Andrea Galli per il “Corriere della Sera”
SERGIO DOMENICHINI
Dunque il presunto killer di Carmela Fabozzi è proprio lui: quel «sessantenne» del quale, prima con i carabinieri il giorno stesso dell'omicidio, il 22 luglio, e l'indomani con il Corriere, aveva parlato una vicina di casa. Si chiama Sergio Domenichini, di anni esatti ne ha 66; un balordo dai vari precedenti per furti e truffe. Con la colpevole cecità, forse fisiologica, di un'associazione per la terza età frequentata dall'anziana, Domenichini si era riciclato volontario. Una copertura per scegliere nuove vittime e colpirle. Consegnava pasti e accompagnava in macchina gli anziani negli ospedali.
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La signora Carmela, uccisa all'interno del suo trilocale, al secondo e ultimo piano di una corte popolare di Malnate, paese confinante con Varese, lo aveva fatto entrare oppure quello si era intrufolato di nascosto. Forse sorpreso a rovistare nei cassetti, l'aveva colpita più volte al capo. Con accanimento, anche quand'era agonizzante sul pavimento.
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Si pensa che Domenichini abbia agito con un vaso di fiori, su cui gli esperti del Ris hanno isolato impronte dello schedato killer. Un killer che si è lasciato dietro una lunga catena di errori, pur convinto di non venire mai rintracciato: la sera stessa del 22 luglio (a mezzogiorno l'assassinio, alle 19 la scoperta del cadavere da parte del figlio dell'anziana), era andato in ferie a Lignano Sabbiadoro, per tornare mercoledì scorso. Di ieri pomeriggio l'arresto: Domenichini è apparso assai stupito della visita dei carabinieri del Comando provinciale di Varese, che con pazienza e metodo l'hanno «collocato» sulla scena del crimine. L'uomo s' è trincerato nel silenzio, si vedrà il comportamento nell'interrogatorio. Ma come detto il quadro accusatorio risulta solido.
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Del resto ci sono la sovrapposizione tra la fotografia del suo volto e il ricordo della vicina; due telefonate alla vittima alle 11.47 e alle 11.59 di quel 22 luglio, un venerdì; la sosta, a bordo della macchina, nelle vicinanze della corte; lo spostamento verso un autolavaggio alle 12.48 per una insistita pulizia dell'abitacolo nonostante avesse noleggiato la vettura poche ore prima; una successiva e anomala ricomparsa nel centro storico di Malnate, filmato da telecamere di videosorveglianza, per passeggiare curiosando; la conferma da parte degli altri volontari di una datata conoscenza tra Domenichini, residente in provincia, e la signora Carmela, vedova e pensionata dopo una vita a faticare in Svizzera; e ancora ci sono ulteriori tracce della presenza del killer nel trilocale, nonché il tentativo di costruirsi un alibi: nel percorrere il cortile per allontanarsi, aveva chiesto a dei residenti se sapessero dove fosse l'anziana.
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Voleva far intendere che la stava andando a visitare, ma non avendola trovata aveva desistito. Non sembra esser stato un delitto premeditato, anche se la Procura non esclude che Domenichini stesse mettendo in atto un tentativo per estorcere denaro. L'ennesimo raggiro di un'esistenza da randagio. Nell'hotel di Lignano Sabbiadoro, finito il pernottamento, era fuggito di nascosto senza pagare.
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