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    PERCHÉ “L'ESPRESSO” NON HA PUBBLICATO L’AUDIO-SCOOP DI MOSCOPOLI? - “LA VERITÀ” NON MOLLA L’OSSO: “I DUE AUTORI DELL'INCHIESTA, TIZIAN E VERGINE, AMMETTONO DI NON ESSERSI AVVICINATI AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE SUI PRESUNTI SOLDI ALLA LEGA, COME HANNO LASCIATO INTENDERE PER MESI - A FORNIRE L'AUDIO DEI DIALOGHI SAREBBE STATO UN INFILTRATO NELL'ENTOURAGE DI SAVOINI CHE DA MESI STAVA FACENDO IL DOPPIO GIOCO - PERÒ RESTANO ANCORA PARECCHIE COSE DA CHIARIRE: ECCO QUALI


     
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    salvini savoini salvini savoini

    Giacomo Amadori per “la Verità”

     

    Dopo due settimane, sono arrivate le risposte dell' Espresso alle nostre domande sul controverso scoop dell' hotel Metropol. Il direttore Marco Damilano ha preferito insultarci definendoci «squadristi di Salvini», ma per fortuna i cronisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine hanno deciso di dare la loro versione dei fatti.

    Alla fine, però, la ricostruzione dell' affaire resta piena di ombre.

     

    I due autori dell' inchiesta sui presunti rubli alla Lega sostengono di aver assistito personalmente all' incontro all' hotel moscovita tra l' ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, l' avvocato massone Gianluca Meranda, il consulente finanziario d' area Pd Francesco Vannucci e tre russi per discutere di petrolio e finanziamenti alla Lega. Il 17 ottobre Tizian avrebbe viaggiato alla volta di Mosca sullo stesso volo Alitalia preso da Salvini. Con il collega sarebbe entrato in Russia con un visto turistico e avrebbe dormito al Metropol («Abbiamo i voucher dell' hotel» hanno detto).

    IL LIBRO NERO DELLA LEGA GIOVANNI TIZIAN STEFANO VERGINE IL LIBRO NERO DELLA LEGA GIOVANNI TIZIAN STEFANO VERGINE

     

    In albergo, visto che sono stati immortalati nella sala colazioni, probabilmente soggiornavano anche Vannucci e Savoini. I cronisti erano lì per quello? Sapevano dove andare a dormire su indicazione della loro gola profonda? Di certo un summit nella hall non può essere pianificato nel tempo. Un pernottamento sì. Dunque Tizian e Vergine, seppure non siano riusciti a immortalare l' incontro, sapevano dove trovare Savoini, Vannucci e Meranda.

     

    «In 48 ore abbiamo fotografato e filmato tutto quello che si poteva documentare, e diverse immagini le abbiamo pubblicate sulle pagine dell 'Espresso e sul sito» hanno scritto i cronisti. In realtà hanno messo sul giornale solo due foto di Savoini nella sala colazioni del Metropol, ma nessuna del summit. Tizian e Vergine hanno spiegato il perché: «Fotografare il gruppo di persone sedute al tavolo della hall del Metropol ci avrebbe esposto inutilmente al rischio già alto di essere notati da Savoini e dagli altri commensali. Per questo ci siamo tenuti sempre a distanza. Ci siamo limitati a controllare con i nostri occhi che quanto ipotizzato dalle fonti corrispondesse a verità: e cioè che Savoini era al tavolo con altre persone». Poi hanno aggiunto: «La registrazione della trattativa, ottenuta da una fonte, ci ha permesso di ricostruire e di raccontare nei dettagli quella riunione durata circa un' ora e quindici minuti».

    Giovanni Tizian Tommaso Cerno e Fabrizio Gatti Giovanni Tizian Tommaso Cerno e Fabrizio Gatti

     

    Quindi Tizian e Vergine non hanno ascoltato in diretta la trattativa come hanno lasciato intendere per mesi, ma erano lì a supervisionare che si verificasse quanto rivelato da una fonte, la stessa che probabilmente ha registrato l' incontro e che li avrebbe informati dei movimenti di Savoini: «Noi eravamo nella capitale russa in quei giorni. Eravamo lì perché le nostri fonti ci avevano informato che il 18 ottobre si sarebbe tenuta una riunione importante al Metropol».

     

    HOTEL METROPOL MOSCA HOTEL METROPOL MOSCA

    Quindi nell' entourage di Savoini c' era qualcuno che da mesi (almeno giugno-luglio sostengono i cronisti) stava facendo il doppio gioco: da una parte accompagnava Savoini e dall' altra trescava con l' Espresso. Ma i giornalisti, come è legittimo che sia, hanno deciso di non svelare la fonte e di «proteggere chi sceglie di collaborare».

     

    GIANLUCA SAVOINI - FRANCESCO VANNUCCI - ALEKSANDR DUGIN GIANLUCA SAVOINI - FRANCESCO VANNUCCI - ALEKSANDR DUGIN

    Chi è il testimone del settimanale? E perché si è prestato? Ha deciso di consegnare l' audio ai giornalisti prima o dopo l' incontro? A voler credere ai cronisti, prima. E la cosa sarebbe più grave, visto che significherebbe che qualcuno era al tavolo come una sorta di agente provocatore: Meranda, l' avvocato massone, è stato quello che più di altri ha discusso gli aspetti tecnici del presunto finanziamento, discettando di plusvalenze e mazzette da dare e ricevere mentre il piddino Vannucci è stato il più taciturno di tutti.

    FRANCESCO VANNUCCI FRANCESCO VANNUCCI

    Sia come sia, i due paiono il gatto e la volpe e ora sono difesi dallo stesso avvocato.

     

    Ma se la fonte era seduta al tavolo della trattativa ed era d' accordo con i reporter perché questi ultimi hanno pubblicato le notizie a rate, mettendo in pagina inizialmente solo pochi stralci della conversazione? Non potevano chiedere alla gola profonda di dar loro un quadro completo del summit e di sganciare le carte in suo possesso? Ci sono due possibilità: o la fonte ha preferito centellinare le informazioni, magari nel corso di una lunga negoziazione, oppure l' audio potrebbe essere arrivato all' Espresso attraverso canali diversi da quelli finora ipotizzati.

    romano prodi con marco damilano romano prodi con marco damilano

     

    Ancora a luglio Tizian parlava delle «registrazioni di Buzzfeed» e aggiungeva: «Chi ha registrato l' audio ovviamente non saprei proprio indicare». Eppure, qualche giorno prima, il 20 giugno il suo collega Vergine aveva consegnato il file alla Procura di Milano. Perché questa cortina fumogena intorno alla registrazione e perché il settimanale ha deciso di lasciare che a metterla in Rete fosse Buzzfeed? «Non è stato ritenuto necessario pubblicare anche l' audio, che abbiamo tenuto come prova a supporto di quanto scritto» hanno spiegato Tizian e Vergine.

     

    GIANLUCA MERANDA 1 GIANLUCA MERANDA 1

    Damilano ha aggiunto: «Lo abbiamo usato per confermare gli elementi che ci servivano, considerandolo uno strumento importante che non esaurisce un' inchiesta molto più vasta e complessa». Una versione che il sito Dagospia ha bollato come un' arrampicata sugli specchi. Infatti di approfondimenti nel Libro nero della Lega non ce ne sono molti. Nessuno dei documenti allegati al volume si riferisce alla trattativa del Metropol e solo a luglio l' Espresso ha pubblicato un paio di lettere riconducibili agli accordi presi nell' occasione. Insomma a febbraio la trascrizione dell' audio era l' unica notizia del capitolo intitolato «Tre milioni da Vladimir».

    BuzzFeed BuzzFeed

     

    Savoini nella sbobinatura parla soprattutto di politica e fa due o tre brevi cenni al denaro. «Prendono anche 400 o il cazzo che hanno bisogno di prendere. Non importa. È una garanzia» esclama a proposito dei soldi da restituire ai russi.

    Questa frase è stata riportata nel libro insieme ad altre sei: due di Savoini e quattro di Meranda, di cui una parafrasata, per un totale del 5% dell' intera trascrizione. Davvero uno spreco. Non è che, come ci ha riferito una fonte, l' autore della registrazione, o chi per lui, ha fatto ascoltare l' audio ai giornalisti, ma non glielo ha consegnato, almeno inizialmente? C' è stata una contrattazione?

     

    BuzzFeed BuzzFeed

    Nel fior da fiore del libro vi è una clamorosa discrepanza rispetto alla traduzione di Buzzfeed. Il settimanale italiano ipotizza che la frase «250.000 plus 250.000 per month per one year» significhi 250.000 dollari al mese da versare alla Lega per un anno (in totale 3 milioni di euro).

     

    Mentre per il sito americano «250.000» andrebbe riferito alle tonnellate di gasolio.

    Quindi - al tasso di sconto pattuito del 4 per cento - farebbe 5,5 milioni di dollari al mese per un totale di 65 milioni di dollari in un anno. Una bella differenza. Chi ha ragione?

    GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE

     

    Nelle cinque scarne pagine del capitolo sul Metropol c' era anche un altro clamoroso sbaglio scoperto dalla Verità: «Nel Libro Nero della Lega abbiamo scritto che al tavolo erano sedute cinque persone, mentre negli articoli pubblicati dall' Espresso abbiamo riportato che erano in sei. Il numero corretto è sei. Nel libro non siamo riusciti a correggere in tempo l' errore perché era già andato in stampa» hanno ammesso i due cronisti.

     

    Dunque due inviati d' esperienza gravitano per 48 ore intorno a Savoini e non solo non lo fotografano mentre partecipa a un incontro con altre cinque persone in una hall piena di gente, ma nel libro, in cui elencano i presenti, ne dimenticano uno.

     

    C' è un' ultima questione da chiarire: articoli dell' Espresso e libro risalgono a febbraio, ma la Procura di Milano ha verbalizzato Vergine solo il 19 giugno e si è fatta consegnare il file audio il giorno successivo.

    GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE GIOVANNI TIZIAN E STEFANO VERGINE

    Perché i pm si sono mossi concretamente quattro mesi dopo l' uscita della notizia? Hanno voluto far passare le europee?

     

    Oppure il caos Csm, con lo spostamento a sinistra del parlamentino dei giudici, ha creato uno scenario più favorevole per un' inchiesta tanto delicata? O ancora, un uccellino ha fatto sapere ai magistrati che circolava quella registrazione e che era il caso di sequestrarla? In tutta questa storia ci sono ancora troppi punti oscuri.

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