Marco Fagandini per "la Stampa"
CAMILLA CANEPA
Quando il 3 giugno Camilla Canepa era giunta al pronto soccorso di Lavagna, accusando i primi malesseri, il personale l' aveva sottoposta a un esame del sangue. E da quanto emerge dalla documentazione medica, il numero di piastrine registrato era risultato più basso del limite inferiore dei valori ritenuti normali. Un possibile campanello d' allarme, nove giorni dopo che la diciottenne di Sestri Levante aveva effettuato il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca?
Anche perché i casi di trombosi registrati sino a quel momento su altre donne erano accompagnati da carenza di piastrine. E se sì, perché Camilla era stata comunque dimessa? Domande alle quali la procura di Genova vuole rispondere, per chiarire i tanti dubbi che ancora restano sulla morte della ragazza, stroncata giovedì scorso dalle conseguenze di una «trombosi del seno cavernoso». Ieri i carabinieri del Nas hanno consegnato ai magistrati i documenti clinici sequestrati.
camilla canepa
L' inchiesta per omicidio colposo e condotta dai pm Stefano Puppo e Francesca Rombolà, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, mira a capire se vi sia una correlazione precisa fra vaccino e decesso. Se nella tragedia abbiano concorso altri elementi, come la doppia terapia ormonale che sarebbe stata prescritta alla ragazza. E come la morte avrebbe potuto essere evitata.
Ecco perché fondamentale sarà il lavoro del medico legale Luca Tajana e quello dell' ematologo Franco Piovella. Oggi riceveranno l' incarico dalla procura di eseguire l' autopsia e rispondere a una serie di quesiti. Secondo gli inquirenti, la giovane era andata due volte al pronto soccorso di Lavagna. La prima il 3 giugno, con cefalea e fotosensibilità (una reazione dermatologica alla luce del sole).
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È in quel caso, per chi indaga, che sarebbero emerse l' assunzione di ormoni e una «piastrinopenia autoimmune familiare». Così è stato poi comunicato all' ospedale San Martino di Genova, dove Camilla è stata infine trasferita. I familiari della diciottenne però hanno detto che la studentessa non soffriva di alcuna malattia. Dalla documentazione del primo accesso emerge il valore basso di piastrine.
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A chiarire se questo fosse il segno di una reazione avversa al vaccino, di quella patologia o di entrambe, potranno essere gli esperti. Nella scheda anamnestica della vaccinazione, avvenuta il 25 maggio, né gli ormoni né la piastrinopatia sono indicati. In quel primo ingresso al pronto soccorso era stata eseguita anche una Tac, che non avrebbe evidenziato problemi particolari (accertamenti in corso sull' uso o meno di liquido di contrasto). I magistrati, con tutta probabilità, chiederanno oggi ai periti di verificare se un ricovero, al posto delle dimissioni, avrebbe reso possibile individuare in anticipo il trombo e salvare la giovane.
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