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    PERCHÉ IL VAR HA “BUCATO” LA POSIZIONE DI CANDREVA SUL GOL ANNULLATO DI MILIK? - JUVENTUS-SALERNITANA ERA STATA CATALOGATA DALLA LEGA DI SERIE A NELLE PARTITE DI “STANDARD C”, DOVE LE TELECAMERE SCENDONO DA DICIOTTO A DODICI, LASCIANDO DEI “PUNTI CIECHI” E LA TELECAMERA A CAMPO APERTO POTREBBE ESSERE STATA PUNTATA ALTROVE DURANTE L’AZIONE – MA C’È ANCHE L’ERRORE UMANO...


     
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    Guglielmo Buccheri per www.lastampa.it

     

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    C’è un’immagine che capovolge il senso della notte dello Stadium, ma che non può più riscrivere un verdetto ingiusto. L’immagine è quella di Antonio Candreva, esperto interprete del calcio di Nicola a Salerno, impegnato a guardare cosa sta accadendo nell’area di rigore: Milik segna, il signor Marcenaro convalida, lo Var lo invita davanti al monitor e il nastro si riavvolge perché c’è Bonucci in fuorigioco. 

     

    E Candreva? Il centrocampista granata tiene in gioco tutti, ma l’immagine che scagiona il capitano della Juve non fa parte di quelle che finiscono nella sala Var di Lissone dove Banti e Meli spingono l’arbitro Marcenaro a ribaltare una decisione giusta.

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    Il caso dello Stadium manda in tilt il sistema come mai prima: la Var interviene, ma lo fa nella direzione sbagliata e un video nell’immediato post gara sembra metterla spalle al muro. «Sono state visionate tutte le immagini messe a disposizione dalla società che fornisce il servizio tecnologico per la moviola in campo, ma non c’è alcuna corrispondenza con il video in questione. Le riprese di Candreva vicino alla bandierina del calcio d’angolo vengono da una telecamera non a disposizione del Var e, quindi, non fruibile dagli arbitri...», così l’Associazione italiana dei nostri fischietti.

     

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    Il salto di qualità è servito, si entra in una dimensione diversa. Juventus-Salernitana era stata catalogata dalla Lega di Serie A nelle partite di «Standard C», ovvero dove le telecamere scendono da diciotto a dodici: quella chiamata «retro alta» c’era, ma era puntata, come da protocollo, verso la metà del terreno di gioco con la curva di casa sullo sfondo. 

     

    Perché non è stata fornita un’immagine a campo aperto, l’unica in grado di immortalare la passeggiata di Candreva? Non c’era, così i vertici arbitrali. O, se c’era, può essere stata utilizzata non nella maniera opportuna, magari con uno zoom improvviso. Il campo aperto appartiene alla camera «tattica», ma la camera «tattica» appartiene alle società ed è fornita dalla Lega.

     

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    Milik segna, il gol è regolare, ma viene cancellato come i due punti per la Juventus. Uno dei due guardalinee vede Candreva e tiene giù la bandierina, ma non ha la forza di farsi sentire: la Var ha, inevitabilmente, fatto perdere peso e specificità agli assistenti e, così, prevale un fuorigioco che non c’è e che non si può vedere. 

     

    Allo Stadium è come se si fossero dati appuntamento tutti gli interrogativi sulla moviola in campo: lo stesso fuorigioco di Bonucci è considerato tale perché, oggi, si possono tracciare le linee, mentre prima si sarebbe giudicato come una posizione ininfluente.

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    Il futuro della Var non può essere messo in discussione, ma perché non finisca strattonato ad intermittenza dovrà nascere anche una consapevolezza di chi mette le immagini a disposizione: occorre velocità, ma, soprattutto, ampiezza e accuratezza e non tutti i tecnici sembrano preparati. Il video con Candreva che rimette tutti in gioco non può appartenere al dopo gara e con la Juve, in questo caso, privata del successo.

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