Roberto D’Agostino per VanityFair.it
LAURA ZILIANI E LE FIGLIE
Prima bistrattata ("La famiglia è un'associazione a delinquere"); poi dileggiata (“La vita familiare è un’interferenza nella vita privata”); ed ora bagnata di sangue e lastricata di omicidi (“Una famiglia non è che un anticipo dell’infermo”). Ormai è ufficiale: da “La morte della famiglia”, un saggio degli anni Settanta di David Cooper, pioniere dell'antipsichiatria, siamo finiti alla ‘’morte in famiglia’’.
MIRTO MILANI, IL FIDANZATO DELLA FIGLIA MAGGIORE DI LAURA ZILIANI
Ecco una interminabile sequenza quotidiana di vite cancellate a colpi di tubi di ferro, di bloccasterzo per auto e perfino a colpi di pentole in testa. Figli che strangolano i genitori. Padri che fanno fuori un’intera famiglia, nonna compresa. Sorelle che uccidono la madre e poi vanno a “Chi l’ha visto?” per chiedere aiuto. Posato il fiasco, un disgraziato ha ucciso la sua compagna perché si rifiutava di dimagrire.
laura ziliani 3
Gesti atroci. E senza provare sensi di colpa. Ma ciò che più sgomenta è che i nuovi mostri siano in maggior parte giovani che vengono da famiglie che hanno alle loro spalle vite normali, limpide e laboriose; genitori che ogni giorno hanno piegato la schiena per dare un’esistenza migliore ai loro figli. Quale turbolenza mentale, in loro, determina l’assenza assoluta di umanità, di valori, di pietà?
PIETRO MASO
Quando il gesto omicida si accompagna alla freddezza e alla capacità di esibizionismo, rifugiarsi nelle malattia mentale o nel raptus di follia non spiega tutto. Anche l’interesse economico è una facile copertura: seguendo le classifiche degli uomini più ricchi della terra anche John Elkann e Silvio Berlusconi potrebbero essere candidati al delitto.
PIETRO MASO AL CENTRO
Quale guasto ha potuto portare dalla quotidianità famigliare al gesto estremo? Cosa è successo alla ‘’più piccola molecola della società’’, dove l'8O per cento dei ragazzi italiani vive ancora attaccato alle gonne di mammà? Quel che è certo è che le radici del male di quei giovani assassini affondano in un terreno malato.
pietro maso chi
Essì, sembra ormai un bel ricordo del passato il "formato famiglia”, l’unica rete salda anche se spesso infastidita, turbolenta, disperata, che legava le persone, le generazioni, il sol luogo degli affetti sia pure conflittuali e della normalità sociale sia pure in difficile equilibrio.
Obsoleta come un gettone telefonico anche quella storiella: "Sapete perché Gesù Cristo era italiano? Per tre motivi. Primo, perché solo un figlio italiano può credere che sua madre sia vergine. Secondo, perché solo una madre italiana può credere che suo figlio sia un dio. Terzo, perché solo un figlio italiano può vivere con la mamma fino a trentatré anni".
ERIKA DE NARDO
Che cos'è successo? Eppure le mamme contemporanee non sono più babbione che brontolano contro un mondo moderno che non capiscono; sono più colte, più aperte all'esterno, e più sveglie. Tutto sommato, anche i padri sono più cordiali e meno oppressivi, così giovanilisti da assorbire qualsiasi scossone dei loro pupi.
ERIKA DE NARDO
E allora non sarà che i giovani killer dei nostri giorni, demenze a parte, siano anche il risultato di un “formato famiglia” saltato in aria? "La mia famiglia" qui, "la mia famiglia" là, gli otto giorni al marito "che non va", i figli sminuzzati da una casa all'altra, una madre qui, un padre là. Nuclei familiari che si tramandano il fallimento da un matrimonio all'altro. Persone di ogni campo sociale che considerano ormai il divorzio non come l'ultima irrimediabile soluzione ma come il digestivo Antonetto: una "pasticca" che si può prendere anche in tram.
ERIKA DE NARDO
I marmocchi oggi non sono mica i ragazzotti di una volta che ripetevano il lamento di Nanni Moretti nel film "Palombella rossa": "Mamma, sono tutti infelici, vienimi a prendere". Oggi sono loro che li vanno a prendere. In altre parole, possono non sopportare i genitori, ma non possono vivere senza famiglia.