DAGONOTA

Gossip

 

Che dire? Pensavamo d’invecchiare precocemente insieme a questo disgraziato sito ma, almeno a dare ascolto alla scienza, insieme agli affezionati lettori rischiamo di sopravvivere pure a Dagospia. La notizia (gustosa) arriva dall’Inghilterra. Nel suo ultimo numero in edicola ne dà conto il glossy magazine “Tatler” oggi edito da Condé Nast Publications. Un periodico fondato nel 1709 da Richard Steele  e lungo i secoli trasformatosi un po’ nella bibbia del gossip (alto), del fashon&life style.

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A dare ascolto al professor Rubi Dunbar, che insegna scienza dell’evoluzionismo all’università di Oxford, il “gossip mantiene giovani ed è un ottimo tonificante grazie al suo effetto “pipe-cleanerish” sulle nostre arterie. Dunque, il pettegolezzo sarebbe un formidabile anti age per chi lo pratica nella vita.

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Il professor Durbar, che ha condotto la ricerca, assicura inoltre che il gossip “può aiutare a vivere più a lungo”.

“Anch’io senza dubbio sono un piccolo quidnunc (chiacchierone)”, ha confessato il professor Dunbar che cinguetta gorgogliante nel suo ateneo “perché – ha aggiunto – il pettegolezzo ci aiuta a mantenere la nostra rete sociale. Che, a sua volta, ci conserva felici”.

gossip in ufficio

 

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A dargli manforte nella sua tesi è la collega psicologa, Jeniffer Cole, che tiene cattedra alla Manchester University: “La gente che non fa gossip non ci piace e crea in noi qualche sospetto”. Per dirla con il professor Durbar invecchierebbe male.

 

“Finalmente gli scienziati hanno dimostrato quanto qui a Tatler abbiamo sempre saputo”, può affermare orgoglioso nel sottotitolo dell’articolo, il giornalista Quentin Letts, columist del “Dayly Mail”. E a pensarla così (alla leggera) c’èra già un’ampia letteratura, magari non basata sulla base scientifica del professor Durbar.

 

“Se il romanzo e il pettegolezzo sono cose durate per tutto questo tempo è perché, alla fine, soddisfano qualcosa che è dentro di noi, qualcosa di primario. Credo che alle persone piacerà sempre leggere (conoscere) i fatti degli altri. Ne saranno sempre affascinati”, ha osservato recentemente anche lo scrittore inglese, Ian McEwan.

Adesso sappiamo che questo desiderio “primario” allunga – facendo i debiti scongiuri - anche la vita.

 

 

 

 

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