Da https://privacychronicles.substack.com/
agenzia entrate
Dopo aver parlato della follia e del pericolo di dare all’Agenzia delle Entrate la capacità di trattare dati sanitari, per scovare e punire i “novax”, oggi parliamo dei suoi nuovi super-poteri “anti-evasione”, che da qualche mese interessano anche l’attività del Garante Privacy.
Rischio fiscale, tutti colpevoli fino a prova contraria
Di recente il Garante Privacy ha dato un parere in merito allo schema di decreto proposto dal MEF per dare attuazione alla legge di Bilancio 20201. Lo schema prevede le misure per attivare un nuovo potere dell’Agenzia delle Entrate: l’analisi dei dati per valutare il “rischio fiscale”.
ernesto maria ruffini foto di bacco (5)
La legge definisce rischio fiscale come il “rischio di comportamenti attuati in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”. Non confondiamo il rischio, che è la possibilità astratta che possa verificarsi un evento, con la certezza di commissione di un illecito. Qui di certo non c’è nulla.
L’analisi sarà fatta grazie all’intreccio di diversi dati, come i dati relativi ai rapporti finanziari, cioè i movimenti sui conti corrente, ai dati su depositi e prelievi, oltre che alle banche dati della Guardia di Finanza. Al centro ci sarà il codice fiscale delle persone, che sarà usato come punto fermo a cui collegare tutte le altre informazioni. Lo scopo è in buona sostanza usare milioni di dati per valutare il comportamento delle persone e valutare il rischio fiscale.
evasione fiscale 1
Nella pratica saranno usati due dataset diversi: uno di analisi, che comprenderà dati nella disponibilità dell’Agenzia, e uno di controllo, che invece riguarderà i dati caratterizzati da rischio fiscale. I dati di analisi saranno cancellati ogni 8 anni, mentre quelli di controllo ogni 10.
Superando la coltre di tecnicismi, la valutazione del rischio fiscale non è nient’altro che una valutazione sistematica e globale di azioni, comportamenti e dati (anche probabilistici), sulla quale si fonderanno decisioni, anche automatizzate, che avranno effetti giuridici molto rilevanti su milioni di persone. In una parola: profilazione.
È un sistema che per sua natura capovolge il principio di presunzione d’innocenza: siamo tutti sospetti e quindi potenzialmente soggetti a sorveglianza e profilazione, fino a prova contraria.
evasione fiscale
Il nuovo potere di profilazione conferma un trend iniziato con la fatturazione elettronica, e si va a sommare ai poteri informativi già incredibili di cui gode l’Agenzia da qualche anno. Le fatture elettroniche, che non sono altro che un file XML pieno zeppo di dati. Un tesoro informativo che dà all’Agenzia delle Entrate il potere di conoscere ogni singolo aspetto della nostra vita. Basta pensare che ogni anno in Italia vengono emesse più di 2 miliardi di fatture per i motivi più disparati: divertimento, questioni di salute, lavoro, educazione, e servizi di ogni tipo.
Recentemente il Garante ha definito così il trattamento di dati legato alla fatturazione elettronica:
“La memorizzazione integrale dei file XML, corredati dei relativi allegati […] comporta comunque la concentrazione presso l’Agenzia delle entrate di miliardi di fatture elettroniche contenenti dati, anche appartenenti a categorie particolari o relativi a condanne penali e reati, riferiti a ogni aspetto della vita quotidiana, abitudini e scelte di consumo delle persone fisiche. […] determinano un’ingerenza, sistematica e preventiva, nella sfera privata più intima delle persone fisiche, non proporzionata all’obiettivo di interesse pubblico.”
Non è la prima volta che il Garante si espone sul tema. Già nel 2020 aveva dato un parere negativo sullo schema attuativo per la conservazione dei dati della fatturazione elettronica proposto dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, paragonandolo a un sistema di sorveglianza di massa degli italiani:
agenzia delle entrate
“[…] Configura un sistema di controllo irragionevolmente pervasivo della vita privata di tutti i contribuenti, senza peraltro migliorare il doveroso contrasto dell’evasione fiscale.“
La limitazione dei nostri diritti
Non ci sono solo la profilazione e la sorveglianza di massa a preoccuparmi, ma anche un secondo aspetto relativo ai nostri diritti. Lo schema in esame prevede infatti ampie limitazioni dei diritti su dati previsti dalla normativa europea. Quei diritti cioè che permettono alle persone di controllare i loro dati e, quindi la loro vita.
La prima limitazione è relativa al diritto di accesso ai dati, che prevede il potere di conoscere se è in corso o meno un trattamento di dati e di ottenere informazioni significative. Ecco, questo non sarà possibile. Lo schema propone infatti di escludere il diritto di accesso, almeno fino a dopo aver ricevuto l’invito a regolarizzare la propria posizione fiscale. Solo quando l’Agenzia delle Entrate avrà deciso che siamo colpevoli, avremo allora diritto di chiedere l’accesso ai dati.
agenzia entrate firenze
Il motivo della limitazione del diritto di accesso è chiaro: il legislatore vuole proteggere a tutti i costi la segretezza delle attività di sorveglianza dell’Agenzia, come se fosse a tutti gli effetti un organo di intelligence o di polizia. L’Agenzia ha il diritto di metterci sotto sorveglianza, ma noi non abbiamo il diritto di saperlo - se non a giochi fatti. Il culmine dello stato di diritto.
Lo schema attuativo limita anche altri diritti, come la possibilità di richiedere la limitazione del trattamento, il diritto di opposizione e il diritto di cancellazione. Una volta entrati nel sistema è impossibile uscirne.
evasione fiscale 2
Questi diritti sono uno strumento fondamentale per proteggere attivamente la nostra vita contro possibili abusi, errori e conseguenze giuridiche derivanti da profilazione e processi decisionali automatizzati. La limitazione ex lege ci lascia alla mercé del potere, pressoché illimitato, dell’Agenzia delle Entrate. Anche il Garante Privacy la pensa allo stesso modo, affermando nel parere sullo schema che la limitazione “rischia di ostacolare più in generale il diritto di difesa del cittadino, protraendo anche condotte illecite”.
ernesto maria ruffini foto di bacco (1)
Come posso, ad esempio accertarmi che i dati su di me siano corretti e aggiornati, e nel caso in cui non lo siano, correggere l’azione dell’Agenzia delle Entrate, se non ho neanche il diritto di sapere che c’è un trattamento di dati che mi riguarda?
Queste limitazioni assurde spostano tutto il carico di responsabilità sul contribuente, che si troverà in condizione di doversi difendere da una decisione presa dall’Agenzia delle Entrate sulla base di dati e processi decisionali non conoscibili da nessuno.
FATTURAZIONE ELETTRONICA
Un Leviatano inarrestabile
L’Agenzia delle Entrate somiglia sempre più a un’agenzia di intelligence, con mandato di sorvegliare, profilare e sanzionare sistematicamente e in massa la popolazione italiana.
Il contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio sono ormai assi piglia tutto che servono a giustificare ingerenze sempre più pervasive nella vita delle persone, senza alcuna proporzionalità.
AGENZIA ENTRATE
La stessa fatturazione elettronica, spacciata come un processo di “trasformazione digitale” è in realtà semplicemente uno schema di sorveglianza di massa. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini2, non ne fa mistero:
"La fatturazione elettronica non ha dato gli effetti sperati non perché non sia la via giusta ma perché abbiamo un armadio pieno di dati che non siamo in grado di utilizzare perché non siamo autorizzati a farlo per la privacy".
evasione fiscale 3
[…] La partita è impari dal lato del Fisco. Le partite Iva sono 6 milioni e noi siamo 32 mila servitori dello Stato. Immaginare di poter accertare sistematicamente 4 o 5 milioni di partite Iva attive è difficile. [...] ai privati cediamo i nostri diritti alla privacy e poi ci difendiamo dallo Stato che siamo noi stessi".
Quindi lo scopo dela fatturazione elettronica, come ammesso dal Direttore, era accumulare dati e usarli contro i contribuenti. E che significa “accertamento sistematico” se non sorveglianza di massa?
evasione fiscale 2
E poi il caro Ruffini paragona lo Stato con le aziende private. Ma le aziende private trattano dati in modo non violento e squisitamente consensuale3 per vendere i loro prodotti. Le aziende private o le banche non mi mandano le guardie armate se i loro algoritmi determinano un qualche profilo di rischio nei miei confronti. Al massimo, sceglieranno di non fare affari con me.
AGENZIA ENTRATE 1
Lo Stato invece è un’altra bestia. Ci sorveglia in modo violento e pervasivo, senza alcuna possibilità di difesa, come se fossimo criminali. Ci costringe a renderci trasparenti di fronte ai suoi organi inquisitori e punisce i cittadini innocenti che cercano di difendersi dalla sorveglianza, come nel caso in cui qualcuno usi “troppi” contanti. E quelle poche difese legali che abbiamo, come il diritto di accesso, ci vengono ora tolte per decreto. Il tutto viene condito da una narrativa pubblica che trasforma in criminale chiunque non voglia sottoporsi a questo regime di sorveglianza. Non c’è una terza strada: chi non è assolutamente trasparente ha qualcosa da nascondere, e quindi deve essere discriminato.
ernesto maria ruffini ricorda giovanni bartoloni foto di bacco (1)
Lo Stato non siamo noi. Lo Stato è un collettivo di burocrati il cui unico scopo è assicurare la propria sopravvivenza a discapito di chi, nonostante tutto, cerca di vivere e produrre, per il proprio bene e quello degli altri. Lo Stato è un regime che colpevolizza e criminalizza pubblicamente chiunque ribadisca la propria dignità umana e il diritto a non subire ingerenze arbitrarie nella propria vita.
Come scriveva Ayn Rand in Atlas Shrugged: "There's no way to rule innocent men. The only power any government has is the power to crack down on criminals. Well, when there aren't enough criminals one makes them4”. E l’Agenzia delle Entrate è qui per questo.
FATTURAZIONE ELETTRONICA AGENZIA ENTRATE