DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
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Dopo mesi di cure termali, silenzi, ipotesi e misteri torna a parlare Mattia Destro. Lo fa salvando la credibilità del campionato a una ventina di minuti dalla fine di Roma-Fiorentina. Il treno sta passando e la squadra di Garcia ci salta sopra. Girata in mischia di Destro a finalizzare l'ennesima invenzione di un immarcabile, straordinario Gervinho, Fiorentina piegata e Roma che si aggiudica la bellissima gara dell'Olimpico (2-1, prima Maicon, poi Vargas) e si issa a quota 37 punti, meno tre dalla Juventus. Mattia Destro segna e Morgan De Santis, miracoloso, conferma in volo su Pasqual quello che la Roma merita complessivamente di ottenere. Il resto è puro spot del pallone migliore. Cambi di fronte, giocate da urlo, portieri protagonisti, pubblico (come dicevano Ameri e Ciotti «della grandi occasioni»).
Aveva meritato- ma con un'avversaria meno forte- anche la Juventus nel preanticipo bolognese del venerdì (2-0, Vidal e Chiellini) e in attesa della sfida di gennaio 2014, si può ragionevolmente sostenere che il titolo sarà giocato sull'unica direttrice Roma- Torino.
Napoli flop, Inter quasi
Troppo discontinuo il Napoli di Benitez rimontato al San Paolo dall'Udinese dopo essere stato in vantaggio di due reti grazie a Pandev (incredibile 3-3 finale, primi fischi e friulani recriminanti per la mancata espulsione di Maggio), inguardabili quasi tutte le altre presunte grandi. Malissimo il Milan, molto male il già citato Napoli, così così la Fiorentina e male anche l'Inter di Mazzarri, che del Napoli imita sventatezza e punteggio (altro folle 3-3).
In serata infatti sbaglia totalmente l'approccio con il Parma di Donadoni e dell'amico-nemico Cassano, vede uno dei primi Handanovic da incubo di sempre e (soprattutto grazie a Palacio) riacciuffa un inutile punto che continua a tenerla lontanissima dalla vetta. Pur rigenerata rispetto al tracollo generale vissuto con Stramaccioni, l'Inter continua a sbandare vistosamente. E anche se l'occasione sui titoli di coda è firmata Cambiasso, Il Parma imperversa fino al novantesimo con Biabany e avrebbe meritato di vincere. Thohir sogna ben altro. Ci vorrà tempo.
Vista Champions e guardie svizzere
Ora, prima di assistere al duello Champions (disperato per il Napoli, comunque insidioso per Conte e i suoi in quel di Instanbul, da brividi per il modestissimo Milan di Livorno salvo per un pelo all'Ardenza e ora opposto al più probante Aiax dei ragazzini nel dentro-fuori di San Siro), il torneo (archiviato finalmente il caso Balotelli riammesso nel Pantheon dei ragazzi seri e prolifici) si interroga su quelli di retroguardia. Il più clamoroso riguarda Vladimir Pektovic, prossimo probabile Ct della Svizzera e tecnico ormai a tempo della Lazio di Lotito sconfitta e superata anche dal Torino (ora settimo, complimenti sinceri a Ventura).
Contro i granata, subito il gol del ruvido Glik in mischia, solo tanta buona volontà . Con Klose, non convocato, i rapporti sono ai ferri corti, lo spogliatoio è una Santabarbara e l'attacco non può reggere sulle spalle di Floccari o del giovane Perea. La settimana (contestazioni comprese, con la Roma staccata di 20 punti si preannuncia pesante). L'appuntamento con il Livorno (occhio all'ordine pubblico) pericoloso da tanti punti di vista.
Provincia felice, provincia triste
Domenica infernale anche per il Catania senz'anima di Gigi De Canio (sempre più ultimo, candidato alla B e sconfitto a Genova dall'ottima Samp del taumaturgo Mihailovic per 2-0) mentre una provincia felice esiste e ha il volto di Andrea Mandorlini vincente in rimonta e sesto a 25 punti con il suo Verona opposto a un'Atalanta che dopo il blitz di German Denis pensava di aver già vinto. Stesso pensiero stupendo e identica amarezza per il Genoa che passa avanti a Cagliari con il solito Gila e poi in dieci si arrende a due perle di Marco Sau per il delirio sardo.
San Eugenio.
Godimento sommo anche nella Verona sportivamente minore. Il Chievo vince la terza gara consecutiva (1-0 al Mapei di Reggio, neo feudo di proprietà del Sassuolo) e conclusa una rapida scalata dall'ultimo posto si sposta in Purgatorio. Il tecnico si chiama Eugenio Corini. Costa poco, parla ancora meno e rende molto. Anche da giocatore sapeva vedere un passo in più degli altri. In estate, dopo aver salvato il Chievo con un prodigio chiedeva un biennale. Gli hanno indicato la porta. Ora è tornato. Se salva il Chievo, restare o andare altrove sarà solo una decisione.
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