William Burns
Andrea Marinelli,Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Il direttore della Cia, William Burns, ha dichiarato davanti al Congresso: «Putin pensava di finire tutto in due giorni». Può essere l'analisi corretta, ma anche un modo per enfatizzare i problemi - iniziali - incontrati nell'operazione speciale. Così l'ha definita il leader, quasi che i soldati fossero dei poliziotti mandati ad arrestare Zelensky. Ora, però, che il Cremlino spinge il suo rullo, a Washington sono stati molto chiari sul non sottovalutare lo strapotere di Mosca.
PUTIN E L AERONAUTICA RUSSA
Meno chiaro il perché la Russia, dopo due settimane, non sia riuscita ad acquisire la superiorità aerea. Gli inglesi lo hanno ribadito spesso quasi a irridere lo zar. Gli americani, più prudenti, hanno avvisato che tutto può cambiare in modo rapido. È stata infatti segnalata la presenza di un maggior numero di velivoli in Bielorussia, così come una possibile mobilitazione di risorse per recuperare terreno. L'attività modesta nei cieli da parte dei russi ha permesso ai caccia e ai droni Tb2 di fabbricazione turca in mano agli ucraini di colpire i concentramenti di truppe. La presenza ridotta di elicotteri d'attacco ha reso poi meno rischiose le missioni dei nuclei di resistenti.
volodymyr zelensky in video collegamento con il parlamento britannico
LA BATTAGLIA
I commandos e i riservisti hanno potuto ingaggiare i carri armati e veicoli della logistica per poi riguadagnare posizioni di sicurezza. Ma non tutto va secondo i desideri degli ucraini. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ieri si è dichiarato nettamente contrario all'invio dei Mig-29 polacchi a Kiev. Il Pentagono lo ha del tutto escluso. Il presidente Joe Biden non vuole correre il rischio di innescare un conflitto armato e potenzialmente devastante con la Russia.
Ciononostante, gli ucraini hanno abbattuto numerosi velivoli nemici: il ministero della Difesa di Kiev sostiene di aver distrutto 48 aerei e 80 elicotteri. Sono numeri molto alti e non verificabili, gonfiati dalla propaganda, ma analisti britannici hanno trovato conferma di almeno 20 fra jet ed elicotteri colpiti. Aerei a parte, il Pentagono segnala che i russi potrebbero aver perso fra il 4 e il 10 per cento dei mezzi dispiegati e quindi avrebbero «il 90% della potenza di combattimento ancora disponibile».
AERONAUTICA RUSSA
La presenza di batterie missilistiche - S300, Buk, Osa, Tor - ha costretto i piloti russi a quote più basse e questo li ha esposti al lancio dei missili portatili tipo Stinger (insieme agli Strela). Gli esperti hanno fornito molte interpretazioni, però manca sempre un tassello a completare il mosaico.
Questi alcuni aspetti citati, non definitivi. 1) Scarsa preparazione a condurre attività massicce, con un alto numero di mezzi. In Siria, per esempio, hanno sempre agito con team ridotti. 2) Poca integrazione terra-aria, ossia un coordinamento non elevato. 3) Dotazione ridotta di bombe di precisione (fino ad un certo punto). 4) Addestramento minore degli equipaggi rispetto ai colleghi Nato. 5) Timori di fuoco amico, di sparare sui propri aerei. È avvenuto durante il conflitto in Georgia nel 2008, c'è stato un episodio clamoroso nel teatro siriano con la distruzione di un ricognitore «elettronico» nel mezzo di un raid israeliano. 6) Lo Stato Maggiore, nella prima fase di guerra, ha sferrato incursioni limitate contro radar, piste, batterie e dunque non ha decapitato il dispositivo avversario.
soldati russi in ucraina 8
LE PRIORITÀ
Pensava che non fosse necessario? Secondo fonti di intelligence, l'esercito ucraino ha saputo disperdere i propri equipaggiamenti, rendendoli difficili da identificare: per questo la difesa antiaerea di Kiev è rimasta attiva. È bene ricordare che siamo ancora nella fase uno del conflitto. I generali hanno riorganizzato le fila per uscire dal pantano - in senso reale - e adesso si preparano a incalzare gli avversari con tutto il potenziale a disposizione.
soldati russi in ucraina 6
Gli analisti sono convinti che la stessa dinamica l'avremo nello spazio aereo. Vi sono stati bombardamenti nella parte ovest dell'Ucraina - la retrovia più importante, da dove arrivano le armi occidentali - e sono apparsi aerei radar in Bielorussia: una componente fondamentale per coordinare un alto numero di velivoli. Movimenti spiati dagli esperti che hanno accesso ai satelliti e dal grande apparato di sorveglianza che la Nato ha creato lungo tutta la linea di confine.