DRAGHI HANDELSBLATT
Maurizio Ricci per “la Repubblica”
“Helicopter money” è un’idea di Milton Friedman negli anni ’60: stivare banconote negli elicotteri e farle piovere sulla gente, sperando che le spenda.
Se un banchiere centrale, un custode della moneta, di fronte ad un’ipotesi del genere, non si arrabbia o non si mette a ridere, ma, come ha fatto Draghi nella conferenza stampa di giovedì, si limita a dire «è una cosa complicata, non l’abbiamo ancora studiata» vuol dire che la situazione è molto seria e che la deflazione fa davvero paura.
A febbraio, in Europa, i prezzi sono scesi dello 0,2 per cento, rispetto al 2015. A gennaio, invece, erano saliti dello 0,3.
Quindi, come si affanna a ripetere Draghi, tecnicamente non siamo in deflazione. Molto vicini, però: danziamo sull’orlo dell’abisso. L’anno scorso, i prezzi si sono fermati a zero.
DRAGHI
Quest’anno, dice la Bce, saliranno dello 0,1 per cento.
Basta un soffio - o una revisione statistica - per scendere sotto.
renzi cameron draghi
Anzi, al momento, è lì che siamo diretti: a dicembre, la stessa Bce prevedeva, per il 2016, un’inflazione all’1 per cento, dieci volte più veloce. La frenata, temono a Francoforte, può essere l’avvisaglia della deriva verso quella che uno psichiatra definirebbe una depressione collettiva. Di fronte a prezzi che scendono, un imprenditore non investe, perchè pensa di non rifarsi, con i prezzi futuri, dei costi attuali. Non assume, non dà aumenti di stipendio. I suoi dipendenti consumano meno.
Chi ha soldi, per esempio il reddito garantito di una pensione, rinvia gli acquisti.
Come puntualmente, in assenza di domanda, avviene, dando ragione ai dubbi dell’imprenditore iniziale.
bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter
Anche i debiti, con redditi calanti, pesano di più. Anche quelli dei bilanci pubblici.
Nessuno, dunque, più si muove.
La metafora della deflazione è l’assideramento. La differenza fra un più 0,1 per cento e un meno 0,1 per cento è minima, praticamente solo psicologica.
Ed è sulla psicologia che si gioca la partita. A guardare i numeri, senza il crollo del petrolio, i prezzi europei salirebbero di uno 0,6-0,7 per cento, come fa notare la Bundesbank. Ma è un cuscinetto troppo magro per impedire che l’effetto-boom del petrolio radichi, nella formazione dei prezzi, nelle contrattazioni salariali, le aspettative di deflazione. Il rischio, dice Draghi, sono le prospettive “in seconda battuta”. Il Giappone ne è prigioniero da venti anni. La Bce sta spendendo 1.500 miliardi di euro per dissiparle. Potrebbero non bastare.