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    PER CHI PUBBLICA LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE PRIMA DEL PROCESSO POTREBBERO ESSERE PREVISTI DAI 2 AI 5 ANNI DI RECLUSIONE - LA NORMA, GIÀ RIBATTEZZATA "ANTI TRAVAGLIO", È STATA PRESENTATA ALLA VIGILIA DI NATALE DA FORZA ITALIA – I CASI DI INTERCETTAZIONI, ANCHE NON RILEVANTI, FINITE SUI GIORNALI PRIMA DEL PROCESSO SONO TANTI - IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CARLO NORDIO HA BOLLATO CERTE PUBBLICAZIONI COME “UNA PORCHERIA” 


     
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    Paolo Ferrari per “Libero quotidiano”

     

    CARLO NORDIO CARLO NORDIO

    Da due a cinque annidi reclusione per chi pubblica le intercettazioni telefoniche prima del processo. La norma, già ribattezzata da qualcuno "anti Travaglio", è stata presentata alla vigilia di Natale da Annarita Patriarca e Tommaso Antonio Calderone, deputati di Forza Italia e componenti della Commissione giustizia a Montecitorio. Attualmente per chi pubblica o diffonde atti di indagine, anche a stralcio, è prevista una sanzione amministrativa di poche decine di euro.

     

    «Purtroppo, da anni si assiste allo scempio di sbattere il mostro in prima pagina con tutte le attività di indagine, intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori o sommarie informazioni testimoniali pubblicate su tutti i giornali. E sebbene tutto questo incida gravemente sui diritti costituzionali del cittadino», affermano i due deputati forzisti. Che proseguono: «Adesso si potrà avere finalmente una svolta significativa: vogliamo introdurre una fattispecie tipica di reato, punibile da due a cinque anni e quindi, una volta approvata la norma, nessuno potrà più pubblicare con leggerezza atti di indagine fino all'udienza preliminare, cosi come prescritto».

    marco travaglio marco travaglio

     

    «Il mostro non andrà più sbattuto in prima pagina a fronte di una semplice contravvenzione», aggiungono Patriarca e Calderone, puntualizzando che «le notizie e il diritto di cronaca e la libertà di stampa devono essere sempre garantiti e, allo stesso tempo, deve essere garantita anche la riservatezza del cittadino indagato, che fino a oggi non è stata tenuta in giusto conto».

     

    I casi di intercettazioni, anche non rilevanti, finite sui giornali prima del processo sono tantissimi. «Una porcheria», per usare le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Come dimenticare, ad esempio, quanto accaduto a Federica Guidi, ex ministro dello Sviluppo economico del governo Renzi, mai indagata, parlando con il compagno Gianluca Gemelli, in un momento di sconforto disse: «Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano... mi tratti come una sguattera del Guatemala». Una frase che diventerà virale e costringerà Guidi alle dimissioni.

     

    GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO

    Il "voyeurismo intercettivo" colpisce, infatti, quasi sempre chi è estraneo alle indagini. Recentemente stessa sorte è toccata con le intercettazioni nei confronti di Luca Palamara che hanno terremotato l'organo di autogoverno della magistratura costringendo alle dimissioni sei consiglieri del Csm, nessuno indagato.

     

    Ed infine ci sono le intercettazioni inventate di sana pianta. Una di queste, che fece il giro del mondo, riguardò l'allora premier Silvio Berlusconi ed i suoi apprezzamenti poco lusinghieri perla cancelliera tedesca Angela Merkel, definita una "culona inchiavabile". Tale frase, come si scoprì solo a distanza di anni, in realtà non era presente in nessuna delle intercettazioni depositate nei processi che hanno riguardato il Cav. Nel frattempo, però, era diventata di pubblico dominio compromettendo i rapporti fra la Germania e l'Italia.

    CARLO NORDIO CARLO NORDIO CARLO NORDIO STRINGE LA MANO A GIORGIA MELONI DOPO IL GIURAMENTO CARLO NORDIO STRINGE LA MANO A GIORGIA MELONI DOPO IL GIURAMENTO carlo nordio al quirinale carlo nordio al quirinale CARLO NORDIO IN VERSIONE CHURCHILL CARLO NORDIO IN VERSIONE CHURCHILL

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