Matteo Aglio per "la Stampa"
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Forse è valsa la pena aspettare tanto, due anni di fatica e poche soddisfazioni, poi altri 6 mesi di occasioni sprecate, con la rabbia che cresce e le domande che si aggrovigliano nella testa. Sfortuna, problemi, errori ora sono tutti dimenticati, spariti nel momento in cui Pecco Bagnaia ha visto per primo la bandiera a scacchi sul rettilineo di Aragon e ha pensato: «È finita».
O forse è iniziata, perché la prima vittoria in MotoGp per un pilota non è un punto di arrivo ma di partenza. Quella di ieri, poi, ha avuto un gusto speciale, «Molto dolce», perché è arrivata battendo Marc Marquez dopo avere avuto il suo fiato sul collo per 23 giri, interminabili. «A ogni passaggio sul traguardo vedevo la tabella di segnalazione con la scritta Marc + 0, era sempre lì - praticamente la sua ombra -. Sapevo che sarebbe stato più facile difendermi che attaccare, così mi sono dato un solo obiettivo, non permettergli di fare nemmeno una curva davanti a me».
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Negli ultimi 3 giri lo spagnolo gli ha messo le ruote davanti per 7 volte, altrettante il ducatista gli ha risposto. L'ultimo tentativo quando mancavano 4 curve al traguardo, ma il colpo non andava a segno e per Bagnaia arrivava l'ora di festeggiare.
Ne aveva bisogno lui, ne avevano bisogno i tifosi italiani, spiazzati dall'anno sabbatico di Dovizioso (che tornerà però nel team Petronas fra pochi giorni a Misano) e alle prese con l'elaborazione del lutto per il ritiro a fine stagione di Valentino. «Vi lascerò Pecco e Morbidelli, due dei piloti più forti sullo schieramento» ha individuato i suoi eredi il Dottore (che ha concluso la gara al penultimo posto).
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Nei loro successi c'è anche il suo zampino perché sono due prodotti Doc della sua Academy, «Ma il merito è loro, il destino nelle loro mani». Però sabato Rossi aveva profetizzato la vittoria del suo pupillo, senza sbagliare. «Non mi aveva mai detto prima che avrei vinto, mi ha reso nervoso - ha sorriso Bagnaia -. Poi mi sono calmato pensando al buon lavoro fatto e di avere la velocità per stare con Marc». Tra il dire e il fare c'è stata tutta una gara, in cui le telecamere non hanno potuto staccarsi neanche un momento dalla coppia italo-spagnola, lasciando tutti gli altri al mero ruolo di comparse. «Non puoi immaginarti come sarà una vittoria, ma questa è la mia migliore - ha certificato il piemontese -. Avevo sprecato troppe occasioni in questa stagione e ogni volta la mia rabbia aumentava. Arrivavo a casa e leggevo i commenti sui social network, gli insulti, non è stato semplice gestire la situazione».
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«Pecco è entrato in un club esclusivo, quello dei piloti che hanno battuto Marc» ha detto il suo capotecnico, Christian Gabarrini, che fu al fianco di Marquez nel 2013, l'anno del suo primo titolo in MotoGp. Ora però bisogna ottenere una tessera ancora più preziosa, che appartiene solo chi è campione del mondo nella classe regina. Con Quartararo 8° alle prese con problemi di gomme ora i punti da recuperare sono 53 in 5 Gp. «Prima che al campionato pensiamo a stare davanti a Fabio. Tra pochi giorni saremo a Misano, sarebbe bello ripetersi» il piano di Bagnaia.
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