Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI - ATREJU
Il nemico alle porte, l’assedio, l’invito ad attrezzarsi contro avversari che «ci colpiranno con ogni mezzo, anche non proprio legittimo», e un discorso, quello di Giorgia Meloni, che sceglie di parlare solo ai suoi, alla sua Compagnia dell’Anello.
Ma come? Le elezioni vinte a mani basse. Una maggioranza di ferro, almeno nei numeri. Sondaggi lusinghieri, che dopo quattordici mesi di governo chi ci credeva mai. Due premier sul palco della trionfale tre giorni di Atreju, il britannico Rishi Sunak e l’albanese Edi Rama. Lo spagnolo Santiago Abascal in versione addomesticata. Addirittura, Elon Musk. Matteo Salvini e Antonio Tajani che accettano il ruolo di spalla. Un’opposizione divisa, più impegnata a farsi la guerra che a cercare di costruire un’alternativa.
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E poi i grandi temi, che non aspettano: l’Ucraina e il Medio Oriente, l’immigrazione, l’economia, la Finanziaria, il Pnrr, la contesa con l’Europa sul patto di Stabilità e sul Mes, una riforma costituzionale che vuole cambiare il volto dello Stato. Una grande occasione per parlare al Paese, per un’assunzione di responsabilità. Non è la sola, Giorgia Meloni, a scegliere invece il registro della campagna elettorale.
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Si muovono al ritmo degli slogan anche Elly Schlein e Giuseppe Conte, e pure gli alleati sono pronti a qualche agguato, per un pugno di voti in più. Mancano ancora sei mesi alle elezioni europee, ma la strada pare già segnata: ci aspettano settimane, da ogni parte, fatte di colpi di teatro, di sciabolate, accuse. Preludio per altro di un’altra sfida nelle urne, quella del referendum sul premierato, ché ogni via di dialogo sembra già abbandonata. E anche la premier è sembrata ieri decisa alla chiamata alle armi, rispolverando i toni dei tempi dell’opposizione.
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«Non sono mai scappata, finché ho il consenso degli italiani non c’è verso di liberarsi di me». «Sul premierato si scateneranno quelli che hanno bivaccato sulla debolezza della politica». «L’Anello, quello del potere non ci avrà mai». E via, fino ai panettoni di Chiara Ferragni. Tutto legittimo, sia gli attacchi di Giorgia Meloni, sia le repliche, con gli stessi toni, delle opposizioni. Non sarebbe male, però, se i prossimi mesi non fossero solo di campagna elettorale.
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