Giacomo Amadori e Paolo Gianlorenzo per la Verità
Sul rave party organizzato a Valentano, in provincia di Viterbo, il Ministero dell'Interno e quindi Luciana Lamorgese non poteva non sapere. Infatti nei giorni precedenti all'evento le forze dell'ordine avevano ricevuto segnali ben precisi su quello che stava per accadere. E hanno cercato di evitare in tutti i modi che una kermesse come quella
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che si è svolta a Viterbo potesse piantare le tende sulle rive del Po e precisamente nella provincia di Alessandria.I rave, più propriamente detti Free party o Taz («zone temporaneamente autonome») sono eventi che si svolgono molto più frequentemente di quanto si possa pensare e in tutta Europa.
Quello andato in scena a Ferragosto a Valentano si doveva tenere inizialmente in Francia. Le nuove norme anti Covid imposte dal governo francese vietano raduni che prevedano più di 250 persone. Chi le vìola incappa in sequestri delle attrezzature e nella loro distruzione. Nel caso di resistenza, la polizia è autorizzata a intervenire con ogni mezzo per sgombrare le aree. Dunque gli organizzatori hanno cambiato programma e optato per il piano B, l'Italia.
Il Teknival di Ferragosto, il festival della musica tekno, si sarebbe svolto nel nostro Paese per una sorta di ripiego come sembra confermare il titolo del quotidiano tedesco Die Tageszeitung: «I raver scappano in Italia».Le prime tracce di questo esodo sono state intercettate in Piemonte, come risulta da agenzie di stampa e siti online. Per esempio alle porte di Casale Monferrato l'11 e 12 agosto sono stati fermati diversi autoveicoli, molti dei quali francesi, e sono state identificate numerose persone sospettate di volersi recare in zona per partecipare a una mega festa a base di musica, alcol e droga. Diversi giovani che bivaccano sulle rive del Po sono stati allontanati.
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Il 17 agosto l'Ansa fa il resoconto di questa attività di prevenzione: «In quattro giorni sono state controllate trecento persone provenienti da ogni parte d'Europa: così carabinieri, insieme agli agenti della polizia stradale e municipale, sono riusciti a sventare il rave party di Ferragosto in provincia di Alessandria». Avanguardie danzanti sotto anfetamine «si stavano organizzando fin dall'11 agosto per la festa clandestina nella zona di Casale Monferrato», ma «da quel giorno le forze dell'ordine hanno iniziato a fermare camion e camper, poi un furgone con le attrezzature per un palco e le casse. In totale hanno controllato 294 persone, di cui 92 stranieri, 163 veicoli».Perciò, lo ribadiamo, a partire dall'11 agosto in Piemonte era chiarissimo persino ai giornalisti il piano dei punkabbestia.
E si è fatto di tutto per impedire che si realizzasse. Con successo. Peccato che questo circo Barnum ad alto tasso psichedelico sia riuscito ad attraversare l'Italia e ad arrivare in provincia di Viterbo senza più incontrare veri ostacoli. Anzi ai carabinieri che volevano sbarrare gli accessi all'area intorno al lago di Mezzano, dall'alto, è stata data l'indicazione «di monitorare, ma non di bloccare» l'afflusso di mezzi, al contrario di quanto era successo in Piemonte. Chi ha deciso che un evento che non poteva svolgersi al Nord potesse scatenarsi in Lazio?
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ecco le proveQualcuno potrebbe obiettare: come fate a sostenere che ci sia un collegamento tra le persone allontanate dalla riva del Po e quelle che si sono accampate intorno al lago di Mezzano. In realtà una prova ci sarebbe. Infatti il 12 agosto a Casale Monferrato una pattuglia della polizia stradale ha provveduto a sequestrare un furgone francese e l'attrezzatura presente all'interno del cassone destinata al rave: palco, impianto acustico, generatore, luci, decorazioni e altro materiale.
Gli agenti hanno anche ritirato la patente all'autista, non abilitato a guidare quel mezzo, e comminato quasi 5.000 euro di sanzioni. Anche in questo caso l'Ansa dà subito la notizia: «Sventato rave party, sequestrato camion con palco e casse». Grazie a Internet abbiamo scoperto che quel mezzo era della Labyrinth unit, una delle anime di questo tipo di iniziative, che si autodefinisce «organizzazione di feste, creazione di zone di autonomia temporanea, artigianato».
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Su Facebook hanno promosso una raccolta fondi per pagare la multa. Ecco l'annuncio, datato 13 agosto: «Famiglia (i post del gruppo iniziano tutti con questa parola, ndr), a seguito di un sequestro abusivo e senza una motivazione precisa, lanciamo una raccolta fondi per pagare la multa di 4.130 euro per riavere il mezzo pesante, pagare le spese legali ecc...[]. Il sequestro è al limite della legalità, quindi abbiamo buone speranze di recuperare l'impianto sonoro in fretta. Preciso che eravamo al 100% in regola! Ma come in Francia il nostro movimento non è benvenuto. Abbiamo lavorato duramente negli ultimi 2 mesi, 7 giorni su 7, per questo evento, per ricevervi nelle migliori condizioni e per farvi passare momenti di follia... ma non preoccupatevi, ritireremo il nostro materiale, il nostro veicolo, e non ci fermeremo la vendetta è un piatto che si mangia freddo, e abbiamo fame, molta fame Rave on».
La corsa nel Lazio
Alla fine gli animatori francesi sono riusciti a raggiungere Valentano e il Teknival si è svolto regolarmente. Ma nonostante la Taz sia andata a buon fine, il gruppo, sulla strada del ritorno, si è lamentato di aver dovuto lasciare in Italia il furgone sequestrato, ma anche per i controlli continui subiti dai veicoli veicolo che trasportavano impianti sonori e le limitazioni di circolazione che il loro caravanserraglio avrebbe subito nel nostro Paese «al fine di impedire che questo Teknival avesse luogo». Evento che, invece, si è regolarmente tenuto in Centro-Italia, su circa 30 ettari che circondano il lago di Mezzano. Infatti organizzatori e partecipanti al rave, cacciati dalla Francia e dalle sponde del Po, sono riusciti ad arrivare fino in Lazio.
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Chi ha permesso che ciò accadesse? Lo dovrà spiegare Luciana Lamorgese mercoledì alla Camera, dove, grazie alla pervicacia di Fratelli d'Italia (come ha rivendicato il capogruppo Francesco Lollobrigida), il ministro si presenterà personalmente per fornire la sua versione dei fatti. E non sarà facile giustificare il fallimento di un sistema di prevenzione che ha funzionato in Piemonte e ha fallito miseramente nella regione della Capitale, consentendo una kermesse senza regole, dove sono girati chili di droghe e la Procura ha dovuto registrare una morte per annegamento e una denuncia per violenza sessuale.
A spiegare la filosofia «antisistema» dell'evento «tollerato» dal Viminale sono gli stessi ideatori del party, i quali hanno rivendicato il significato dell'happening sia sui loro siti che sui tazebao: «La Taz è un'insurrezione contro lo Stato, un'operazione di guerriglia che libera una zona di terra, di tempo, di immaginazione per poi dissolversi prima che lo Stato la schiacci, per poi rinascere altrove, nello spazio e nel tempo». E sul sito anarchico dei «No border», in un articolo riassuntivo dell'evento era specificato: «Dalla notte del 13 alla notte del 19 Agosto 2021, al confine tra Toscana e Lazio si è creata una Taz che ha visto dalle 10 alle 20 mila persona creare un villaggio retto da pratiche di autogestione, solidarietà, condivisione e socialità». Il comunicato si fa anche beffe delle forze dell'ordine: «Non dimentichiamo di parlare del comportamento della polizia durante e dopo la festa: i giornali hanno sostenuto che la festa fosse stata fatta sgomberare, mentre invece quello che risulta a chi era presente è che al quinto giorno sia stata presa la decisione in maniera orizzontale tra gli organizzatori di mettere fine alla festa piano piano.
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Intanto la strategia delle forze dell'ordine è stata quella di provare a pattugliare il perimetro esterno del terreno con pochi risultati vista la grandezza del posto, il mattino del sesto giorno hanno mandato un elicottero che ha volato a bassissima quota per mezz' ora sulla festa con l'obiettivo di incutere timore e fare pressione psicologica sui partecipanti e probabilmente fare foto e video ravvicinati». È chiaro che qualcosa non ha funzionato e che il Dipartimento di pubblica sicurezza, se avesse voluto, avrebbe potuto impedire la manifestazione e respingere i partecipanti, come hanno brillantemente fatto in provincia di Alessandria.
Adesso c'è da capire chi, in cima alla catena di comando, abbia ordinato di «monitorare e di non bloccare» il serpentone di camion e camper che ha attraversato la Penisola alla vigilia di Ferragosto.
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