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    IL TESTIMONE DELLA MORTE  – DA 34 ANNI, MICHAEL GRACZYK VIVE IN TEXAS E RACCONTA LE ESECUZIONI DEI DETENUTI PER L’ASSOCIATED PRESS – NELLA SUA CARRIERA HA VISTO PIÙ DI 400 PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE E OGNI STORIA GLI HA LASCIATO IL SEGNO – “RICORDO IL PRANZO DEL PRIMO UOMO CHE HO VISTO UCCIDERE CON L’INIEZIONE LETALE E ANCORA OGGI, OGNI VOLTA CHE SENTO “SILENT NIGHT” LA NOTTE DI NATALE, PENSO A…”


     
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    Da 34 anni, Michael Graczyk vive in Texas e si guadagna da vivere guardando le persone morire. Giornalista ormai in pensione dell’Associated Press, era specializzato nel raccontare gli ultimi attimi di vita di un condannato a morte: da quando iniziò, nel marzo del 1984, si stima che abbia assistito a più di 400 esecuzioni. E' lui l’uomo che ha visto morire più detenuti nel braccio della morte di chiunque altro nel Paese.

     

    «Capisco che ci sia una certa curiosità intorno all’argomento - ha raccontato in un’intervista al Washington Post prima di andare in pensione - Io, dal canto mio, ricordo chiaramente molte delle esecuzioni a cui ho assistito.

     

    pena di morte pena di morte

    La prima volta è stata 34 anni fa, quando James David "Cowboy" Autry, 29 anni, venne ucciso con un’iniezione letale dopo essere stato condannato per l'omicidio della madre di cinque figli Shirley Drouet».

     

    Nel suo articolo Graczyk raccontò l'ultimo pasto del condannato (hamburger, patatine e bevande analcoliche) e di come volesse che la sua esecuzione fosse trasmessa in tv. «Ricordo ancora una sua amica che piangeva per quei suoi begli occhi marroni»

     

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    Ma anche molte altre morti sono rimaste impresse nella memoria del giornalista - inclusa quella del duplice omicida Jonathan Nobles, che si mise a cantare Silent Night nei suoi ultimi secondi di vita.

     

    «Mi viene in mente ogni Natale quando sono in chiesa e la canzone viene cantata - ha detto Graczyk - Le persone festeggiano il Natale e io penso a Jonathan Nobles».

     

    Graczyk ha raccontato al Washington Post che l'interesse pubblico per le condanne a morte è diminuito negli ultimi anni, ma ha sottolineato l’importanza della presenza dei giornalisti alle esecuzioni: «È importante che qualcuno che non sia coinvolto sia presente. Se decidi di togliere la vita a qualcuno, allora bisogna assicurarsi che sia fatto secondo la legge».

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    Graczyk è in pensione, ma ha intenzione di continuare a lavorare come freelance per l’Ap. Il 12 settembre Ruben Gutierrez verrà ucciso per l'omicidio di una donna di 85 anni e lui ci sarà: «Certo che sarò presente, racconterò quello che succede come faccio da anni».

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