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    P.S. PESTAGGI - INDAGATO ANCHE IL POLIZIOTTO CHE HA AGGREDITO ALLE SPALLE UN GIOVANE SUL LUNGOTEVERE - GIA’ SOTTO INCHIESTA PER LESIONI DOLOSE IL COLLEGA CHE MENO’ LO STUDENTE RICCARDO MASOCH - CICCHITTO E GASPARRI: “NO ALLA MATRICOLA STAMPATA SUI CASCHI” - MISTERO AL MINISTERO: I FUMOGENI PIOVUTI SULLA FOLLA A VIA ARENULA SAREBBERO STATI LANCIATI VERSO L’ALTO E “RIMBALZATI” SULLE FINESTRE…


     
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    Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"

    Il dibattito corre più veloce dell'inchiesta. Mentre si discute sull'eventuale strumento identificativo da impiegare per gli agenti impegnati nelle manifestazioni (matricola sul casco?), le uniche certezze sul fronte delle indagini riguardano due poliziotti accusati di lesioni dolose. Protagonisti di altrettanti episodi di violenza nei confronti dei manifestanti. Il pm Luca Tescaroli, titolare dell'inchiesta, non esclude che possano esservene altri ma al momento sono gli unici individuati con chiarezza.

    Il primo episodio riguarda il giovane studente Riccardo Masoch, visibile anche nelle immagini amatoriali girate e caricate in rete nei giorni scorsi. Qui, l'agente lo avrebbe aggredito deliberatamente. Nel filmato si vede il ragazzo con la testa immobilizzata tra le gambe del poliziotto mentre perde sangue da un labbro.

    Intanto, con i frammenti del video, rimbalza sul web anche la proposta avanzata dagli studenti durante la «Giornata della Legalità» a Rimini. Stampare un numero di matricola sui caschi degli agenti di polizia per poterli identificare. A pochi giorni da un altro appuntamento, quello con il corteo della destra estrema di CasaPound, atteso per il 24 novembre.

    Fabrizio Cicchitto (Pdl) si dice contrario alla proposta di poter identificare il rappresentante delle forze dell'ordine: «È pericoloso e foriero di intimidazioni e forse anche di vendette. Ci pensi bene il ministro Cancellieri prima di farlo». Della stessa opinione il collega Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «Imprudente assumere iniziative dettate dall'onda emotiva. L'ipotesi di mettere su ogni casco un numero identificativo dell'agente potrebbe essere un errore».

    Intanto nel mirino dei magistrati c'è un secondo poliziotto, responsabile di lesioni nei confronti di uno dei manifestanti. Anche qui è il filmato acquisito dalla Procura e analizzato dalla Digos (la cui relazione sarà depositata oggi) a permettere di individuare con certezza i protagonisti. Un giovane che cammina sul lungotevere viene aggredito alle spalle e malmenato da un agente.

    Più complicato l'episodio che chiama in causa il lancio dei lacrimogeni dalle parti di via Arenula, sicuramente in dotazione alle forze dell'ordine. L'indagine scientifica del Racis dei carabinieri disposta dal ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri sarà acquisita nei prossimi giorni dai magistrati ma, intanto, la Digos è arrivata alle stesse conclusioni: il fumogeno visibile nel filmato è stato lanciato dal basso verso l'alto (e non dalle finestre come si era ipotizzato). Nel video, lo si vede infrangersi sullo stipite di una finestra del ministero della Giustizia e ricadere in una serie di volute fumose dalla traiettoria limitata. Il responsabile del lancio potrebbe essere un altro agente. Il terzo ad essere indagato.

     

     

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