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    1. NON C’ERA BISOGNO DI CONFERME, MA LA MATTANZA DI BAVIERA (6-1 AL PORTO) DOVREBBE METTERE IN GINOCCHIO ANCHE L’ULTIMO DEI DUBBIOSI: PEP GUARDIOLA È DI ALMENO UNA SPANNA IL PIÙ GRANDE ALLENATORE DEL PIANETA. IL MAGO DEGLI ANNI DUEMILA


     
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    muller muller

    Giancarlo Dotto per Dagospia

     

    guardiola pantalone strappato 2 guardiola pantalone strappato 2

    Non c’era bisogno di conferme, ma la mattanza di Baviera dovrebbe mettere in ginocchio anche l’ultimo dei dubbiosi: Pep Guardiola è di almeno una spanna il più grande allenatore del pianeta. Il mago degli anni duemila. Uno e bino. Un illusionista con il dono dell’ubiquità.

     

    Capace di stravincere contemporaneamente, alla stessa ora, con due squadre diverse e due giochi diversi, Bayern e Barcellona, portandole in carrozza alla semifinale di Champions che si annuncia come la più spettacolare di sempre (stasera si aggiungeranno Real Madrid e, probabile, Juventus, altri due nomi totemici del calcio mondiale).

    lewandowski lewandowski

     

    A Monaco lo spettacolo di Muller e compagni, una banda spietata e armoniosa che ha mozzato il respiro. A noi guardoni a casa e ai poveracci del Porto in campo. Per tutto il primo tempo non sono riusciti a fare due passaggi di seguito. Azzannati ogni volta dall’hybris tedesca, che strappava palla e ripartiva straripando fluida in più direzioni.

    guardiola pantaloni strappati guardiola pantaloni strappati

     

    A Barcellona stesso allenatore (il sembiante in panca cambia, Luis Enrique ha la scucchia dei Totò, ma l’imprinting del gioco palla a terra resta quello di Guardiola, reso ancora più micidiale da due come Neymar e Suarez), stesso spettacolo e stesso risultato. Di là portoghesi stuprati dal vertiginoso, di qua parigini schiantati dall’ipnotico, gli uni e gli altri mai in partita neppure per un secondo.  

     

    guardiola guardiola

    Serviti e rispediti al mittente quelli che dicevano: “I trionfi seriali del Barcellona? Con Messi in campo ci metto anche mia nonna”. Nel Bayern non c’è alcun Messi e, a parte Robben (nemmeno in campo ieri), nessun fuoriclasse vero. Solo tanti buoni giocatori.

     

    Guardiola li ha messi insieme e ha costruito un sistema di gioco, pressing alto, feroce, pochissimi tocchi, undici pezzi, incluso il portiere, Neuer, che si muovono insieme, completamente diverso da quello avvolgente e sincopato del Barcellona. Questo Bayern è il suo capolavoro. 

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