1. OLTRE 20 NUOVI REATI NEL DDL SICUREZZA CASTRAZIONE CHIMICA, NASCERÀ UN «TAVOLO»
Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
castrazione chimica 6
Passa, con 162 sì, 91 no e 3 astenuti il ddl Sicurezza in discussione alla Camera. Ora il provvedimento, che dispone diverse strette e introduce oltre 20 nuovi reati, dovrà essere approvato dal Senato dove Matteo Salvini annuncia che la Lega chiederà una via preferenziale.
E nell’ultimo giorno di discussione, sul tema sicurezza a Montecitorio rientra un argomento che è un cavallo di battaglia del Carroccio: introdurre la castrazione chimica per gli stupratori.
MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI
La proposta è in un ordine del giorno firmato da Igor Iezzi, trova la sponda del governo ed è approvata dall’Aula. Prevede che si istruisca una commissione o un tavolo tecnico che valuti la «possibilità per il condannato di reati di violenza sessuale», di aderire a «percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di blocco androgenico».
Salvini si dice «molto felice che si avvii finalmente il percorso di castrazione chimica per pedofili e stupratori». Insorgono le opposizioni: «Vogliono riportare il Paese alle pene corporali», per la pd Boldrini; «La Lega trascina la destra nella sua ossessione repressiva», sostengono da Avs. [...]
Tra le molte novità, viene infatti varata la norma chiamata dalle opposizioni «anti no Ponte e no Tav», che prevede come aggravante di una violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, che questa sia «commessa per impedire la realizzazione di un’opera strategica».
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Ci sono poi il nuovo reato contro l’occupazione abusiva, la stretta sulla cannabis light e il divieto di vendere sim agli stranieri privi di permesso di soggiorno. Rispetto alle carceri, infine, si introduce il reato di «resistenza passiva» in caso di rivolta, e diventa facoltativo il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l’anno. [...]
2. “CASTRAZIONE CHIMICA PER LE VIOLENZE SESSUALI” LA LEGA TORNA ALLA CARICA
Estratto dell'articolo di Viola Giannoli per “La Repubblica”
giorgia meloni carlo nordio
La Lega ci provava da 22 anni almeno. E alla fine, con il consenso del governo Meloni, ci è riuscita: in Italia la castrazione chimica non è più tabù. [...] La castrazione chimica, appunto, che consiste nella somministrazione di farmaci (i più utilizzati sono il ciproterone acetato e il medrossiprogesterone acetato) che inibiscono il rilascio degli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone, diminuendo così la libido.
castrazione chimica 1
Esulta su X Matteo Salvini che ha piegato la maggioranza: «Vittoria!». D’altronde la sua ossessione parte da lontano: era il 2002 quando per la prima volta il tema della castrazione chimica uscì dai circoli chiusi dei vendicatori corporali per finire sulla bocca dell’allora vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che la propose contro i pedofili.
Nel 2009 il Carroccio lanciò una raccolta firme per una proposta di legge finita nel nulla. E ancora: nel 2019 sempre la Lega provò a infilarla nel Codice rosso. L’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio la bollò così: «Ritorno al Medioevo». Perché, oltre a reintrodurre dimenticate pene fisiche, confliggeva con la funzione rieducativa della pena. Senza contare il rischio di incostituzionalità.
CARLO NORDIO GIORGIA MELONI
«È una proposta che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico», sottolinea dal Pd Simona Bonafè. E Davide Faraone di Italia viva aggiunge: «Pensare di sottoporre, seppur volontariamente, un detenuto a pena corporale vìola qualunque principio di umanità e giustizia. La Lega ha superato il segno, ci opporremo a questa follia». L’articolo 32 della Costituzione dice chiaramente che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». E che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». [...]
L ISOLA DEI PATRIOTI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Ma sulla castrazione chimica pesano anche dubbi scientifici e di efficacia. Applicata in Russia e in Polonia e in maniera estremamente limitata e subordinata al consenso del condannato in alcuni Paesi del Nord Europa, la castrazione chimica provoca cambiamenti fisici, e a cascata, psicologici. Si tratta inoltre di un trattamento reversibile, nel senso che alla fine della somministrazione dei farmaci l’effetto anti-libido dovrebbe terminare.
Con altre ragioni al coro dei no si uniscono pure le femministe: «La violenza non ha a che fare con un impulso sessuale irrefrenabile che si può contrastare con dei farmaci. Lo diciamo da trent’anni: le motivazioni della violenza maschile contro le donne stanno nella cultura», sostiene Antonella Veltri della rete dei centri-antiviolenza D.i.Re. Ed Enrico Borghi di Iv ironizza (ma non troppo): «Prossimo passo palo con catrame e piume o corda e sapone?».