DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - «VENTI SECONDI DI TERRORE PERCHÉ NON ERA PROTETTO MEGLIO?»
Samuele Finetti per il “Corriere della Sera”
«Sto ancora tremando», dice Carl Levan alla Bbc . Non è passata neppure un'ora dall'aggressione a Salman Rushdie quando Levan, che era seduto a una quindicina di file dal palco, risponde alle domande del network britannico: «È stata una scena assolutamente orrenda.
Ho visto l'attentatore colpire ripetutamente e con forza Rushdie, che poi è crollato a terra. Un orribile atto d'intolleran-za». Altri testimoni sottolineano che non c'era alcuna misura di sicurezza agli ingressi.
L'attacco, racconta Rabbi Savenor, è avvenuto pochi secondi dopo l'inizio della conferenza: «Quell'uomo è salito sul palco e ha cominciato ad accanirsi su Rushdie. All'inizio pensavo: "Cosa sta succedendo?". Ma c'è voluto poco per capire che lo stava accoltellando». Venti secondi, tanto è durato l'assalto allo scrittore.
Nel frattempo era scattata la confusione, tra chi urlava: «Lo sta pugnalando», chi si fiondava verso le uscite e chi scattava le foto e girava i video poi diffusi su internet. Tra il pubblico c'era anche Sam Peters, diciannove anni.
Dice di non aver mai letto le opere dell'autore di origini indiane: «Sapevo che era stato minacciato di morte, quindi volevo capire perché qualcuno voglia uccidere uno scrittore per ciò che scrive». Ora riesce a farsi una sola domanda: «Perché non era protetto meglio?».
hadi matar l uomo che ha accoltellato salman rushdie
2 - ATTENTATORE 24ENNE DEL NEW JERSEY «È UN SEGUACE DEI LEADER IRANIANI»
Guido Olimpio e Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
Un uomo in maglietta, carnagione scura, capelli corti. Sono le prime immagini dell'assalitore di Salman Rushdie, descritto dai testimoni come «una furia», balzato sul palco indossando una mascherina nera e capace di infierire sulla vittima e di lottare con gli agenti. La sera la polizia diffonde il suo nome: Hadi Matar, 24 anni, residente a Fairview, in New Jersey.
Nulla ancora si sa ufficialmente delle motivazioni. Il New York Post, citando fonti nelle forze dell'ordine, afferma che i primi indizi suggeriscono che Hadi simpatizzi con il governo iraniano e i pasdaran. Lo indicherebbero, se confermati, anche alcuni post a lui attribuiti sui social in cui appaiono immagini dell'ayatollah Khomeini, dell'attuale Guida suprema Ali Khamenei e del generale Qassem Suleimani. Gli inquirenti credono che abbia agito da solo, hanno chiesto un mandato per perquisire uno zaino e «dispositivi elettronici». È prematuro indicare una pista, anche se sappiamo che Salman Rushdie rappresenta il bersaglio «perfetto».
salman rushdie sul palco prima di essere accoltellato
Lo è per l'estremista che obbedisce alla fatwa lanciata dall'imam Khomeini nell'89.
Lo è per chi vuole diventare famoso assalendo una celebrità. Una volta il terrore era marcato, oggi può essere più sfumato. Il fanatismo si mescola all'opportunismo: ecco l'autore, l'evento pubblico, la possibilità di avvicinarsi ad una personalità inseguita da una «condanna di morte» irrevocabile. A Hadi è bastato il pass per un festival.
C'era chi, a ripetizione, chiedeva ai mullah se la sentenza religiosa contro lo scrittore fosse sempre valida e qualcuno da Teheran rispondeva che la «freccia ormai era stata scoccata», «il proiettile che non si fermerà fintanto che non raggiungerà il target», a poco sarebbero servito un ordine contrario.
Formula per evitare di prendersi la responsabilità diretta, anche se era evidente la complicità morale di un eventuale attacco. Poi è stato l'attuale leader Khamenei a ribadire la validità della maledizione lasciando ampia autonomia a chi avesse voluto portarla fino in fondo. Gli ayatollah hanno creato le condizioni per presentare un gesto violento come la reazione «spontanea» alle offese dei Versi satanici . E ciò vale per il militante, per l'estremista fai-da-te, per l'instabile suggestionato.
protesta contro salman rushdie
Un paio di giorni fa il Dipartimento della Giustizia Usa ha incriminato un esponente dei pasdaran iraniani ad oggi latitante. Shahram Poursafi, 45 anni, è accusato di aver incaricato un killer di uccidere l'ex consigliere di Trump, John Bolton. Un piano in risposta all'eliminazione del generale Qassem Soleimani a Bagdad da parte di un drone statunitense.
salman rushdie versetti satanici
Secondo le indagini Poursafi, nell'ottobre 2021 ha contatto via web una persona negli Stati Uniti ed ha offerto una ricompensa di 250 mila dollari a missione compiuta. Solo che il suo contatto avrebbe accettato di collaborare con l'Fbi e ha permesso di prevenire l'operazione. Il pasdaran ha poi cercato di allargare la rete di complici fornendo dettagli precisi su una serie di bersagli: sembra che il secondo dovesse essere l'ex segretario di Stato Mike Pompeo.
hadi matar l uomo che ha accoltellato salman rushdie 1
Un progetto forse velleitario ma che rientra in un modus operandi adottato da cellule sciite: invece che agire con propri uomini si affidano a persone già presenti nell'area. Più incerta la cornice della vicenda emersa alla fine di luglio. La polizia ha fermato un uomo, Khalid Mehdiyev, nei pressi dell'abitazione a Brooklyn della giornalista in esilio iraniana Masih Alinejad. Aveva un Kalashnikov e molti caricatori. Il nome della reporter era emerso nel 2021 in un'indagine dove non era stato escluso che volessero rapirla per trasferirla in patria.
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