Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
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Che la meteorologia non fosse una scienza esatta lo avevamo già capito, con le previsioni del tempo che spesso non ci azzeccano neppure da lontano: ma in Inghilterra sta diventando addirittura un terreno di polemica politica e di guerre culturali (come se qui non bastasse un meteo folle e capriccioso di suo).
In effetti, l’annuncio la scorsa settimana da parte del Met Office, il servizio meteorologico nazionale, che lo scorso mese di maggio è stato il più caldo della storia in Gran Bretagna è stato accolto dalla gente con incredulità e sbigottimento: qui piove praticamente tutti i giorni, da mesi, e a metà giugno andiamo ancora in giro con cappotti e impermeabili (anche ieri mattina cadeva acqua dal cielo e la temperatura fuori era di 10 gradi, ahimè. E nel pomeriggio questo articolo è stato vergato durante una grandinata da paura).
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A maggio sono state diramate diverse allerte meteo per le piogge torrenziali e la primavera di quest’anno è stata la sesta più bagnata negli ultimi due secoli. Un noto comico ha pertanto chiosato: «Abbiamo avuto il maggio più caldo mai registrato, purché non si tenga conto del tempo reale».
E allora? Allora succede che proprio i cieli perennemente coperti hanno impedito la dispersione di calore e dunque le temperature minime notturne sono risultate più alte del solito, 9 gradi invece di 7,8, il che ha fatto salire la media del mese a 13,1, un record (comunque roba da brivido, per chi è abituato a climi mediterranei).
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Tanto è bastato per scatenare i sospetti della destra, da cui sono piovute accuse di «attivismo climatico» all’indirizzo del Met Office, che avrebbe selezionato apposta i dati per dare più forza agli allarmi sul riscaldamento globale. «Il maggio più caldo? Il Met Office è woke sul clima?», ha titolato a tutta pagina nel weekend l’ultraconservatore Daily Telegraph, alludendo alla presa dell’ortodossia ultra-progressista sulle istituzioni culturali. […]
PIOGGIA LONDRA
Nessuno nega, ovviamente, la realtà del riscaldamento globale: il problema, secondo il giornale «portavoce» dei conservatori, è che selezionando i dati in maniera tendenziosa si finisce che la gente smette di crederci e pensa che sia tutto un imbroglio. Ovviamente, il servizio meteorologico nega di essere guidato da una agenda politica: «Le insinuazioni secondo cui il Met Office farebbe una selezione incompleta dei dati o che abbia un ruolo nell’attivismo climatico sono semplicemente non vere», ha sostenuto un portavoce. […]