Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per "La Stampa"
mario parente
«Ci saranno molte manifestazioni, ovvio. Il G7 rappresenta una vetrina internazionale. E sappiamo che vi sono alcune tematiche che spesso sono affrontate non solo da chi va spontaneamente in piazza a protestare, ma anche da certi circuiti dell'anarco-insurrezionalismo».
Così parla Mario Parente, il direttore dell'Aisi, l'agenzia dei nostri servizi segreti che si occupa della sicurezza interna. Con estrema circospezione e prudenza perché il G7 di quest'anno è l'incubo non dichiarato dei nostri apparati.
I Servizi sanno che i prossimi mesi saranno molto caldi. Non soltanto le piazze sono ribollenti per i classici temi politici interni, per l'incrudelirsi della guerra in Medio Oriente, o per le elezioni. Temi che polarizzeranno ancor di più la società italiana. Ma tutti gli indici segnalano una crisi socio-economica in crescita, che morde sempre più, e senza il paracadute del reddito di cittadinanza. Perciò chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico e della sicurezza si prepara agli straordinari.
MARIO PARENTE AISI
Non è un caso se ieri, al Viminale, è stato discretamente istituito un Tavolo permanente tra polizie e servizi segreti dedicato solo alla preparazione e alla gestione del G7. Ricordiamolo: per un anno, l'Italia ha la presidenza di questi incontri tra le maggiori economie del pianeta.
Ci sono in agenda moltissimi appuntamenti sparsi per il Paese. E così come accadde a Genova nel 2001 (per uno scherzo del destino, con la destra di nuovo al governo), si teme che l'alto tasso simbolico degli eventi faccia da detonatore a proteste che potrebbero anche degenerare.
scontri con la polizia alla manifestazione pro palestina milano 5
Le proteste pro-Palestina (e anche quelle pacifiste e anti-Nato collegate all'Ucraina) segnano un grande ritorno dell'antimilitarismo e dell'antimperialismo più radicali, ma il direttore Parente è moderatamente tranquillo che la situazione non inneschi fenomeni terroristici. Ragiona ad alta voce: «Quello che si sta muovendo (riferendosi ai conflitti israelo-palestinese e russo-ucraino, ndr) avrà ripercussioni interne. C'è un mondo che cerca visibilità. Noi però non ravvisiamo escalation. […]».
MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA A ROMA
Ora, inutile dire che da settimane si lavora già alacremente a preparare gli incontri del G7 nella massima sicurezza. Il sistema di intelligence ha preso i contatti con gli omologhi stranieri. Così come accade a livello di polizia. Nulla si può sottovalutare nel "range" dei rischi, dal grande attentato degli islamisti a quello piccolo degli anarco-insurrezionalisti di casa nostra. Il pericolo può venire dall'esterno come anche dall'interno.
scontri alla manifestazione per il rdc a napoli 9
E poi c'è la variabile dei contestatori violenti in trasferta: nessuno dimentica i black-bloc che vengono da Grecia, Spagna, Francia o Germania. Così come ci sono alleanze di polizia, ci sono anche altre alleanze tra antagonisti. Un esempio sono state le proteste trans-nazionali per il caso Cospito, qualche mese fa.
Qualcosa si legge nella Relazione dei servizi segreti appena pubblicata: «Si sono registrate numerose attivazioni contro svariati obiettivi, stimolate nel corso dell'anno da "chiamate alla lotta" diffuse online in diverse lingue dai più agguerriti network dell'insurrezionalismo anarchico globale». Presi singolarmente, sono tutti appuntamenti abbastanza gestibili. Ma nell'insieme richiederanno grandi risorse in tempi ravvicinati e il personale non è poi così tanto.
BANDIERE PALESTINESI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL PATRIARCATO A ROMA
La preoccupazione maggiore però viene dal rischio di saldature tra proteste diverse. Un pericoloso brodo di coltura può essere la fine del reddito di cittadinanza. «Non ci si può dimenticare – dice un addetto ai lavori – che durante il Covid una protesta molto settoriale dei ristoratori fu infiltrata e strumentalizzata da professionisti del disordine». […]
manifestazione pro palestina nel giorno della memoria a milano