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    “SI ERA CONVERTITO ALL’ISLAM. ERA UNA BOMBA A OROLOGERIA IN GRADO DI FARE QUALCOSA DI TERRIBILE” – PERCHE’ LA POLIZIA NON E’ INTERVENUTA PRIMA CHE IL 37ENNE BRÅTHEN UCCIDESSE 5 PERSONE CON ARCO E FRECCE IN NORVEGIA? GLI AMICI DI INFANZIA AVEVANO AVVISATO LE FORZE DELL’ORDINE DOPO CHE NEL 2017 AVEVA PUBBLICATO UN VIDEO MINACCIOSO – LA POLIZIA CONFERMA CHE ERANO IN ALLERTA “PER IL RISCHIO DI RADICALIZZAZIONE”. PERCHE’ NON LO HANNO FERMATO? DISPOSTA UNA PERIZIA PSICHIATRICA...


     
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    1 - LA VITA RECLUSA E LE MINACCE "IL KILLER CON ARCO E FRECCE SI ERA CONVERTITO ALL'ISLAM"

    Monica Perosino per "la Stampa"

     

    Espen Andersen Bråthen Espen Andersen Bråthen

    Si chiama Espen Andersen Bråthen l'uomo che mercoledì ha ucciso cinque persone con arco e frecce nella sonnolenta cittadina di Kongsberg. Una mattanza eseguita a sangue freddo da un ragazzone che ha sempre vissuto tra queste casette di legno e gli amici di una vita, che lo descrivevano «mite, gentile e per bene». Fino a quando, nella sua mente, qualcosa «si è rotto».

     

    Trentasette anni, madre danese e padre norvegese, da tempo viveva praticamente recluso in casa, senza vedere nessuno, e da almeno quattro anni si era convertito all'Islam. Il 29 maggio dell'anno scorso aveva provato a "incontrare" i genitori, a suo modo, facendo irruzione in casa con una pistola. Il risultato era stato un divieto di avvicinamento alla famiglia per le minacce di morte rivolte al padre.

     

    Non lavorava da anni, e la scorsa estate un vicino di casa preoccupato aveva chiamato la polizia perché Bråthen era solito brandire mazze, bastoni e manganelli in giardino, tutti i giorni, tranne quando faceva troppo freddo: «Era brutale, ho avuto una brutta sensazione, per questo ho chiamato la polizia», ha detto il giovane al quotidiano locale "Verdens Gang". «Era sempre solo. Dalla finestra della cucina potevo guardare nel suo appartamento. Era molto disordinato e c'era qualcosa di estremamente inquietante in quella casa».

    Kongsberg Norvegia uomo arco freccia frecce assalto Kongsberg Norvegia uomo arco freccia frecce assalto

     

     La segnalazione più preoccupante però risale già al 2017, quando il suo amico di infanzia avverte la polizia: Bråthen ha pubblicato un video in cui dichiara di essersi convertito all'Islam. Sostiene di essere «un messaggero» che porta «un avvertimento», e che «è arrivato il momento». L'amico è preoccupato, pensa che Bråthen sia malato, che debba essere curato, perché «una bomba a orologeria in grado di fare qualcosa di assolutamente terribile».

     

    Ieri la polizia ha confermato che Espen Andersen Bråthen lo conoscevano bene, ed erano in allerta «per il rischio di radicalizzazione», ma visto che nel 2021 non avevano ricevuto nessuna nuova segnalazione sul suo conto, era uscito dai radar. Intanto, la confusa dinamica dell'attacco si fa più chiara: le vittime sono 4 donne e un uomo, un agente in borghese, e sono state scelte a caso. Bråthen sarebbe prima entrato in un negozio senza ferire nessuno, poi avrebbe fatto irruzione in una serie di abitazioni private con arco, frecce e un coltello. Le vittime, tra i 50 e i 70 anni, sono state trovate parte in strada e parte all'interno delle abitazioni.

     

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    Ma sui trenta minuti che hanno fatto precipitare la Norvegia nella paura, e cinque famiglie nel dolore, i dettagli non aiutano a comprendere. Il movente è «ancora da chiarire», l'attacco, potrebbe essere «terrorismo», intanto si procederà con una perizia psichiatrica. Nel Paese ancora sotto choc a prendere il testimone è toccato al neo premier , il laburista Jonas Gahr Store, che ieri ha presentato il suo governo. L'esecutivo, a maggioranza femminile, comprende due sopravvissuti della strage di Utøya, il peggior attacco terroristico mai avvenuto nel Paese.

     

    2 - NORVEGIA, IL KILLER DELL'ARCO SI ERA CONVERTITO ALL'ISLAM «POTEVA ESSERE FERMATO»

    Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

     

    Potevano fermarlo. Espen Andersen Brathen, 37enne di origini danese convertito all'Islam, nel tardo pomeriggio di mercoledì ha ucciso cinque persone a Kongsberg, in Norvegia. Alle 18.18 viene raggiunto dalla polizia, è vicino al supermercato Coop-Extra, ha l'arco e le frecce, in molti hanno lanciato l'allarme, ma ancora non ha ammazzato nessuno. Gli agenti lo incrociano, sparano alcuni colpi di avvertimento in aria, ma Espen, un gigante con i capelli rasati, riesce a fuggire. Da quel momento, per mezz' ora, la polizia non lo trova, lui ha il tempo di uccidere con arco e frecce, ma anche con un coltello, quattro donne e un uomo, di età compresa tra i 50 e i 70 anni.

    Kongsberg Norvegia uomo arco freccia frecce assalto Kongsberg Norvegia uomo arco freccia frecce assalto

     

    Quando alle 18.47 lo arrestano è ormai tardi. Se il primo intervento degli agenti fosse stato più efficace e deciso oggi nessuno parlerebbe del danese convertito all'Islam che in Norvegia ha ucciso cinque persone scelte a caso per strada e all'interno di un'abitazione. Potevano fermarlo.

     

    Anche cinque anni fa era chiaro che Espen Andersen Brathen, con risaputi problemi psichiatrici, stava diventando pericoloso. 2017, sui social pubblica un video in cui spiega: «Mi sono convertito all'Islam, il mio è un avvertimento». Più di un amico lo vede, conosce il carattere instabile di Espen e avverte le forze dell'ordine: guardate che questa persona è pericolosa, intervenite. La polizia norvegese risponde: tranquilli, lo stiamo tenendo d'occhio.

     

    Racconta uno degli amici parlando con il quotidiano Aftenposten: «Ora è frustrante pensare che io e molti altri abbiamo saputo che era una bomba a orologeria, lo abbiamo segnalato, ma nessuno l'ha fermato». Intervistato dal giornale danese Bt un altro amico di infanzia dice: «Da bambino era molto gentile e aveva un buon carattere, ma a 17-18 anni ha iniziato ad avere problemi mentali. Anche suo nonno aveva un disturbo paranoico. Varie volte è stato ricoverato in ospedale, ma non voleva prendere le medicine. Con gli anni è divenuto sempre più violento. Improvvisamente è diventato musulmano anche se in realtà non sapeva nulla dell'Islam. Quando nel 2017 ho visto il video minaccioso, ho capito che era pericoloso e ho inviato una mail alla polizia. Loro mi hanno risposto che avevano la situazione sotto controllo». La conversione dovrebbe risalire a una decina di anni fa, anche se il video con le minacce è successivo.

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    VIOLENTO Poteva essere fermato. Espen aveva spesso spaventato e insultato i vicini, anche con insulti razzisti. E aveva insospettito il presidente dell'unica moschea della città dove era andato per annunciare la sua conversione, «non lo abbiamo preso sul serio, non era credibile, ci ha detto che aveva ricevuto una rivelazione...».

     

     

    Espen aveva piccoli precedenti per furto con scasso e possesso di hashish, risalenti al 2012. Il 29 maggio scorso aveva minacciato i genitori, tentando di picchiare il padre, lasciò anche una pistola sul divano. Per questo il tribunale ha emesso una ordinanza che gli impediva di avvicinare i genitori per sei mesi. In Norvegia, dove proprio ieri è stato formato il nuovo governo a guida laburista, l'attacco che è costato la vita a cinque persone viene considerato di tipo terroristico o, quanto meno, non si esclude questa matrice.

     

     

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    Il capo dell'Antiterrorismo norvegese, Arne Christian Haugstoyl, ha spiegato che ci sono centinaia di nomi per i quali arrivano segnalazioni di pericolosità come quella che riguardava Espen Brathen, «è difficile sapere chi passa dalle parole all'azione». Più volte la polizia era stata, anche di recente, nella sua casa per i comportamenti aggressivi nei confronti dei familiari e dei vicini. Espen in giardino si addestrava a combattere, usando mazze e bastoni, e mostrando di conoscere le arti marziali. In sintesi: violento, con problemi psichici, armato, autore di un video minaccioso in cui ribadiva la sua conversione all'Islam, segnalato da amici e familiari, incrociato dalla polizia subito dopo il suo primo assalto a un supermercato.

     

    Eppure, non lo hanno fermato e ha avuto il tempo per uccidere cinque persone con arco, frecce e un coltello. Tutto questo nel Paese che dieci anni prima aveva vissuto lo choc della strage di Uttaya. Ora in Norvegia resta alto il livello di attenzione: si temono emulazioni ma anche azioni di vendetta irrazionale contro cittadini di religione musulmana.

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