MARTA NOVELLO
Marta Novello correva in un viottolo di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, quando il 22 marzo dell'anno scorso venne aggredita e ridotta in fin di vita da un minorenne, che la colpì con 23 coltellate. Il giovane, 15 anni, sarebbe già libero e si troverebbe a Londra con la madre, che oltremanica lavora come cuoca. Un allontanamento legale, innescato da un pasticcio giudiziario.
Nonostante la condanna a sei anni e otto mesi per tentato omicidio (poi scesi a cinque anni in appello) e la confessione di aver scelto la vittima "a caso", una serie di circostanze, come riporta il Corriere del Veneto, gli avrebbero permesso di allontanarsi dall'Italia. Il minorenne qualche giorno fa è stato scarcerato a Napoli per scadenza il 21 luglio dei termini per la custodia cautelare.
Il pm ha chiesto e ottenuto che il giudice per i minorenni, pur facendolo uscire di cella, ne disponesse l'immediato trasferimento in una comunità. Ma perché abbia valore e sia eseguito, un ordine va comunicato in anticipo al suo destinatario. E qui, secondo quanto ricostruito dal legale di Marta, Alberto Barbaro, sarebbe accaduto il disguido.
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Il provvedimento non sarebbe staro notificato al ragazzino perché sarebbe stata erroneamente indicata la data del 20 settembre, anziché il 20 luglio, come termine ultimo per la comunicazione. Del minorenne si è persa ogni traccia: voci insistenti lo danno a Londra con la madre che lì lavora come cuoca. Il suo allontanamento è legale perché i termini di custodia sono scaduti e manca un ordine del giudice.
"A pesare è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta - dice Barbaro - come l'ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l'aggressore affinchè sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?".
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