1. PERCHÉ ORA NETANYAHU ATTACCA IN CISGIORDANIA
Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “La Stampa”
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Le operazioni militari israeliane in corso a Jenin e Tulkarem comportano per Israele vari aspetti e implicazioni: militari, di politica interna e di politica estera. Il primo, quello militare. Come noto, si tratta della più ampia operazione terrestre in Cisgiordania dal 2002, dall'epoca della seconda Intifada. Fino al 7 ottobre 2023 la Cisgiordania, e non Gaza, era il vero problema di Israele. Già dal marzo 2022 il governo israeliano aveva avviato una serie di operazioni antiterrorismo nel Nord della Cisgiordania, per l'emergere di nuove formazioni militari palestinesi, ad esempio le Brigate Jenin o Lion's Den, organizzazioni di natura strettamente locale e militare, su modello iracheno, e con legami con l'Iran, che le rifornisce di armi.
blitz dell esercito israeliano in cisgiordania
Sta prendendo forma, quindi, una nuova, insidiosa galassia di soggetti, senza rapporti operativi consolidati con Hamas e Jihad islamica, che rappresentano una ulteriore minaccia per Israele. Le azioni militari di questi giorni, che sembrano destinate a protrarsi, costituiscono attacchi preventivi […] volti ad evitare il consolidamento di un network di milizie locali che potrebbero, nel medio-lungo periodo, fornire un sostegno operativo importante all'Iran.
Benjamin Netanyahu
[…] È evidente che l'obiettivo israeliano sia di «ripulire» il più possibile i propri confini su tutti i potenziali fronti di guerra, nell'assunto che questa fase di grande instabilità rappresenti la preparazione a un potenziale confronto con l'Iran.
Tale confronto comporterebbe l'attivazione di tutti gli attori legati a Teheran. Di qui la necessità per Israele di «mettere in sicurezza» e bonificare i propri confini […] per concentrarsi poi sul futuro confronto diretto con l'Iran.
moschea tulkarem
Gli aspetti di politica interna sono in parte legati a quelli militari. Come noto, Netanyahu resta ostaggio dei propri alleati dell'ultradestra […]. Questi scomodi alleati […] aspirano al pieno controllo della Giudea e della Samaria, cioè della Cisgiordania, rivendicando un aumento degli insediamenti dei coloni in quelle aree.
Su loro impulso, nel marzo 2023 la Knesset ha modificato una legge del 2005 relativa alla evacuazione degli insediamenti da Gaza, che tra l'altro di fatto bloccava anche la ulteriore diffusione di insediamenti nel Nord della Cisgiordania (Jenin, Tulkarem ecc).
benjamin netanyahu itamar ben gvir
Quella modifica potrebbe ora spianare la strada al ritorno dei coloni israeliani in quella zona della Samaria, la parte Nord della Cisgiordania ove non vi sono nuovi insediamenti da circa 20 anni. Ciò potrebbe spiegare le operazioni in corso anche come un tentativo di preparare il terreno per il ritorno di insediamenti […].
Non si può escludere, in prospettiva, uno scambio politico all'interno del governo israeliano: Netanyahu, realisticamente, mette in conto l'ineluttabilità […] di un accordo per il cessate il fuoco su Gaza e le operazioni in corso a Jenin potrebbero costituire lo strumento per ammansire gli ultrareligiosi.
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Sulle implicazioni internazionali solo due osservazioni. La prima. Gli aspetti regionali. Netanyahu, di fronte a due opzioni, la normalizzazione con l'Arabia Saudita e l'allargamento di fatto dei confini Israele con l'annessione di ulteriori territori in Cisgiordania e forse a Gaza, cerca di lasciarsi ogni via aperta: è condizionato dall'ultradestra ebraica, ma un accordo con l'Arabia Saudita (che implicherebbe aperture su un processo per la creazione di uno Stato Palestinese) sarebbe una vittoria diplomatica e costituirebbe il rafforzamento di un asse anti-iraniano.
Ciò spiega l'apparente schizofrenia del primo ministro che da un lato aspira alla normalizzazione con i sauditi e a un rapporto proficuo con gli Stati sunniti […], mentre dall'altro non contrasta azioni anche violente dei coloni, preferendo lasciarsi ogni strada aperta. Il secondo punto, legato al primo. Il governo israeliano guarda con crescente apprensione alle dinamiche elettorali americane.
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In caso di vittoria di Trump Netanyahu si vedrebbe rafforzato. Tuttavia, non può escludere un successo di Harris. Ciò lo induce a congelare ogni decisione. Contando sulla progressiva debolezza di Biden e per prevenire tempi per lui difficili in caso di successo di Harris, Netanyahu potrebbe quindi cercare di guadagnare tutto subito, prima delle elezioni di novembre: ampliare la presa israeliana e la presenza di coloni in Cisgiordania, continuare le operazioni a Gaza, realizzare iniziative rischiose come l'uccisione di Haniyeh a Teheran o il raid preventivo contro Hezbollah. Le operazioni a Jenin potrebbero rispondere anche a questo genere di dinamiche.
raid a jenin, in cisgiordania
2. IDF, 'COLPITA UNA CELLULA TERRORISTICA IN CISGIORDANIA'
(ANSA) - ROMA, 30 AGO - Un aereo dell'esercito israeliano (Idf) ha colpito nella notte una cellula terroristica nella zona di Jenin, in Cisgiordania, nel corso di un'operazione antiterrorismo: lo rende noto l'Idf su Telegram.
3. MEDIA IDF, 'UCCISI 3 TERRORISTI IN CISGIORDANIA'
(ANSA) - Tre terroristi sono stati uccisi in uno scontro a fuoco e in un attacco dell'esercito israeliano (Idf) nel villaggio di Zababida vicino a Jenin, in Cisgiordania: lo ha riferito questa mattina la radio dell'esercito, come riporta il Jerusalem Post. In precedenza l'Idf aveva annunciato di aver colpito una cellula terroristica nella zona Jenin.
raid a jenin, in cisgiordania
4. ISRAELE, BLITZ NEL CAMPO DI TULKAREM CINQUE MORTI IN UNA MOSCHEA
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Sono vecchie roccaforti della resistenza palestinese le regioni settentrionali della Cisgiordania dove l’esercito israeliano dall’inizio della settimana sta dando la caccia alle cellule della militanza jihadista. Tulkarem, Jenin, Tubas e verso la rete di villaggi a nord di Nablus […]
Gli israeliani mirano ad eliminare Hamas, una volta per tutte. Sanno che il suo capo, Yahya Sinwar, nascosto nei tunnel di Khan Younis, sta incitando alla ripresa degli attentati kamikaze. E i jihadisti intendono vendicare gli orrori di Gaza: hanno poco da perdere, sembra che gli israeliani siano pronti a ripetere in Cisgiordania le strategie della terra bruciata che hanno stravolto la Striscia e massacrato oltre 40.000 suoi abitanti.
blitz dell esercito israeliano a tulkarem
Si spiega anche così la crudezza della battaglia nelle ultime ore. A ieri sera i palestinesi morti erano almeno una ventina, 7 nelle ultime 24 ore. E si spiega così lo scontro consumatosi nella moschea adiacente al campo profughi di Tulkarem. I portavoce militari raccontano che è stato condotto da unità scelte druse della Polizia di Frontiera assieme a uomini di Yamam, la forza speciali dell’antiterrorismo.
Affermano che è stata utilizzata la tattica della «pentola a pressione»: sapevano che nella moschea si erano arroccati cinque guerriglieri bene armati e hanno scelto di non risparmiare le bombe per costringerli a uscire allo scoperto. Inizialmente ricorrono a lanciamissili a spalla, che uccidono due guerriglieri.
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Nell’edificio adiacente ne individuano altri quattro: segue un intenso scontro a fuoco. Solo uno sopravvive e viene catturato. Tra gli israeliani pare ci sia un ferito leggero. Tra i cadaveri scoprono Mohammad Jaber, meglio noto come Abu Shuja, che i media palestinesi indicano come comandante delle cellule della Jihad islamica nel vicino campo profughi di Nur Shams. Jaber era diventato un mito, le sue foto erano appese per le strade, sembra si fosse guadagnato una nomea di invincibilità dopo i parecchi attacchi falliti contro di lui.
operazione anti terrorismo dei soldati israeliani in cisgiordania 4
Gli amministratori palestinesi locali accusano Israele di avere danneggiato il sistema elettrico e le tubature dell’acqua, gli accessi agli ospedali sarebbero semi-bloccati. In questo quadro di guerra senza pause, l’unica notizia confortante è arrivata in serata: Israele concede la luce verde per una tregua a Gaza di tre giorni in tre zone separate, dove le organizzazioni umanitarie potranno effettuare le vaccinazioni antipolio a circa 640.000 bambini.
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