Marco Bresolin per "la Stampa"
valdis dombrovskis paolo gentiloni
Il governo italiano ha incrementato oltre il dovuto la spesa corrente, per questo ora la Commissione europea invita Roma a «prendere le necessarie misure» per limitarla. Nonostante la sospensione del Patto di Stabilità, l'attenzione di Bruxelles sui conti pubblici italiani resta altissima.
E infatti ieri il via libera (scontato) alla manovra è stato accompagnato da un appunto per sottolineare che l'Italia non ha rispettato la raccomandazione adottata a giugno dal Consiglio Ue. Si tratta di un richiamo formale, anche se Paolo Gentiloni è subito intervenuto per gettare acqua sul fuoco.
MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO
«Non stiamo chiedendo correzioni - ha precisato il commissario all'Economia - stiamo solo sollevando l'attenzione sul punto. Ma non stiamo respingendo la manovra». Nel documento adottato ieri la formulazione è piuttosto ambigua perché dice che la Commissione «invita l'Italia a prendere le misure necessarie per limitare l'aumento della spesa all'interno del processo di bilancio».
paolo gentiloni valdis dombrovskis
Che potrebbe voler dire durante l'iter di approvazione parlamentare, ossia da qui alla fine dell'anno, oppure nel corso del 2022. Gentiloni, interpellato, ha spiegato che spetterà al governo italiano decidere «quando e come» intervenire per tagliare la spesa. E ha lasciato intendere che l'orizzonte temporale potrebbe essere piuttosto lungo: «mesi» o addirittura «anni».
christine lagarde con mario draghi
In ogni caso, vista la sospensione del Patto di Stabilità, la correzione necessaria non è quantificata. Né ci saranno conseguenze in caso di inadempienza. In sostanza l'invito di Bruxelles potrebbe benissimo cadere nel vuoto. C'è però un dato di fatto: l'analisi dei tecnici della direzione generale Ecfin dimostra che il nostro Paese è quello in cui la spesa per le misure legate al Covid avrà un impatto più alto, addirittura superiore al 4% del Pil nel 2022 (sommando le misure temporanee di emergenza, quelle per sostenere la ripresa finanziate con il bilancio nazionale e quelle finanziate con i fondi Ue e con il Recovery).
GENTILONI DOMBROVSKIS
Nessun altro Paese raggiungerà un livello simile. Si avvicinano la Lettonia e l'Austria (per entrambe l'impatto sarà superiore al 3%), ma si tratta di due Paesi che hanno conti pubblici decisamente migliori di quelli di Roma.
Per questo Valdis Dombrovskis ha spiegato che la Commissione intende «mettere in guardia» l'Italia «rispetto alla rapida crescita della spesa corrente». Ha chiesto «prudenza» perché «non si può dare per scontato l'attuale contesto di tassi bassi». Detto diversamente: oggi il costo del debito è contenuto grazie al fatto che gli interessi sono inferiori rispetto a qualche anno fa, ma la situazione potrebbe cambiare e dunque è imperativo portare al più presto il debito su un percorso di riduzione.
20 anni di euro draghi moscovici dombrovskis
Ci sono inoltre altri rischi da considerare: la Commissione ha evocato un possibile cortocircuito legato a un eventuale aumento delle insolvenze aziendali che finirebbe per impattare sul debito, «data la quota considerevole di prestiti pubblici garantiti».
Gentiloni si è però soffermato sulla necessità di «trovare un equilibrio tra prudenza e sostegno alla crescita perché non bisogna dimenticare che solo attraverso la crescita riusciremo a ridurre il debito in modo significativo».
L'Italia resta però in una situazione particolare perché è uno dei tre Paesi (insieme con Cipro e Grecia) che presenta «squilibri macroeconomici eccessivi» e che dunque sarà nuovamente oggetto di un esame approfondito.
MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO
Anche il rapporto pubblicato ieri sul mercato del lavoro disegna un quadro preoccupante per il nostro Paese. «È finita la luna di miele tra l'Ue e Mario Draghi, come si chiedeva ieri il "Financial Times"»? Difficile trovare qualcuno a Bruxelles pronto a dare una risposta affermativa. Anzi. Come fa notare una fonte Ue «il richiamo della Commissione sul contenimento della spesa potrebbe persino fare gioco al governo, che in questo momento deve tenere a bada l'assalto alla diligenza dei partiti sulla manovra».