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    “L’ALLEANZA DEL DISONORE HA GETTATO LA FRANCIA TRA LE BRACCIA DI MELENCHON” - JAVIER BARDELLA MASTICA AMARO DOPO LA “VITTORIA MUTILATA” DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL: “QUESTA SERA UN VECCHIO MONDO È MORTO E NULLA PUÒ FERMARE UN POPOLO CHE SI È RIMESSO A SPERARE” - PER PUNTARE ALL’ELISEO NEL 2027, MARINE LE PEN DEVE DARSI UNA SCOSSA A PARTIRE DAI CANDIDATI: TRA I SUOI C’ERANO 80 IMPRESENTABILI TRA COMPLOTTISTI, NEOFASCISTI, ISLAMOFOBI, ANTISEMITI E FILORUSSI - NON È STATA ELETTA NEANCHE LA SORELLA DI MARINE LE PEN, MARIE-CAROLINE - MA IL "RASSEMBLEMENT NATIONAL" ORA AVRA' 143 SEGGI: DUE ANNI FA AVEVA 89, NEL 2017 APPENA OTTO…


     
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    Estratto dell’articolo di Daniele Castellani Perelli per “la Repubblica”

     

    Le truppe lepeniste, anche stavolta, sono state fermate a un passo dalla capitale […]E alla fine il primo a mettere la faccia sulla sconfitta è il 28enne Bardella. Entra con viso terreo, ringrazia per «il più grande risultato della storia del Rassemblement National».

    Ma poi dice che «malheureusement», purtroppo, ahinoi, «un'alleanza del disonore ha gettato la Francia tra le braccia dell'estrema sinistra di Mélenchon».

     

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    […] «Gli accordi voluti da Macron e da Gabriel Attal (il premier, ndr) privano gli elettori di un governo di Rn», dice, e poi attacca «il partito unico», che conduce la Francia «verso l'incertezza, l'instabilità, la paralisi delle istituzioni». Punta dunque il dito contro la diga repubblicana, quella desistenza anti-lepenisti che già 22 anni fa aveva sbarrato la strada dell'Eliseo a papà Jean-Marie contro Jacques Chirac, e poi nel 2017 e nel 2022 alla stessa Marine contro Macron. Tuttavia, sostiene Bardella, «questa sera tutto comincia»: «Non ci piegheremo a nessun compromesso. Io sarò lì, con voi, fino alla vittoria. Questa sera un vecchio mondo è morto e nulla può fermare un popolo che si è rimesso a sperare».

    MILITANTI DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL MILITANTI DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL

     

    Solo quasi un'ora dopo prende la parola Marine Le Pen. […] E cosa dice? «La marea continua a salire. Questa volta non è salita abbastanza, ma continua a crescere e quindi la nostra vittoria è solo rimandata. Ho troppa esperienza per essere delusa da un risultato in cui raddoppiamo il numero dei parlamentari». «Marine Le Pen!», urlano dalla claque. È il segnale. Tutti cominciano a gridare: «Marine presidente! Marine presidente!». Lo sguardo è già al 2027, alla sfida per l'Eliseo.

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    Se vorrà salire sulla poltrona più nobile di Francia, però, dovrà analizzare cosa è andato storto. […] pronti […] non lo erano. A partire dai candidati, dove hanno lanciato un'armata brancaleone composta da almeno 80 impresentabili – ben più dalle «4-5 pecore nere» ammesse da Bardella – tra complottisti, neofascisti, islamofobi, antisemiti e filorussi, con punte da freak show. Siamo pronti, siamo pronti, ma in queste settimane non è stato fatto il nome di alcun possibile ministro. Qual era dunque il "plan Matignon", il piano per portare Bardella nel palazzo del governo?

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    Per non parlare dell'aggressività dimostrata da Le Pen sulle competenze dell'Eliseo in ambito di Forze armate e di scelta del commissario Ue, e della minaccia di penalizzare i francesi con doppia nazionalità. Quale strada prenderanno adesso? Per ora sembrano aver evitato di gettarsi sulla narrazione della "vittoria negata" […]. Il tracollo delle attese – non è stata eletta neanche Marie-Caroline Le Pen, la sorella – non può far dimenticare che questo partito due anni fa aveva 89 deputati e nel 2017 ne contava appena otto.

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