Piero Ignazi per “la Repubblica”
Grillo e Di Maio
In tutta Europa il comportamento elettorale non riflette più fedeltà elettorali consolidate e sicure. Da una elezione all' altra un partito può salire in paradiso o sprofondare all' inferno. È successo anche in Italia con le repentine traiettorie discendenti del Pd renziano e dei 5 Stelle, e quella ascendente della Lega.
Il M5s sembra il più colpito da questa irrequietezza elettorale. In effetti, il radicamento territoriale con presenza collaudata di amministratori locali e i collegamenti organici con gruppi di interesse, per quanto meno importanti del passato, garantiscono ancora una base di appoggio. Ai pentastellati questo manca. Fin qui hanno sopperito con la forza della novità.
Grillo Di Maio Di Battista
L' insoddisfazione che montava contro un sistema imperniato da più di vent' anni sull' alternanza tra centrodestra e centrosinistra e che poi si era incagliato al punto da dover ricorrere ai "tecnici", alla fine aveva trovato voce in una proposta politica estranea a quel conflitto. Ma il nuovo, inevitabilmente, si consuma, va incontro all' usura del tempo, e con grande velocità.
Grillo affascinava le platee grazie a una affabulazione pirotecnica e paradossale. Il mondo che prefigurava, dalle piccole proposte concrete - riciclaggio dei rifiuti - alle grandi utopie - la democrazia elettronica - spostavano il fuoco dell' attenzione dallo scontro tradizionale tra destra e sinistra, e lo portava su un terreno altro. Questa prospettiva poteva reggere finché il M5s era un movimento di contestazione. La prova del governo, locale prima, nazionale poi, ha rotto l' incantesimo, vale a dire l' illusione di essere estranei alla dimensione tradizionale del conflitto politico .
di maio grillo casaleggio
In realtà era possibile un' altra opzione, anche evocata a un certo punto: collocarsi al centro, in uno spazio di medietà, visto che i suoi elettori sono "degasperiani", centristi che guardano a sinistra. Il mélange delle proposte economiche e sociali pentastellate, dall' attenzione per le piccole imprese praticata da Casaleggio senior ai progetti pro-welfare simboleggiati dal reddito di cittadinanza (anche qui evocando programmi sociali fanfaniani come il piano Vanoni ) poteva collocare il M5s al centro.
stefania casini grillo
Mancava un piccolo particolare per realizzare questo ambizioso obiettivo: una classe dirigente un minimo attrezzata. I pentastellati sono andati al governo senza preparazione e senza nessun collegamento con la classe dirigente, fuggita dopo l' evocazione dell' impeachment a Mattarella. Sono andati allo sbaraglio, travolti dalla hybris del loro clamoroso successo elettorale. E, ancor peggio, hanno scelto compagni di viaggio ben più esperti e smaliziati. Adesso ne pagano le conseguenze.
L' enorme credito di fiducia accordato a chi aveva sbaragliato il "vecchio", relegando in questa categoria persino Matteo Renzi, si sta consumando perché, da un lato, non possono esibire grandi successi e, dall' altro, non ci sono più nemici da demonizzare (la Lega è molto più efficiente e spregiudicata in questo).
grillo di maio casaleggio
Quel desiderio di un cambiamento radicale, addirittura "rivoluzionario" secondo alcune inchieste, che l' opinione pubblica ha maturato dall' inizio di questo decennio, non può più essere incanalato dai pentastellati. Oggi lo incarna la Lega: rompendo ogni prassi e convenzione non solo dà spazio a quel sottofondo anti-istituzionale e antiliberale che da sempre circola nell' opinione pubblica italiana ma lo radicalizza.
mandarini da tirare a beppe grillo
Le intemerate di Grillo avevano il contrappasso dell' ironia buffonesca, non potevano essere "prese sul serio": giocavano sul filo del paradosso. Ma quella furia iconoclasta è sfuggita di mano, non è più gestibile dai pallidi epigoni del duo Casaleggio-Grillo. E infatti ha trovato il suo nuovo interprete nella Lega verso la quale si riversano molti elettori pentastellati. Al M5s, persa l' egemonia della protesta, rimane la strada di una politica riformista e pragmatica, imperniata sul sociale. Una riconversione molto impervia.
BEPPE GRILLO IN CANOTTO A PIAZZA MAGGIORE BOLOGNA salvini grillo beppe grillo contestato (1)