Giovanna Vitale per www.repubblica.it
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
È appassita nell'arco di 48 ore la rosa coltivata a Palazzo Chigi per individuare, dopo svariati incidenti di percorso, il nuovo commissario alla sanità calabrese. Una partita che il premier Giuseppe Conte puntava a chiudere "in pochi giorni", o almeno così aveva promesso agli amministratori locali saliti giovedì scorso a Roma per reclamare più attenzione: la soluzione di un rebus che gaffe e passi falsi hanno via via trasformato in un pantano.
narciso mostarda.
In grado di scoraggiare i manager più attrezzati e di precipitare il governo nel solito gioco di veti incrociati e tiri al piccione. Che ora però l'avvocato intende spezzare: già oggi pomeriggio, "abbiamo un Cdm e dobbiamo chiudere", ha promesso alla Gruber in tv.
Dei tre nomi su cui, per tutto il weekend, il presidente del Consiglio ha ragionato, arrivando a contattarli di persona, ne sarebbe rimasto al momento soltanto uno: Narciso Mostarda, direttore della Asl Roma6, gradito al Pd e a Leu. Gli altri due si sarebbero invece sfilati.
cotticelli
Domenica ha declinato Federico Maurizio D'Andrea, manager calabrese trapiantato a Milano, due lauree, ex investigatore della Guardia di Finanza ai tempi di Mani pulite, già presidente di Sogei e di numerosi organismi di vigilanza in società importanti come Metropolitane Milanesi, Banco Bpm, Fondazione Fiera, A2A: dalla sua, oltre alla competenza, aveva il merito di aver messo d'accordo tutti. Sia il centrosinistra, sia il M5S.
FEDERICO MAURIZIO D'ANDREA
Lui però, di fronte a un impegno lungo due anni, con la possibilità di arrivare a tre, si è tirato indietro: al massimo sarebbe potuto rimanere 6-8 mesi, il tempo di impostare il lavoro. Giudicato però insufficiente dal premier.
Da qui la decisione di spingere sull'ex prefetto Francesco Paolo Tronca, amico personale del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, con cui ha avuto una interlocuzione strettissima. Anche lui poco propenso a garantire una permanenza biennale in Calabria, prima ha detto "ci penso". Poi, ieri, avrebbe risposto "meglio di no". Sebbene in tanti, nel governo, siano persuasi che si possa ancora riuscire a convincerlo.
"La verità è che neanche Gesù Cristo accetterebbe un incarico del genere", ha confidato un ministro all'Adnkronos, confermando l'immobilismo sulla nomina dell'uomo chiamato a risanare i conti della disastrata sanità calabrese. "Si sta valutando un nuovo commissario, ma anche una squadra che lo supporti, perché avere dei dirigenti locali che possano aiutarlo è importante", prende tempo Sileri, certificando lo stallo.
francesco paolo tronca
Che il ministro Francesco Boccia prova a sdrammatizzare: "Il commissario ad acta arriverà ma non facciamone una figura mitologica". A quello ci pensa già il governo: alle prese con la ricerca di un manager disposto ad accettare la poltrona che scotta. Intorno alla quale - dopo Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio, i tre commissari "bruciati" in due settimane - s'è innescato un valzer di nomi che nemmeno al gran ballo di Capodanno. Alcuni dei quali hanno ballato poche ore, giusto il tempo di un giro.
PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE ZUCCATELLI
Come Pellegrino Mancini, direttore del centro regionale trapianti, invocato (a sua insaputa) da Salvini e fortemente sponsorizzato dal governatore facente funzione Nino Spirlì, che però il centrosinistra non gradisce. Oppure Francesco Bevere, direttore generale del dipartimento Salute della Calabria, poco amato dal ministro Roberto Speranza. Un gigantesco gioco dell'oca che, fra veti e rifiuti, riparte ogni volta dal via.
PIERPAOLO SILERI GIUSEPPE CONTE narciso mostarda giuseppe zuccatelli il video di giuseppe zuccatelli nel profilo delle femin 3 narciso mostarda 1