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1 – PETROLIO: WTI RISALE A 2 DLR AL BARILE
(ANSA) - ROMA, 21 APR - Ancora un mini-rimbalzo per il prezzo del petrolio dopo la debacle di ieri del Wti americano. Il greggio Usa con consegna a maggio, tornato positivo nella notte sui mercati asiatici, viaggia intorno ai 2 dollari al barile, mentre quello con consegna a giugno vale 22 dollari. Risalgono appena anche le quotazioni del Brent, il petrolio di riferimento europeo, a 25,7 dollari.
Nella serata di ieri il prezzo del Wti ha girato in negativo per la prima volta nella storia, chiudendo a -37,63 dollari.
tracollo quotazioni brent
2 – ORA IL PETROLIO COSTA MENO DI UN CAFFÈ. IL VIRUS HA TOLTO IL RESPIRO ALL’ECONOMIA
Mario Deaglio per “la Stampa”
tracollo petrolio wti
Un barile di petrolio, fresco di estrazione, costa meno di un caffè espresso (sempre che, in questi tempi di "lockdown" sia possibile trovare un bar aperto): se l' aveste letto in un romanzo di fantaeconomia non ci avreste creduto. Eppure, quest' assurdità si poteva leggere ieri a chiare lettere sui listini pomeridiani della Borsa di New York, quando da noi erano le otto di sera.
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Un' ora più tardi, chi era disposto a comprarsi il petrolio lo pagava fino a -9 dollari. Un prezzo negativo, si chiederanno molti lettori: è strano ma è così. Chi ieri sera comprava un barile di petrolio per consegna a maggio riceveva dal "venditore" fino a 9 dollari al barile, purché si portasse via "l' oro nero" che, ancora pochi mesi fa, veniva venduto a 60 dollari al barile. Nella lunga storia delle borse merci non si trova nemmeno lontanamente alcunché di simile.
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Le motivazioni
Come può essere successo? Qui si intrecciano due storie. La prima, in parte, la conosciamo tutti: rispunta fuori il solito coronavirus, con il suo tristissimo seguito di contagi, decessi e chiusure.
DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN CORONAVIRUS
La sezione maggiormente colpita dell' economia è rappresentata dai trasporti, soprattutto quelli aerei e quelli stradali, entrambi ghiotti consumatori di combustibile petrolifero: oggi, in tutti i paesi avanzati i cieli sono pressoché vuoti, come le autostrade. Una grande compagnia aerea mondiale pochi giorni fa aveva in atto una cinquantina di voli invece dei soliti millecinquecento. Per di più, l' inverno è stato abbastanza mite, le grandi fabbriche sono chiuse oppure producono a basso ritmo e i serbatoi dei produttori di elettricità sono spesso mezzi pieni. In sostanza, la domanda di petrolio dell' economia reale è scesa nelle ultime settimane a una velocità molto più rapida di quanto sia sceso il Pil.
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Tutto questo provoca fortissime difficoltà ai Paesi esportatori. L' industria americana dello "shale oil", il petrolio che si ricava dalla frantumazione delle rocce del sottosuolo, non può resistere sul mercato se "l' oro nero" scende sotto la quotazione di 40-50 dollari al barile e le leggendarie compagnie che estraggono il petrolio tradizionale in ogni genere di ambienti si trovano in forti difficoltà; analoga è la situazione della Russia e di molti emirati del Golfo.
shale oil estrazione petrolio
Le conseguenze
Chi è maggiormente colpito, però, è l' Arabia Saudita che aveva cercato di buttar giù i prezzi per togliere di mezzo i concorrenti e poter poi rialzare il prezzo a proprio piacimento e il cui costo di estrazione risulta superiore a 60-70 dollari al barile. E poi ci sono i "piccoli", dal Venezuela alla Libia, dalla Nigeria all' Angola, che proprio sul petrolio hanno puntato tutte le loro carte.
shale oil estrazione petrolio
Una recentissima conferenza internazionale aveva visto i produttori accordarsi di malavoglia sui tagli alla produzione; ma questi tagli sono risultati assai poca cosa rispetto alla caduta legata al rinvio delle "ripartenze" delle economie a causa del contagio. Insomma, dopo essersi mangiato un bel pezzo del nostro modo di vivere, aver distrutto prospettive di crescita, il terribile coronavirus ha cominciato a devastare le basi stesse del nostro di produrre e di consumare.
prezzo petrolio vertice opec
Ne beneficeranno almeno i grandi utilizzatori? Probabilmente no, o non subito. I prezzi negativi o nulli non solo bloccheranno le pompe di estrazione ma rallenteranno in maniera impresta la domanda mondiale legata a questo prodotto di base: molti Paesi produttori sono ottimi clienti, a esempio, dell' industria italiana.
Il crollo improvviso
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La caduta si è verificata proprio ieri probabilmente per la decisione di alcuni grandi operatori speculativi di petrolio i quali, vista la sicura debolezza della domanda mondiale di greggio in maggio, hanno utilizzato l' ultimo giorno utile per le operazioni sui futures di questo mese sul mercato petrolifero: hanno venduto i propri diritti ad acquistare il greggio prenotato per le prossime settimane e spostato la domanda a giugno o in mesi successivi. È stata quasi certamente una decisione improvvisa, così come improvvisa è risultata la caduta di un prezzo che vacillava da molto tempo e che, non dimentichiamocelo, ha fatto ha costituito la base della crescita dell' intera economia globale.
bacini di shale oil in america
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È naturalmente difficile prevedere che cosa possa succedere. La prima sensazione è quella di disorientamento con la scomparsa di un altro dei nostri (pochi) punti fissi rimasti sull' orizzonte mondiale. Probabilmente il prezzo rimbalzerà ma altrettanto probabilmente il prezzo mondiale non sarà lasciato libero di oscillare come prima. Per il momento, però, possiamo solo scuotere il capo, increduli.