Gridi “Viva l’Italia Antifascista” a La Scala di Milano? Vieni identificato.
Fai il braccio teso durante la commemorazione di Acca Larentia? Nessuno ti chiede i documenti.
Il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire perché questo diverso trattamento tra chi afferma un principio… pic.twitter.com/pkjMLG2wF0
— Riccardo Magi (@riccardomagi) January 8, 2024
Estratto da www.repubblica.it
commemorazione vittime vittime della strage di acca larentia 4
La cosiddetta “apologia di fascismo” è stata introdotta dalla legge Scelba, la numero 645 del 20 giugno 1952. Una norma che però, va detto subito, si occupa di punire chi tenta di ricostruire il vecchio partito fascista e non tanto chi lo difende o esprime opinioni favorevoli al fascismo. Il discrimine: rifondare il fascismo
Cosa significa voler ricostituire il partito fascista? Lo dice l'articolo 1: «Quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista».
acca larentia 1
La legge fu approvata nel 1952 per attuare la XII disposizione finale della Costituzione, dove per l'appunto si proibisce la ricostruzione del partito fascista. L’articolo 4 della legge Scelba rende perseguibile anche chi «esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche», e si rischia dai sei mesi ai due anni di reclusione, oltre che una multa da 206 a 516 euro. Dopodiché varie sentenze della Cassazione hanno ridotto notevolmente il perimetro in cui applicare la legge Scelba.
commemorazione vittime vittime della strage di acca larentia 3
Negli anni successivi alla sua approvazione, la legge Scelba venne immediatamente utilizzata contro diversi esponenti del Msi, partito primogenitore di Fratelli d'Italia e fondato da reduci del fascismo. Non li si accusò tanto di voler rifare il partito fascista (articolo 1), ma appunto di “apologia di fascismo”. Ma gli imputati dissero che l’articolo 4 della legge era in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di espressione.
acca larentia
Il tribunale di Torino, uno dei tre che si stavano occupando dei processi, trasmise il rilievo alla Corte Costituzionale. La sentenza della Corte Costituzionale è del gennaio del 1957 e stabilì che la legge Scelba non violava la Costituzione. Ma allo stesso tempo precisò il significato dell’articolo 4: per esserci una vera e propria apologia di fascismo non è sufficiente che ci sia «una difesa elogiativa» del vecchio regime, ma occorre «una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista». […] La Corte stabilì che le manifestazioni erano vietate, ma solo nel caso in cui fossero propedeutiche alla ricostruzione del partito fascista. […]
GIORGIA MELONI - GIULIANO CASTELLINO - ACCA LARENTIA
Nel 1993 il governo di Giuliano Amato approvò un decreto legge che tentava di restringere le possibilità di fare propaganda ed esporre simboli fascisti. Il "decreto Mancino", convertito con modificazioni in legge 25 giugno 1993 e dal nome dell’allora ministro dell’Interno, è la principale legge italiana contro l’incitamento all’odio e alla discriminazione. […]
La legge stabilisce le aggravanti per i reati commessi con finalità razziste o discriminatorie, e punisce «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi», proibisce di creare organizzazioni ispirate a questi valori e impone il loro scioglimento.
GIORGIA MELONI - GIULIANO CASTELLINO - ACCA LARENTIA
La legge enuncia poi il divieto esibire bandiere, slogan o altri simboli di organizzazioni violente o discriminatorie durante gli eventi sportivi, e modifica l’originale legge Scelba per rendere più chiaro il divieto di fare propaganda al fascismo. […] Dopodiché la legge Mancino vive lo stesso "stallo" di quella Scelba, per cui sono i giudici di volta in volta a decidere se applicarle o se stabilire che l’episodio o gli episodi in questione siano tutelati dall’articolo 21. […]