Spin Doctor per Dagospia
Come il vostro spin doctor aveva annunciato, era vicino il momento in cui Rigor Montis avrebbe smesso di ballare da solo e avrebbe fatto emergere la sua squadra. L'ha fatto ieri a Bergamo, a casa del Bomba-Bombassei. E con lui c'erano Riccardi, Montezemolo e compagnia cantante. Questa svolta era attesa e necessaria, ma non è riuscita a monopolizzare l'agenda dei media come avrebbero voluto Monteprezzemolo e i suoi.
MARIO MONTI CON IL SIMBOLO MONTI RICCARDI MONTEZEMOLOPerché? Innanzitutto perché da Bergamo non é emersa una proposta tematica univoca che dettasse i ritmi del dibattito e stimolasse le reazioni dei rivali. Avrebbe potuto essere la riforma del lavoro, su cui sono impegnati uomini simbolo della squadra di Montimer. Ma anche su questo i messaggi del prof sono risultati contraddittori e poco chiari. L'idea delle assunzioni in nero del Banana resta la più chiara sul tema.
MARIO MONTI A BERGAMOMa Monti non ha sfondato anche perché oggi é il gran giorno delle liste, dal cui pantano deve ancora uscire il Cavaliere. É un peccato per il Pompetta, che mentre la consapevolezza della sua rimonta si fa strada (cfr Ricolfi di ieri su La Stampa), è costretto a perdere qualche colpo sui media per ultimare la sua formazione, tra impresentabili e irritabili. Sarebbe stato forse meglio, per lui, un approccio più disinvolto. Se i giudici sono tutti rossi, perché seguire le sentenze per comporre le liste?
Mario Monti e moglieRiprende la corsa, invece, Culatello Bersani dopo qualche giorno di annebbiamento da tentativi di inciucio con Ingroia. Ognuno andrà per la sua strada e questo facilita i comunicatori che necessitano di idee limpide, di un terreno si gioco ben delimitato e di avversari contro cui giocare la partita. Bersani riprende da dove aveva concluso le primarie e questo è un bel segnale comunicativo di continuità con i valori delle primarie.
MONTI, BERSANI, NAPOLITANO, CASINI, ALFANOMa tra tante ciance la frase più azzeccata è certamente quella rivolta a RigorMonti. Io guardo negli occhi la gente normale, dice Bersani e così con poche parole semplici e figurate apre un campo di comunicazione politica ampio: il confronto tra gente comune e le elites, riunite proprio in quelle ore a Bergamo. Un ritorno alle distinzioni di classe che 15 anni di Cavalier Pompetta avevano fatto cadere nell'oblio.
Basta, per ora la campagna è tutta qui. Tre contendenti - Bersani, Berlusconi, Monti - e un mucchio di gregari.