Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
gregorio de falco in senato per la votazione del dl sicurezza
Gregorio De Falco, che è fuori dal Movimento da tempo, ricorda la vecchia canzone di Georges Brassens (tradotta da De Andrè), «Morire per delle idee»: «Ecco, loro le idee non le hanno, ma stanno morendo. Di morte lenta, lentissima. E il Paese è ostaggio di questa agonia». Si dirà che è il livore dell'ex, si dirà che la notizia della loro morte è prematura o «fortemente esagerata», ma è vero che il Movimento affronta in queste settimane uno dei passaggi più difficili. E lo fa con un calo nei sondaggi, con una prospettiva congressuale caotica e la consapevolezza dei 293 parlamentari che per molti di loro non ci sarà spazio nel nuovo Parlamento.
Il vincolo del doppio mandato porrà fine alla carriera di molti 5 Stelle. Anche per questo restano vive le voci che parlano di scissioni, di dipartite individuali e di creazione di nuovi gruppi di «responsabili» contiani. E per questo Luigi Di Maio sta pensando a un progetto per «non lasciare soli i parlamentari a fine mandato» e valorizzarli, giocandoli come candidati in Comuni e Regioni. I 5 Stelle hanno perso da inizio legislatura 40 parlamentari. Un'ottantina sono al secondo mandato.
luigi di maio vito crimi
Più si avvicina il fine corsa, più si fanno inquieti. Iniziano a guardarsi intorno e cominciano a rappresentare un cruccio per la maggioranza, che si affida, soprattutto al Senato, a un margine ridotto. Per questo Luigi Di Maio pensa che sia il momento di cambiare rotta. Da giorni sta lavorando a un progetto che vuole condividere con gli altri big e che punta a valorizzare il know how di molti eletti: «Potrebbero mettere a disposizione le loro competenze come futuri sindaci o presidenti di Regione», spiega ai suoi, e il riferimento, «oltre che ai portavoce comunali o regionali, è anche agli eletti in Parlamento».
casaleggio di maio
Di Maio è stato il primo a parlare di un tavolo nazionale per le grandi città al voto nel 2021, dopo il disastro delle Regionali. È lui ora a spingere per le alleanze. Il suo progetto serve anche a tenere compatto il gruppo: «Con il taglio dei parlamentari - spiega - molti eletti che hanno maturato un background importante dovranno trovare spazio, perché possono dare tanto al Paese e possono diventare la base per costruire una classe dirigente sui territori». È un ragionamento che andrà fatto con i partner: «Ma molti nostri esponenti, al termine di questa legislatura potrebbero dare un contributo importante in un grande Comune o in una Regione. Chi non sarà rieletto, non può essere lasciato solo».
Fico Di Battista Di Maio
I venti di scissione non si sono mai placati, anche se ora è il momento meno indicato, visto che si sta partendo con gli Stati Generali. Che ci sia preoccupazione lo si capisce anche dall'appello all'unità pubblicato dalla pagina Facebook del Movimento e rilanciato da molti big. Eppure la frammentazione è al massimo. Ci sono i 30 di Parole Guerriere che, ieri, con un video di Luigi Gallo hanno difeso Crimi, attaccando lo statuto «verticistico voluto da Casaleggio e Di Maio». Ci sono insofferenze personali, come quella di Dalida Nesci e quella di Barbara Lezzi, che si è autosospesa sulle chat. E ci sono i movimenti di truppa di chi pensa che potrebbe essere l'occasione giusta per creare un gruppo di «contiani», di governisti. Tra loro, si vocifera, c'è Riccardo Ricciardi. Ma intanto Crimi lavora per indicare la road map e frenare l'emorragia».