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    PER METTERE ALLE STRETTE PUTIN, L’OCCIDENTE PROVA A COLPIRE LA RUSSIA SUL GASDOTTO NORD STREAM 2, SULLE BANCHE, SUL COMMERCIO - NEL MIRINO DI BRUXELLES FINISCONO PURE I PARLAMENTARI E GLI OLIGARCHI: “PER LORO BASTA SHOPPING A MILANO E PARTY A SAINT-TROPEZ” - LA RISPOSTA A MOSCA DIVIDE IL NOSTRO GOVERNO. SALVINI CONSIDERA LE SANZIONI ALLA RUSSIA COME L'ULTIMA MOSSA POSSIBILE. L'EUROPA (ITALIA IN TESTA) DIPENDE DALLE FORNITURE DI GAZPROM PER IL 40% DEL SUO FABBISOGNO: CON I PREZZI DEL METANO ALLE STELLE, IL CREMLINO POTREBBE DECIDERE DI...


     
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    Cristiana Mangani per il Messaggero

     

     

    olaf scholz vladimir putin olaf scholz vladimir putin

    Il botta e risposta tra l'Occidente e Mosca sulla crisi in Ucraina si intensifica ora dopo ora. E il giorno dopo la firma di Putin per l'indipendenza delle Repubbliche separatiste del Donbass, Europa, Gran Bretagna, e Stati Uniti alzano il tiro e provano a colpire lo zar sugli accordi economici, sulle banche, sul commercio. Nella riunione informale dei ministri degli Esteri convocata a Parigi, l'Ue ha trovato un punto di equilibrio adottando un pacchetto di sanzioni corpose ma che non toccano Putin in persona.

     

    Appigliandosi alla risposta più forte arrivata finora dal Vecchio continente nei confronti di Mosca: lo stop al Nord Stream 2 annunciato da Berlino, il gasdotto che unisce Russia e Germania con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l'anno. Altra arma affilata è stata l'esclusione della Russia dal sistema Swift (Society for Worldwide interbank financial telecommunication), a cui il ministro russo Sergei Lavrov fa riferimento come la «madre di tutte le sanzioni». Swift è la rete attraverso cui dialogano le banche di tutto il mondo e gestiscono le loro transazioni. Decisioni che alzano l'asticella delle sanzioni che la Ue, a cominciare dall'Italia, dovrebbero essere pronte ad appoggiare.

    VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

     

    Ora che Putin è «venuto a vedere» le carte in mano alla Nato, i paesi occidentali cercano di definire una risposta comune. Anche se non è un mistero che Germania, Francia, Italia e Spagna siano parecchio restii a picchiare duro. A differenza di Usa e Gran Bretagna e ai paesi del Nord Europa più orientati verso un maggior rigore. Alla fine, però, l'accordo c'è ed è unanime. Palazzo Chigi è in linea con la Ue, sebbene si continui a insistere sulla strada della diplomazia, e il premier Draghi sia ancora pronto a incontrare Putin. «Quello che è avvenuto con il riconoscimento da parte della Russia delle due regioni separatiste del Donbass è inaccettabile e l'Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni - dichiara, confermando la posizione comune, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Il governo italiano inoltre, sta costruendo un percorso per erogare aiuti finanziari all'Ucraina che in questo momento è in evidente difficoltà».

    DOVE PASSA IL GASDOTTO Nord Stream 2 DOVE PASSA IL GASDOTTO Nord Stream 2

     

    L'ufficio diplomatico di Palazzo Chigi sta aspettando una risposta dal Cremlino. È stato Putin a chiedere un incontro a Draghi, ma i suoi uffici non hanno ancora comunicato uno spazio utile nell'agenda del presidente russo. Il presidente del Consiglio potrebbe volare a Mosca già questa settimana, forse domani o dopodomani, ma, al momento, non ci sono certezze. Draghi, comunque, è già intervenuto sul tema: ha detto in modo chiaro che gli interessi italiani sulle sanzioni possono divergere da quelli degli alleati, e che le sanzioni non dovrebbero includere il tema dell'energia, ma ha anche respinto qualsiasi lusinga proveniente da Mosca: «L'unità del fronte occidentale non è in discussione», ha rimarcato. All'interno del governo c'è, poi, chi come Matteo Salvini considera le sanzioni alla Russia come l'ultima mossa possibile. «Se fossero necessari degli interventi per carità. La domanda è: quanto sono servite le passate sanzioni? Quanto sono costate all'Italia e alle aziende italiane? Bisogna abbassare tutti i toni. Spero non ci sia nessuno che tifi per la guerra».

    nord stream 2 nord stream 2

     

    «NESSUNA PAURA» «Mosca non è spaventata - è stata la replica di Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo -. I nostri colleghi europei, americani, britannici non si fermeranno e non si calmeranno finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità per la cosiddetta punizione della Russia. Ci stanno già minacciando con ogni sorta di sanzioni o, come si dice ora, la madre di tutte le sanzioni. Bene, ci siamo abituati. Sappiamo che le sanzioni verranno comunque imposte, in ogni caso. Con o senza motivo», ha aggiunto Lavrov. Mentre l'ex premier russo Dmitry Medvedev ha scritto su Twitter che lo stop al Nord Stream 2 causerà un incremento del prezzo del gas fino a 2mila euro per mille metri cubi (più o meno il triplo rispetto a quanto viene pagato oggi).

     

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    Anche se ieri mattina Putin ha affermato che «la Russia proseguirà le forniture ininterrotte di gas ai mercati globali». In attesa di sviluppi, l'Ue tira dritta: «Il pacchetto di misure è calibrato, le finalizzeremo presto», ha assicurato Ursula von der Leyen, mentre dall'altra parte dell'Oceano Joe Biden ha annunciato le misure americane per «tagliare fuori il governo russo dalla finanza occidentale». Ben oltre quindi quelle per l'annessione della Crimea 8 anni fa. A riprova che lo scontro diplomatico è molto duro c'è anche l'annullamento del vertice tra il segretario di Stato americano, Blinken, e il ministro russo Lavrov. Doveva tenersi giovedì, ma - secondo Washington - non ha più senso vedersi dopo le forzature putiniane.

     

     

    “BASTA SHOPPING DEI RUSSI” IL NUOVO FRONTE È LA FINANZA

    Gabriele Rosana per il Messaggero

    PUTIN E BIDEN PUTIN E BIDEN

     

    Via libera del fronte occidentale alle sanzioni contro Mosca: comincia Londra, a sera si uniscono anche Bruxelles e Washington. Per mettere alle strette la Russia a 24 ore esatte dal blitz del Cremlino, Europa, Stati Uniti e Regno Unito hanno approvato i primi pacchetti di misure in risposta al riconoscimento delle sedicenti repubbliche di Donetsk e Lugansk e all'immediato invio di truppe che vi ha fatto seguito.

     

     LA MESSA AL BANDO Nel mirino finiscono il debito sovrano e gli istituti di credito: nel suo discorso alla nazione il presidente Usa Joe Biden annuncia il taglio del «governo russo dal finanziamento occidentale», oltre che misure per colpire l'establishment. Gli americani si muovono d'accordo con europei e britannici, che poco prima avevano annunciato una messa al bando delle principali banche russe che finanziano l'intervento militare in territorio ucraino.

     

    LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO

    Anche l'Ue ha deciso di limitare la capacità della Russia «di accedere al nostro mercato dei capitali», rendendo «più difficile per Mosca finanziare il proprio debito pubblico», mentre vengono congelati gli scambi commerciali con le due entità separatiste. Per il resto, però, non si tira ancora fuori l'artiglieria pesante. La parola d'ordine è misure mirate. In Europa è passata la linea della fermezza, ma anche della prudenza. L'Ue vuole lasciare la porta semi-aperta alla diplomazia e punta sull'effetto deterrente, non ricorrendo alle sanzioni tecnologiche e energetiche ventilate nei giorni scorsi, che avrebbero un costo economico non indifferente per gli stessi europei.

    vladimir putin emmanuel macron. vladimir putin emmanuel macron.

     

    Ma questo non è che l'inizio, dicono all'unisono i leader di Usa, Ue e Uk. I provvedimenti sono, per l'appunto, mirati, ma «vanno ben oltre quanto fatto dopo l'annessione della Crimea» nel 2014, mette in chiaro Biden. Nuove misure, se necessarie, potrebbero seguire a stretto giro, concordano Boris Johnson e Ursula von der Leyen. Nella lista nera di Bruxelles finiscono pure i 351 membri della Duma promotori del riconoscimento di Donetsk e Lugansk e 27 entità (persone fisiche e giuridiche) che hanno avuto un ruolo nelle operazioni di destabilizzazione, disinformazione e incursione: politici, militari e operatori economici a cui saranno negati i visti e congelati beni e conti correnti all'estero («Per loro basta shopping a Milano e party a Saint-Tropez», twitta l'Alto rappresentante Josep Borrell). Per ora manca il nome di Putin, ma il capo della diplomazia Ue non esclude che possa essere inserito in futuro.

    incontro virtuale joe biden vladimir putin incontro virtuale joe biden vladimir putin

     

    L'ESPOSIZIONE ITALIANA «Non è facile mettere d'accordo 27 Paesi», spiega Borrell a proposito del compromesso che si è trovato fra chi premeva per una reazione di fuoco (i Baltici e la Polonia) e quelli che, Italia compresa, hanno insistito sulla gradualità, preoccupati dall'impatto delle sanzioni sulle economie nazionali. Dopo il tonfo in era Covid, l'export del nostro Paese verso Mosca è rimbalzato nel 2021, attestandosi poco sotto i 20 miliardi di euro. Numeri che parlano di relazioni economiche importanti: l'Italia è il settimo fornitore della Russia; le nostre banche sono esposte per 25,3 miliardi dollari ai quali vanno aggiunte altre esposizioni potenziali come i quasi 6 miliardi di garanzie; esportiamo in particolare abbigliamento e macchinari e importiamo principalmente energia e materie prime.

     

    MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

    È qui che entra in scena il gas. L'Europa (Italia in testa) dipende dalle forniture di Gazprom per il 40% del suo fabbisogno: con i prezzi del metano alle stelle, il Cremlino potrebbe decidere di chiudere quasi o del tutto i rubinetti, facendo schizzare in alto i valori dell'energia. Alla luce dello stop tedesco all'attivazione del gasdotto Nord Stream 2 «molto presto pagherete 2mila euro ogni mille metri cubi di gas», è il messaggio provocatorio del braccio destro di Putin Dmitry Medvedev. E a proposito di contromisure, a pesare c'è anche l'interrogativo su come reagirà Mosca al nuovo pacchetto di sanzioni: nel 2014 Putin decise di imporre un embargo ai prodotti agroalimentari occidentali che ad oggi ha fatto perdere alla filiera del made in Italy 1,5 miliardi di euro, secondo una stima di Coldiretti.

    olaf scholz gerard schroder olaf scholz gerard schroder

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