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    PENSO, DUNQUE SONNO - MELANIA RIZZOLI: ECCO PERCHE’ IL RIPOSO E’ UNA FUNZIONE ESSENZIALE PER L’ORGANISMO – IL SONNO RINGIOVANISCE, DECONGESTIONA IL CERVELLO E CONSOLIDA LA MEMORIA – LE PATOLOGIE DA INSONNIA…


     
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    Melania Rizzoli per “Libero Quotidiano”

     

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    Senza dormire si muore, perché un adeguato sonno è imperativo per il sostentamento della vita, che non potrebbe in nessun modo proseguire privata del riposo notturno, e perché non esiste un tessuto dell' organismo o un processo cerebrale che non sia migliorato dal sonno, o che non venga pregiudicato dalla sua carenza fino a morirne.

     

    Dormire è dunque indispensabile per vivere, per alleggerire e decongestionare l' encefalo, ed essenziale per consolidare la memoria. Quando siamo stanchi dopo ore insonni infatti, tendiamo a dimenticare le cose, anche importanti, siamo irritati ed abbiamo difficoltà di concentrazione, mentre dopo una notte ristoratrice tutte le nostre performance sono migliori. E queste non sono affermazioni scontate o banali, ma scientifiche, ed ecco perché.

     

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    Quando ci addormentiamo avviene una temporanea sospensione dello stato di coscienza che crea una barriera percettiva tra il mondo cosciente e il mondo esterno, provocando una ridotta reattività, un distacco dalla volontà, con una interruzione parziale dell' attività relazionale e dei rapporti senso-motori con l' ambiente, in pratica uno stato di riposo fisico e psichico, durante il quale l' organismo recupera energia. Il sonno è definito lo stato contrapposto alla veglia, si instaura autonomamente e periodicamente, ed è un processo fisiologico che coinvolge l' interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale e autonomo, durante il quale però avvengono complesse attività a livello cerebrale, che non possono essere definite un vero e proprio riposo, poiché alcune parti del cervello, in alcune fasi del sonno, hanno una vitalità 5-10 volte maggiore rispetto allo stato di veglia.

     

    Mentre dormiamo avviene un distaccamento temporaneo della mente dal corpo, indispensabile per il corretto funzionamento di entrambe, ma è uno stato prontamente reversibile, perché il soggetto può risvegliarsi dopo uno stimolo fisico, uditivo, doloroso o psicologico, cosa che non avviene per esempio nel coma o durante l' anestesia, che sono entrambi due condizioni di alterazioni della coscienza o di sonno profondo, ma uno patologico e l' altro indotto farmacologicamente dai quali non ci si può risvegliare dopo somministrazione di un semplice stimolo.

    pierferdy sonnolento foto di ferdy mezzelani gmt49 pierferdy sonnolento foto di ferdy mezzelani gmt49

     

    Il sonno ha diverse fasi, tra cui quella onirica, ovvero quella in cui appaiono i sogni, chiamata fase Rem (Rapid eyes moviments) riconoscibile dai rapidi movimento degli occhi sotto le palpebre abbassate, che indicano che il soggetto in quel momento sta sognando, e questa fase è caratteristica per la paralisi temporanea dei muscoli, che evitano al corpo in riposo di muoversi per mimare i sogni.

     

    PRIVO DI COSCIENZA

    Il cervello durante il sogno consuma ossigeno e glucosio come se il soggetto fosse sveglio e stesse svolgendo un' attività intellettuale, pur essendo privo di coscienza, ma se ci si sveglia in questa fase si è perfettamente orientati, a meno che non ci si trovi in ipoglicemia. Circa due ore del nostro sonno, ogni notte, è occupata dai sogni, una attività ineliminabile per l' essere umano, che è una finestra fra biologia e psicologia tuttora misteriosa, ma indispensabile per lo sviluppo cerebrale delle sinapsi,

    una funzione che il sogno sembra avere e mantenere intatta anche nell' adulto senile.

     

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    Durante il sonno inoltre, si attiva una funzione fondamentale del cervello, quella di dimenticare, perché le informazioni acquisite durante lo stato di veglia vengono valutate, immagazzinate e consolidate nella memoria, mentre vengono eliminate quelle poco usate o difficilmente integrabili con i circuiti neuronali presenti, le quali vengono gettate via in una discarica encefalica, dimenticate come inutili residui diurni e disattivati dai circuiti mnemonici, facendo spazio per l' apprendimento di nuove memorie il giorno seguente. Durante il sonno infatti, resta attiva tutta la sostanza bianca cerebrale, da dove nascono gli aspetti emozionali dei sogni, mentre è disattivata la corteccia cerebrale con la sua materia grigia, soprattutto quella prefrontale responsabile della difficoltà nel ricordare i sogni nello stato di veglia.

     

    Comunque ogni uomo sogna più volte durante la notte, anche se non ne ha memoria al risveglio, ed i sogni iniziano in età neonatale, occupando il 50% del sonno del neonato, nonostante egli non abbia esperienza e ricordi, e per questo definiti "sogni primitivi" utili ad immagazzinare dati e informazioni, che continuano anche durante l' adolescenza, vista la loro importante funzione integrativa della memoria, per poi diminuire nell' età adulta fino ad occupare circa il 25% del tempo del riposo notturno. Se i neonati dormono circa 16/18 ore al giorno, questo tempo si riduce gradualmente con gli anni, e continua a decrescere fino all' età senile nella quale si dorme circa 6/7ore per notte, con una qualità del sonno molto diversa qualitativamente, ovvero più frammentata, meno profonda e quindi più suscettibile ai disturbi ambientali.

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    PATOLOGIE DA INSONNIA

    La privazione del sonno comporta molte conseguenze negative, perché il debito di black-out cerebrale provoca molte patologie legate all' insonnia, che coinvolgono molti organi, principalmente il cuore e il cervello. Il riposo notturno infatti serve a drenare le sostanze tossiche accumulate, come la proteina beta-amiloide che si accumula con l' invecchiamento ed è connessa alla demenza di Alzheimer, serve a produrre vari ormoni, tra i quali quelli della sazietà come la leptina; e chi non dorme a sufficienza tende ad ingrassare ed andare incontro a malattie metaboliche e cardiovascolari, visto che un sonno inadeguato fa aumentare glicemia e la pressione arteriosa. Inoltre, per chi deve fare i conti con il dolore cronico, il sonno aiuta a ridurne la percezione e a rispondere meglio alle terapie antalgiche.

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    Insomma una sana dormita ringiovanisce e migliora la salute in tutti i suoi componenti, ed ha una azione protettiva su molte patologie, al punto che i pazienti che soffrono di attacchi epilettici, per esempio, non hanno mai crisi comiziali durante il riposo notturno, perché il cervello seleziona gli stimoli, e spegne nel sonno quelli che hanno bisogno di una attenzione cosciente, di uno stato di allerta essenziale alla sopravvivenza.

     

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    Nell' addormentamento inoltre, i neuroni non si spengono tutti insieme, ma uno ad uno, cadendo in uno stato di torpore, fenomeno chiamato "microsleep", e mai tutti contemporaneamente, e 5-10minuti prima di addormentarsi intere aree del cervello deputate alla memoria chiudono gli occhi prima di noi; ecco perché spesso non si ricorda l' ultima pagina del libro letta e lasciata la sera prima sul comodino.

     

    Il sonno non toglie quindi ore alla vita, non è mai una perdita di tempo come sostiene qualcuno, non è un semplice ed inutile momento di inattività, quanto piuttosto una fase fondamentale e vitale del nostro organismo, che va tutelata, protetta e incoraggiata, perché funzione essenziale per il funzionamento del cervello e le sue capacità cognitive, che non possono avere luogo durante la veglia.

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