Giuliano Foschini per repubblica.it - Estratti
bochicchio
Dicono: questa è una storia da film. E invece no: la vita e la morte di Massimo Bochicchio – broker, truffatore, affabulatore, personaggio incredibile – sono un grande romanzo, un racconto complesso di una storia che si fa in realtà lente per guardarne altre. È questo il merito principale di Ingordigia (Strade blu, Mondadori), il nuovo libro no fiction del giornalista Gigi Riva sull’avventurosa storia di Massimo Bochicchio, “il broker dei vip” che in dieci anni ha truffato per 500 milioni molti volti celebri del Bel Paese, prima di essere arrestato.
E di schiantarsi, con la sua Bmw K75, alla vigilia di un’udienza chiave del processo, contro un muro perimetrale dell’aeroporto dell’Urbe. Era il 19 giugno 2022. Per riconoscerne il corpo carbonizzato ci volle il test del Dna. Cosa che ha aperto la porta a mille domande: nell’auto c’era davvero lui?
E se il “vero” Bochicchio fosse dall’altra parte del mondo, su una spiaggia, a godersi i soldi? Non ci saranno di mezzo i servizi segreti (perché non c’è giallo, senza i servizi)?Riva però non sceglie la strada facile del complotto.
bochicchio libro cover
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Lo chiamavano “il broker dei vip”: prometteva agli amici interessi al 10 per cento. Gli avevano affidato fortune. E lui li aveva fregati. Mi sono chiesto: ma com’è stato possibile? Se vado da un muratore bergamasco e gli faccio la stessa proposta – dammi i tuoi soldi e te li restituisco con il 10 per cento in più – quello mi prende a calci nel sedere. Capisce subito che lo sto fregando. Perché invece tutti hanno creduto a questo signor Bochicchio?».
Ingordigia parte da questa domanda. E continua seguendo il filo degli atti giudiziari (le inchieste delle procure di Milano e Roma e di quelle londinesi) per ricostruire, numeri alla mano, la grande truffa del “Madoff di Roma Nord”. E per raccontare di un uomo «a suo modo straordinario e geniale» dice giustamente Riva. «Proprio leggendo gli atti ho però capito che volevo scrivere un libro non su di lui ma attraverso di lui. Per raccontare il mondo della finanza di rapina. E una classe dirigente, quella del nostro Paese, inadeguata, per statura morale ma anche per formazione e competenza. Sono manager rimasti fermi all’idea degli anni 90 secondo la quale il denaro è illimitato, basta andare a prenderselo. Ecco, nella vita di Bochicchio c’è l’idea che non esiste la società ma soltanto l’individuo. La stessa filosofia di vita di chi gli stava attorno».
MASSIMO BOCHICCHIO
Due binari, quindi. Il broker: «Un uomo geniale per cui l’inganno era quasi un’esigenza, truffare era una coazione a ripetere, sembra quasi non ne potesse fare a meno. Era arrivato a rubare i soldi persino agli amici con cui giocava a pallavolo sulla spiaggia. Lo vedevano come un mito e gli avevano affidato i risparmi. E lui li ha fregati.
La vita di Bochicchio è il racconto di un concentrato di immoralità. Ma ancora più immorale è ciò che si intravede sullo sfondo: la Roma, ma anche la Milano, che non vede l’ora di partecipare al grande banchetto». Il secondo binario. L’ambiente: «Ingordigia» dice Riva «descrive un pezzo di mondo dove i soldi sono tutto, perché tutto ruota attorno al denaro. Ma in fondo sono niente perché vengono sperperati come se non valessero nulla. Mi ha colpito il racconto di un amico di Bochicchio che aveva perso molti soldi: nel denaro che gli aveva affidato c’era il regalo di compleanno per la sua fidanzata. Valore: 400 mila euro».
MASSIMO BOCHICCHIO
Riva ha parlato con gli amici, letto tonnellate di intercettazioni telefoniche e ascoltato i soci e i truffati: «I più omertosi? Senza dubbio quelli del mondo dello sport, in particolare del calcio». Ha ascoltato chi ha presentato denuncia e ora cerca di recuperare il denaro (ci è riuscito per esempio l’ex allenatore della Nazionale, Antonio Conte, che affidandosi a un esperto di hedge fund, Fabio Caleca, ha riottenuto 17 milioni con una causa in Irlanda). E ha parlato con chi non ha potuto neanche provarci, perché non avrebbe saputo come giustificare i soldi investiti: potevano mai dire che arrivavano da attività in nero? «Anche per questa ragione, siamo davanti a una storia di segreti – che Bochicchio sapeva ascoltare e custodire».
MASSIMO BOCHICCHIO E LA MOGLIE ARIANNA
In realtà non aveva inventato nulla, visto che di base applicava il più tradizionale degli schemi Ponzi, cioè pagare i primi rendimenti con i soldi dei nuovi investitori e poi fuggire.
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Possibile, poi, che abbia fatto tutto da solo? «Difficile. Ci sono fatti abbastanza incredibili: tipo che Bochicchio viene assunto e promosso in una banca inglese (Hsbc, da cui poi va via ma il cui nome continua a utilizzare per convincere gli investitori), quando è stato già radiato dalla Consob. Ma sarà difficile provare responsabilità di altri».E infine, e soprattutto: che fine ha fatto il suo tesoro?
bochicchio
Riva sorride. «Non ho certezze. Ma parliamo di talmente tanti soldi che non può averli persi tutti. È possibile che una parte di fondi sia ancora nascosta dietro quelle complesse intermediazioni finanziarie che aveva costruito».D’altronde non esiste gioco più antico della caccia al tesoro.
massimo bochicchio e la moglie IL LUOGO DELL INCIDENTE IN CUI E' MORTO MASSIMO BOCHICCHIO massimo bochicchio 5 massimo bochicchio 4 massimo bochicchio 2 massimo bochicchio 1 bochicchio massimo bochicchio MASSIMO BOCHICCHIO E LA MOGLIE ARIANNA