima. Il farmacista di prima dice che anziché medicinali per regolarizzare i disordini corporali, questi se la sbrigano da soli. Cioè i liceali metodi di curare la sbronza bevendoci sopra al risveglio. Spremute con un tocco di vodka, anzi vodka con un tocco di spremuta, e caffè con abbondanti punte di liquore che innescano da capo il cortocircuito.
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Nel mentre, tornando ai netturbini, essi avanzano con fare zen dovendo difendersi da insulti, ubriachi che saltano loro addosso volendosi mettere al volante, si catapultano contro il mezzo rischiando l'investimento, duellano a chi centra il medesimo autista a sputi. Ora, pur risultando un'operazione pietosa intervistare persone deliranti, dobbiamo capire. E capiamo che «qui possiamo sfasciarci. Ti fanno fare tutto. La gente non è come in Italia, che si stanca e chiama i carabinieri. La gente è tollerante.
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Se uno si ingegna, e becca in anticipo il volo low-cost al minimo, se salta i pranzi, con cento euro ti fai un bel po' di giorni di vacanza». In Italia, in Grecia, in Portogallo: ne esistono altri, di posti così, questa non è una missione premeditata contro Lloret de Mar. Eppure Lloret de Mar per noi è un luogo maledetto. Due nomi: Federica Squarise, che nel 2008 aveva 23 anni; Niccolò Ciatti, che nel 2017 aveva 21 anni.
Le ville dei narcos Federica fu uccisa da un barista uruguayano, Victor Diaz Silvia alias «El gordo», il grasso.
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Niccolò fu assassinato dal picchiatore ceceno Rassoul Bissoultanov, di recente scappato, in un iter della giustizia spagnolo lassista, offensivo, vergognoso, evitandosi la galera. Sull'omicidio di Ciatti, all'epoca Roberto Saviano aveva scritto che «la realtà è più complessa di quanto raccontato... La Costa Brava è controllata dalle organizzazioni mafiose dell'Est, in particolar modo russe».
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In Spagna la legislazione e di conseguenza le azioni anti-mafia sono primitive. La stessa Costa Brava, fin dai tempi dei Di Lauro, è un territorio popolato e spolpato anche dalla camorra. Un avamposto per i traffici di droga nel triangolo Sudamerica-Nordafrica-Europa. Una geografia di nascondigli di latitanti in ville con piscine, statue pacchiane, postazioni play-station. L'area di Barcellona è una Gomorra, ripetono in articoli e libri i giornalisti.
Ogni tipologia di reato ha una sua narrazione. Dato del ministero dell'Interno: «Nel 2022 i furti in casa a Lloret de Mar sono cresciuti del 115%». In divenire le statistiche sull'incubo contemporaneo: le «pinchazos». Una «droga dello stupro» somministrata con una rapida puntura durante i balli in discoteca. Si precipita in uno stato di semi-incoscienza. Difese? «Cerchiamo di star vicine. Però si legge che adesso pungono anche all'aperto». Sicché una domanda viene, una domanda beninteso da vecchi: ma davvero, con tutte le alternative sul pianeta, perché proprio Lloret de Mar?
«Barra libre
ST TROP CLUB A LLORET DE MAR
In Spagna un'espressione azzera gli interrogativi. «Barra libre». Letteralmente: open bar, bere gratis. In senso ampio significa zero freni, massima libertà, niente norme pertanto niente denunce. Una preventiva accettazione dello stato dei fatti - e dei rischi - per dominare da forestieri, se volete da invasori, una cittadina dove, qualora le condizioni lo permettano, gli abitanti d'estate spariscono. A Lloret de Mar le regole d'ingaggio sono pacifiche. La si sceglie apposta come approdo vacanziero.
Aspettando in spiaggia l'alba - senza chitarre da vecchi, falò da vecchi, bagni nudi al buio da vecchi -, la lercia distesa sabbiosa pare la sala d'attesa d'un pronto soccorso. Svenimenti, dolori alla schiena e lividi in seguito a cadute delle quali non si ha ricordo, lancinanti mal di testa, ovviamente piogge di vomito. Camicie di lino, minuscoli tatuaggi, raffinati sandali, beveroni energetici in borracce griffate. Rari gli spinelli, come le sigarette mollate per quelle elettroniche. Uno attacca a spiegare come funziona il cuore, avendo il test d'ammissione a Medicina, ed è un piacere ascoltarlo. Parecchi gli italiani, e poi francesi, scandinavi.
SBALLO ALCOLICO
A un netturbino africano cinque ragazzi danno del «negro di m...» e lui alza il dito medio. A un rivoluzionario che sfreccia correndo in divisa da runner danno del «drogato»: uno si lancia all'inseguimento annunciando che cercherà di agguantare il corridore per tirargli giù i pantaloni; applausi ma più che altro sbadigli dalla platea, intenta a tratteggiare con una pietra un gigantesco fallo sulla battigia, lamentando l'assenza di un drone che garantirebbe magnifiche fotografie dell'opera.
SBALLO ETILICO
Ne segue navigazione su Amazon con l'idea di farsi consegnare il drone nel tugurio affittato. O preso in sub-affitto. O perfino in sub-sub-affitto. Chi se ne frega, non fa differenza a Lloret de Mar. Barra libre siempre. Suona un cellulare, i Rolling Stones cantano. «Dio, è mia madre che pretenderà una videochiamata alle quattro di notte». «E che ti costa, rispondile, falla contenta». «Ciao ma', dimmi».
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