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Cristina Marrone per corriere.it
Il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dall’’Università di Oxford e l’Irbm di Pomezia e che sarà commercializzato da AstraZeneca produce una «forte risposta immunitaria negli anziani». Lo riportano i primi dati di fase 2-3 pubblicati dalla rivista medica The Lancet. Nel pomeriggio è programmata una conferenza stampa sui dati di efficacia del vaccino e forse l’annuncio della conclusione della fase 3, i cui dati definitivi sono attesi entro Natale.
Gli over 70
I risultati suggeriscono che uno dei gruppi più a rischio di morte o malattia grave da Covid-19, gli over 70, sia in grado di costruire una solida immunità proprio addirittura migliore della fascia di età under 55. I dati erano stati anticipati già il mese scorso ma ora sono stati pubblicati integralmente.
Va ancora confermato se la risposta immunitaria sostenuta significhi che il vaccino li protegge: l’efficacia viene infatti valutata nei trial di fase 3, iniziati in agosto con dati finali attesi nelle prossime settimane. Tuttavia nelle sperimentazioni di Fase 1 già pubblicate a luglio, il vaccino evidenziava un’efficacia del 90%, che con un richiamo può arrivare al 95%.
Il nodo degli anziani
Lo studio riportato su Lancet ha coinvolto un totale di 560 volontari sani, di cui 160 di età compresa tra i 18 e i 55 anni, 160 di età tra i 59 e i 69 anni e 240 di età pari o superiore ai 70 anni. Ai volontari sono state somministrate due dosi del candidato vaccino, o un placebo. Non sono stati segnalati effetti collaterali gravi, si legge nella relazione.
Il vaccino ha provocato in tutti i gruppi di età una risposta immunitaria delle cellule T entro 14 giorni dalla prima dose e una risposta anticorpale con anticorpi neutralizzanti entro 28 giorni dalla dose di richiamo nel 99% dei partecipanti alla sperimentazione .«Le risposte immunitarie dei vaccini sono spesso diminuite negli anziani perché il sistema immunitario si deteriora gradualmente con l’età, il che rende anche gli anziani più suscettibili alle infezioni.
I FRIGO PER LA CONSERVAZIONE DEL VACCINO
Di conseguenza, è fondamentale che i vaccini Covid-19 siano testati in questo gruppo che è anche un gruppo prioritario per l’immunizzazione», ha spiegato l’autore principale dello studio, il professor Andrew Pollard, dell’Università di Oxford, Regno Unito.
Sono in corso ulteriori studi di fase 3 su un numero più ampio di persone, compresi anziani con patologie pregresse, non inclusi in questa fase (nella quale sono stati studiati solo soggetti bianchi e non fumatori) per confermare i risultati . «Ci auguriamo che il nostro vaccino possa aiutare a proteggere alcune delle persone più vulnerabili della società, ma saranno necessarie ulteriori ricerche prima di poter essere sicuri» ha aggiunto , il dottor Maheshi Ramasamy, dell’Università di Oxford.
I vantaggi di AstraZeneca: trasporto, prezzo, efficacia
Sono tre i vaccini in dirittura d’arrivo e pronti a una commercializzazione entro il gennaio del 2021 se l’iter di approvazione da parte degli enti regolatori non subirà intoppi. Oltre a Oxford-AstraZeneca (a vettore virale), ce ne sono altri due di cui tanto si è parlato in questi giorni, entrambi prodotti con la nuova tecnologia mRNA: il vaccino Pfizer / BioNTech (efficacia al 95%) e quello di Moderna (efficacia al 94,5%).
La tecnologia a mRNA messanger non è mai stata utilizzata per produrre un vaccino sull’uomo: sembra essere promettente ma siamo comunque di fronte a una «prima volta». Il vaccino AstraZeneca unisce due esperienze: l’Università di Oxford aveva già studiato l’immunizzazione contro Mers con test già partiti sull'uomo mentre il «pezzo» portato l’Irbm di Pomezia, che ha studiato gli adenovirus depotenziati, aveva già testato sull’uomo lo stesso meccanismo con il vaccino anti Ebola.
ADRIAN HILL - IL PROFESSORE CHE GUIDA LA SPERIMENTAIZONE DEL VACCINO DI OXFORD
Il vaccino Pfizer sembra avere due svantaggi rispetto agli altri due: per essere trasportato ha bisogno di congelatori speciali che mantengano la temperatura a -80° e non si hanno dati dettagliati sulla risposta da parte della popolazione più anziana. Moderna (la cui efficacia è stata testata anche su popolazione anziana) non necessita di temperature così estreme, ma comunque per il trasporto ha bisogno di temperature di -20°. La distribuzione del vaccino di Oxford è ancora più semplificata perché anche per il trasporto (e non solo per la conversazione) bastano temperature di normali frigo: -4°.
Ma c’è un aspetto che pone il vaccino di Oxford avanti: il prezzo. AstraZeneca ha annunciato che il vaccino sarà venduto a prezzo di costo, cioé 2,8 euro fino al giungo del 2021 e comunque fino a quando sarà mantenuta la dichiarazione di pandemia da parte dell’Oms. Un prezzo modesto se confrontato agli almeno 20 euro di Moderna (che potrebbero essere anche 30 euro) e i 16,5 euro di Pfizer secondo le time rilasciate dal New York Times.
Il governo italiano ha prenotato 70 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca«che saranno consegnate entro giugno, pertanto tutti gli italiani che vorranno farlo potranno vaccinarsi» ha dichiarato Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia che chiarisce come le prime dosi, dopo la validazione degli Enti regolatori potranno essere consegnate entro l’anno. «Verosimilmente le prime vaccinazioni potranno partire da gennaio» ha spiegato.
Quante sono le dosi necessarie? Per Moderna e Pfizer sono due a distanza di circa un mese l’una dall’altra. Anche sul vaccino di Oxford le sperimentazioni si sono svolte con due dosi tuttavia già una si è mostrata protettiva.
«Nonostante il dato di efficacia di fase 3 non sia stato ancora comunicato sappiamo dagli studi precedenti che il vaccino di Oxford, alla prima dose, supera l’efficacia del 90%, quindi nell’immediato è molto valido» spiega Filippo Drago, professore ordinario di Farmacologia e direttore dell’Unità operativa di Farmacologia clinica al Policlinico di Catania e membro dell’Unità di crisi Covid-19 della Società italiana di Farmacologia. «Ricordiamoci che le autorità regolatorie approvano i prodotti con dati di efficacia al 50%. Inoltre il vaccino Oxford è stato testato sulla popolazione europea».
Lo stop temporaneo
Il percorso del vaccino di Oxford aveva subito un’interruzione di pochi giorni a settembre dopo una reazione avversa di un partecipante. Gli studi erano poi ripresi prima in Gran Bretagna e in seguito in tutto il mondo (Stati Uniti, Brasile, Sudafrica).
quartier generale pfizer a new york 3
Il tipo di vaccino
Il vaccino Oxford- AstraZeneca è stato realizzato partendo da uno dei virus che causano il raffreddore comune negli scimpanzé. I ricercatori hanno trasferito il materiale genetico della proteina che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi, inserendola nel virus ottenuto dagli scimpanzé e reso innocuo per gli esseri umani. In questo modo, il sistema immunitario impara ad attaccare la proteina, così da potere anche affrontare le eventuali infezioni causate dal coronavirus vero e proprio.
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