Giancarlo Perna per ''La Verità''
GENTILONI PINOTTI
«Chi espone una bandiera neonazista non è degno di fare parte delle forze armate». Così, per il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, il carabiniere ventenne di Firenze dovrebbe essere cacciato dall' Arma. Col senno di poi, signora, non sarebbe stato meglio contare fino a tre prima di impancarsi?
Se anche una donna equilibrata come il ministro è andata in bambola, non sarà che il Pd renziano si sente accerchiato? È ormai appurato: la bandiera appesa dal giovane militare in caserma, non è del Terzo Reich (1933-1945) ma del Secondo (1871-1918). Più precisamente, della marina militare della Prussia, nostra alleata contro l' Austria, che nella terza guerra d' indipendenza (1866), ci consentì l' annessione del Veneto. Un simbolo - codesta bandiera, gentile signora Pinotti - addirittura antinazista, all' opposto di quanto da lei affermato nell' incauto intervento.
Pinotti e Graziano
Come ha ricordato Cesare Maffi su Italia Oggi, l' insegna fu esposta da John Wayne nel film Usa Gli amanti dei 5 mari. La pellicola è del 1955, quando la memoria era meno corta. Wayne interpretava il comandante antihitleriano di un mercantile tedesco nel secondo conflitto mondiale. Intercettato da una nave da guerra inglese, il grande John decise di speronarla puntando lo scafo contro il nemico. Prima dello schianto, scarta però la bandiera con la svastica e innalza quella della marina prussiana, gemella di quella che ha fatto scandalo. Messaggio agli inglesi, chiaro come il sole: non è un nazi che vi piomba addosso ma un patriota tedesco contrario ad Adolf.
gentiloni pinotti minniti
A onore del vero, da quando è stata fatta chiarezza, Pinotti tace.
Varia stampa, invece, decisa a vedere nero, sostiene che oggi il vessillo del Secondo Reich è diventato in Germania quello dei neonazi. Sostituirebbe la svastica, vietata per legge. Non dubito dei colleghi. Resta allora il quesito sulle reali intenzioni del cadetto fiorentino che pare sia un laureando appassionato di cimeli militari. Nell' appendere la bandiera avrà pensato a Bismarck o Göring? Aspettiamo lumi sulla ridicola ma sintomatica vicenda.
LA POLITICA DELLO GNORRI
PINOTTI GRAZIANO 1
Pinotti è certamente rimasta anche lei invischiata nel vittimismo in cui il Pd si crogiola. Dalla crociata estiva di Emanuele Fiano sui ninnoli mussoliniani dei robivecchi, passando al succedersi di teste rasate, sembra che un nuovo fascismo sia alle porte. Invece di ascoltare con buon senso democratico gli umori popolari, le sinistre rilanciano i loro slogan e calzano l' elmetto (marcia di Como). Gli italiani sono inviperiti perché il ladro se la cava meglio del derubato? Si incupiscono per i disordini dell' immigrazione?
PINOTTI
Cresce il numero di chi vuole il pugno di ferro? E che fanno Matteo Renzi & co? Promettono lo ius soli che incoraggia e moltiplica gli sbarchi. È la politica dello gnorri. Se mai ci sarà un salto indietro nella storia, sapremo quali ignavi ringraziare.
primi passi da pacifista Spiace che Pinotti sia della partita mal giocata del governo Gentiloni. La cinquantaseienne Roberta, detta la Generalessa per lo zelo con cui svolge l' incarico di prima donna ministro della Difesa, è infatti una brava crista.
roberta pinotti luigi bellumori
Nel senso proprio di figlia di Gesù, molto religiosa, cresciuta in parrocchia, seppure di famiglia comunista. L' aspetto curioso - essendo ora il capo dei 300.000 uomini delle forze armate - è che abbia esordito da pacifista. La si ricorda, metà degli anni Ottanta, nella natia Genova, agitarsi coi «blocchi non violenti» contro una mostra di navi e armi nel porto ligure. Oggi, invece - come le rinfacciano gli ex compagni - è sorda verso i consimili di allora. Da anni, rifiuta di ricevere la Rete del disarmo - un manipolo di irenisti e illusi vari - con cui altri ministri della guerra hanno tranquillamente dialogato.
PINOTTI MORETTI
La ripulsa ha radici nei meandri psichici della maturità. Rassegnata ormai agli orrori del mondo, è probabile che Roberta eviti l' incontro con gli utopisti di oggi per non rivedervi la sua ingenuità di ieri.
L' ABITUDINE ALLA DIVISA
Nella cerchia delle divise, Pinotti è entrata per caso. Ma un antecedente la predestinava. Nata a Sampierdarena, quartiere oggi meticciato di Genova, la fanciulla è cresciuta nella parrocchia del Cristo Re. Il padre, operaio Enel, e la madre cuoca, simpatizzavano per il Pci. Quando a 20 anni si iscrisse pure lei, faceva già parte di un gruppo scout e insegnava catechismo ai più piccoli. L' abitudine alla divisa di Baden Powell, congiunta al gusto per il sacco a pelo e i bivacchi, furono l' inconsapevole tirocinio al suo futuro di condottiere militare.
PINOTTI DEL SETTE
Era, in quegli anni, una bionda ragazzona con la treccia. Laureata in lettere ha insegnato italiano nelle scuole superiori. Scomparso il Pci, passò al Pds, ai Ds, al Pd, obbediente a tutti segretari. Fu consigliere circoscrizionale poi assessore provinciale e comunale, infine segretario del partito locale. Allo scoccare esatto dei 40 anni, entrò a Montecitorio. Ora ha 4 legislature alle spalle (le ultime due a Palazzo Madama).
sergio marchionne alfredo altavilla angelino alfano roberta pinotti
Finì, senza volerlo, alla commissione Difesa e si fece notare per l' acribia con cui studiava i dossier. Nel 2006, fu la prima donna presidente della commissione. I generali se la intortarono. Una volta, la fecero volare con le Frecce tricolori, un' altra la portarono in Afghanistan tra le truppe. Pinotti si innamorò dell' ambiente e l' ambiente di lei.
IL MARITO MEDICO E CUOCO
Divenne prima sottosegretario alla Difesa nel 2013 e l' anno dopo ministro con la spinta del Quirinale. L' esperto militare del presidente Napolitano era, all' epoca, Rolando Mosca Moschini, un generalone. Fu lui a suggerire il nome all' augusto orecchio. Moschini sapeva di fare un piacere agli stati maggiori, esasperati dai 3 anni al ministero dell' ondivago pidiellino Ignazio La Russa (2008-2011), e dal biennio né carne, né pesce del governo Monti.
PINOTTI MATTARELLA
Gli alti papaveri desideravano ora, come si espressero con gergo da trincea, un culo di pietra. Ossia, un tipo serio e ponderato. Napolitano non ci pensò 2 volte e promosse la compagna di partito. Renzi si adeguò senza entusiasmi.
Da allora, per Pinotti è cambiato molto. Il taglio di capelli, da caschetto sbarazzino, si trasformò in elmetto Wehrmacht. Il cappotto fu sostituito con la mantella da cavalleggero che le ondeggia sulle spalle mentre ispeziona reggimenti. Il passo si allungò in quello imperioso del cosacco. Il marito, Gianni Orengo, medico al San Martino di Genova, e padre delle sue due figlie, Marta ed Elena, ha raccontato che da quando la moglie è ministro, i suoi colleghi appena lo vedono scattano sull' attenti finché non dice: «Riposo». Ha aggiunto che però, in casa, lei è il generale e lui il sergente addetto alla cucina.
PINOTTI
BATTAGLIA IN LIGURIA
Con Renzi non corre buon sangue. Matteo la considera infida. Lei non nasconde di essere vicina a Dario Franceschini. Con la legislatura agli sgoccioli, Pinotti ha ora il problema di farsi rieleggere. Sarebbe la quinta volta, oltre ogni limite statutario. Per meritare la candidatura, Matteo le ha imposto di impegnarsi in Liguria, che trascura da anni.
Si tratta, al nocciolo, di sbaragliare il guardasigilli, Andrea Orlando, avversario interno di Renzi e rivale locale di Roberta. Stretto il patto, il ministro ha vinto un round piazzando, al vertice del Pd genovese, Alberto Pandolfo, suo segretario personale da 8 anni. Nel lessico militare: infiltrazione di quinta colonna in campo avverso, pagina 107 del manuale di Carl von Clausewitz.
RENZI PINOTTI