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    ECCO PERCHE’ AI PICCOLI IMPRENDITORI CONVIENE CHIUDERE: L'ANALISI DI PAOLO DEL DEBBIO - PER RESTARE APERTI STANNO USANDO I LORO RISPARMI, CHE SONO IL FONDO PENSIONE PRIVATO MESSO DA PARTE - MEDIAMENTE LA PENSIONE DI UN ARTIGIANO OSCILLA ATTORNO AGLI 800 EURO, QUANDO VA BENE. SE SI MANGIANO I RISPARMI HANNO LA MATEMATICA CERTEZZA DI UNA VECCHIAIA IN MISERIA…


     
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    Paolo Del Debbio per “la Verità”

     

    piccoli imprenditori piccoli imprenditori

    Il fatto è questo: con la cassa integrazione che tarda ad arrivare, con le difficoltà ad accedere ai soldi che dovrebbero dare le banche, con gli stipendi che devono essere pagati (e relative tasse) stante il blocco dei licenziamenti per ancora due mesi, con la burocrazia e le spese varie che le imprese devono comunque sostenere, con i soldi a fondo perduto che non arrivano in modo consistente (per ora, e non a tutti, 600 euro), per molti piccoli (e anche qualche medio) imprenditore sta diventando giorno dopo giorno sempre più conveniente chiudere l' azienda piuttosto che tenere aperta la propria attività. Ricordiamo, per inciso, che stiamo parlando almeno del 70% delle imprese italiane, restringendo il dato solo ai più piccoli, e del 95% considerandole tutte. Il motore dell' economia italiana.

     

    Ieri, giorno di paghe, questi piccoli si sono svenati un altro mese andando, con tutta probabilità ad attingere ai loro risparmi che, ad esempio nel caso degli artigiani, significa i risparmi di famiglia, non fondi di capitali all' estero o in Italia, al riparo dalle vicende stesse dell' azienda. No, si tratta di risparmi che sono il frutto di una vita di sacrificio e di lavoro, messi da parte grazie a quello che quegli stessi artigiani sanno fare, hanno imparato a fare e, in molti casi, hanno anche trasmesso a qualcun altro che lavora con loro o che, a loro volta, si è poi messo in proprio. Vogliamo costringerli a espropriarsi di ciò che è la loro stessa vita?

    piccoli imprenditori piccoli imprenditori

     

    Bene, se quegli artigiani si mangiano i risparmi, hanno la matematica certezza di una vecchiaia in miseria. Mediamente la pensione di un artigiano - sono dati elaborati da Paolo Zabeo della Cgia di Mestre, oscilla attorno agli 800 euro, quando va bene. Quei risparmi sono praticamente il fondo pensione privato che quell' artigiano si è messo da parte. Se li utilizza ora ed è già in età superiore ai 50 anni, molti ne hanno già 60, sa che potrà contare per la sua vecchiaia solo sulla scarna pensione, cioè si troverà in pensione a vivere peggio di come viveva prima, a disporre di meno risorse di quelle delle quali disponeva quando lavorava e senza nulla da parte.

     

    Non sono ragionamenti difficili. Per capirli basterebbe avere lavorato o almeno aver fatto qualche visita guidata a qualche impresa, essersi immersi nella realtà, cosa che sembra che gli attuali governanti non abbiano mai fatto, neanche lontanamente.

    Occorrerebbe organizzare dei pulmini, a loro spese, per portarli a visitare la realtà, tipo gruppo vacanze Piemonte, invece che allo zoo nelle imprese. In questo caso sarebbe lo zoo che si muove e va a vedere come funziona l' economia reale, non quella di cui si parla nelle innumerevoli commissioni messe su dal governo.

     

    Queste imprese hanno bisogno di finanziamenti a fondo perduto, non di credito.

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    Certo non sputano sul credito, perché sono persone responsabili che tirano avanti il più possibile, per non lasciare a casa i loro collaboratori con famiglie al seguito. Ma non è di ulteriori debiti che hanno bisogno. Ma come si fa a pensare di annunciare come un trionfo il fatto che in aprile il contributo sarà portato a 800 euro? Ma con quale coraggio?

    Lo sanno o no a Palazzo Chigi che c' è il rischio di nuovi 10 milioni di poveri, un italiano su sei? Dicono che non possono, perché? Non ci sono? E l' Europa?

     

    La Germania, di memoria corta (riduzione dei debiti di guerra nel 1953, finanziamento europeo della riunificazione dell' 89), non vuole che si parli di soldi a fondo perduto quando ha messo a disposizione subito 156 miliardi per le sue imprese, pari al 5% del Pil, dei quali 50 destinati alle piccole imprese con un sussidio di 9.000 euro per quelle con meno di cinque dipendenti che possono arrivare a 15.000 per quelle con almeno dieci dipendenti. Ma allora l' Europa cosa ci sta a fare?

    giuseppe conte a milano 1 giuseppe conte a milano 1

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