Niccolò Carratelli Giuseppe Salvaggiulo per la Stampa - Estratti
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE
Giuseppe Conte torna in modalità doppia opposizione. Contro Giorgia Meloni, certo, ma anche contro Elly Schlein.
Passata l'estate, unite le forze e raccolte le firme sul salario minimo, la competizione tra M5s e Pd è destinata a ravvivarsi in vista della campagna elettorale per le europee. Un assaggio, il presidente 5 stelle lo ha offerto nello studio di "Porta a Porta", discutendo di politiche migratorie: «Il blocco navale è una presa in giro – ha premesso – ma non possiamo nemmeno dire agli italiani, come fa il Pd, che si può dare accoglienza indiscriminata a tutti. Noi siamo per la terza via».
Citazione storica buttata lì forse non a caso, un modo per smarcarsi sia dalla destra di Meloni che dalla sinistra di Schlein.
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ELLY SCHLEIN SBIRCIA NEL TELEFONO DI GIUSEPPE CONTE
Dunque, bisogna cambiare schema. Sostiene il presidente M5s che «dobbiamo imparare dal Pd, che è un partito di potere», mentre il Movimento e si è chiuso nel mito della forza antisistema e non ha coltivato «il radicamento» con le strutture associative, con le rappresentanze organizzate. Nel caso specifico, vale per l'Associazione nazionale magistrati, che Conte considera in stretto rapporto con il Pd. Ma il discorso è applicabile, ad esempio, anche a tutte le categorie economiche, a cominciare da Confindustria, proprio dagli imprenditori con cui Schlein fatica a interfacciarsi (non a caso, Conte è andato in presenza al Forum di Cernobbio, mentre la leader dem era solo in collegamento). Quando i parlamentari hanno fatto presente che in realtà interlocuzioni già esistono («ascoltiamo le associazioni») l'ex premier ha ribaltato il discorso: «Noi non dobbiamo andare ad ascoltare, ma a farci ascoltare».
giuseppe conte elly schlein 3
E, per farsi ascoltare, bisogna avere un'agenda da imporre nel dibattito pubblico. La difesa di reddito di cittadinanza e superbonus edilizi è una trincea, ma inevitabilmente dal fiato corto.
La giustizia è il terreno ideale per cominciare. La maggioranza oscilla tra garantismo (a parole) e manette (nei fatti). Il Pd si barcamena in un riformismo abborracciato. Il Movimento può giocare la carta, molto in voga tra le toghe, di una «giustizia a due velocità: implacabile per i poveri cristi e lassista con i potenti». Dispone in Parlamento di due dioscuri come gli ex magistrati Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato. E nelle università di autorevoli docenti disponibili a collaborare (l'agenda di Conte e del mentore Alpa è piena di nomi).
ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE IN PIAZZA A ROMA
Armi necessarie a scavare la terra sotto i piedi del Pd, con una strategia di non appiattimento (il salario minimo rischia di restare un'eccezione). E massima attenzione a distinguersi, quando possibile. Come tra una settimana a Palermo, quando Conte e Schlein si ritroveranno insieme, ospiti (con il ministro Nordio) del congresso di Area, principale corrente progressista dei magistrati.
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