Daniela De Crescenzo per https://www.ilmattino.it
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Per dodici campani su cento la mafia non esiste, è solo un'invenzione di scrittori e registi. In compenso la percezione della diffusione della corruzione in Campania risulta molto più ampia rispetto al campione nazionale (92,7 per cento a fronte dal 73,4 per cento). E' uno dei più sconcertanti risultati del rapporto sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione di Liberaidee presentato nella sede dell’ordine dei giornalisti dal referente di Libera Campania, Fabio Giuliani e dal coordinatore della ricerca Mariano Di Palma.
LA CORRUZIONE
In Campania sono stati raccolti 616 questionari, pari al 6 per cento del campione nazionale (10.343 questionari su tutto il territorio italiano e più della metà degli intervistati ritiene che la corruzione sia molto presente nel territorio regionale, mentre uno su tre la ritiene abbastanza diffusa.
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«Alla radice della prospettiva disincantata sull’ampiezza del fenomeno si collocano spesso esperienze personali: quasi quattro rispondenti campani su dieci ha incontrato in prima persona o tramite conoscenti richieste indebite di tangenti o altri favori», è scritto nel rapporto. E La conoscenza diretta è più diffusa nella fascia d'età compresa tra i 18 e 40 anni. E non solo.
Scrivono i ricercatori: «Un marcato smarrimento (o una comprensibile preoccupazione) nel valutare la propria capacità di identificare la natura illecita o irregolare delle altrui richieste affiora anche dalla percentuale non bassa – pari al 18,2 % – di intervistati che “non sanno” se hanno ricevuto o meno simili richieste».
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E’ la sfera politica il principale bersaglio selettivo della sfiducia: il coinvolgimento nella corruzione viene considerato significativo nei confronti di membri del governo e del Parlamento (42,9%) e dei partiti(43,0%). A seguire quindi i funzionari pubblici – coloro che assegnano gli appalti e, più in generale, gli amministratori locali – e poi gli imprenditori.
Il coinvolgimento della sfera politica, in particolare dei membri dei partiti, è posto in evidenza soprattutto dai giovani e giovanissimi. Il rilievo attribuito alla corruzione nella sfera economica e in ambito amministrativo tende invece a crescere all’aumentare dell’età. Ma molti non denunciano per timore e sfiducia nel sistema. Non ci si rivolge ai magistrati per paura delle conseguenze (64,3 per cento) o perché si ritiene la corruzione un fatto normale ( ben il 37,8 per cento).
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«Colpisce che le azioni ritenute più efficaci da intraprendere per combattere la corruzione si risolvano in atti individuali – sostengono i ricercatori - denunciare (41,3 per cento), rifiutarsi di pagare (22,7 per cento), partecipare a manifestazioni di protesta (22,4 per cento).
Il dato che vede solo un 17 per cento dichiarare che per contrastare la corruzione sia utile votare i politici oneste è un segnale di sfiducia verso le istituzioni molto preoccupante. Da sottolineare che ben il 9 per cento del campione abbia detto che le persone comuni non possono fare niente di significativo contro la corruzione».
LE MAFIE
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La maggioranza degli intervistati ritengono le mafie un fenomeno globale (59,4 per cento), ma al contempo indicano il fenomeno, a differenza degli abitanti del nord Italia, come un tipicamente meridionale. Si ha quindi la percezione di un problema globale, ma che comunque è radicato nel Mezzogiorno. Ma in Campania il 12,2 % considera la mafia solo letteratura, mentre a livello nazionale dà la stessa risposta il 7,8 per cento.
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Eppure rispetto al campione nazionale, quello campano si distingue per un’affermazione molto netta della mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso (61,5per cento). Molto ridotta invece la percentuale di coloro che considerano marginale il ruolo della mafia nel luogo di residenza, tra questi, vi sono soprattutto i rispondenti giovanissimi (meno di 18 anni) - rispetto al dato nazionale -20,2% - i quali tendono inoltre in misura superiore alla media a minimizzare la pericolosità sociale dei gruppi mafiosi. Non solo: in Campania – più che in altre zone del Paese – mafie e criminalità sono percepite come un’unica cosa.